trump fbi perquisizione

LE MILIZIE TRUMPIANE CARICANO I FUCILI ­– SUBITO DOPO LA NOTIZIA DELLA PERQUISIZIONE DELL’FBI NELLA RESIDENZA DI TRUMP DI MAR-A-LAGO, I SUPPORTER DELL'EX PRESIDENTE SI SONO MOBILITATI: MANIFESTANTI IN STRADA A PALM BEACH, MILIZIANI ARRIVATI DAVANTI ALLA VILLA-RESORT E UNA TEMPESTA DI MINACCE SUI SOCIAL – “GUERRA CIVILE” È DIVENTATO UNO DEGLI ARGOMENTI PIÙ CERCATI SU GOOGLE, COSÌ COME “LOCK AND LOAD”: CARICARE UN’ARMA DA GUERRA NEL GERGO MILITARE…

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

trump manifestanti

«Questa è una guerra civile 2.0». «Io ho già comprato le munizioni». «È un attacco politico orchestrato da Biden». «Negli Stati Uniti non avremo più elezioni». Appena Donald Trump ha messo in rete la notizia della perquisizione della sua residenza di Mar-a-Lago da parte dell’Fbi, il popolo dei suoi supporter si è mobilitato: manifestanti in strada a Palm Beach, miliziani arrivati davanti alla villa-resort di Trump per proteggere il loro presidente (che, però, era a New York) e una tempesta di reazioni minacciose sui social media. Non si tratta di pochi facinorosi: l’espressione «guerra civile» diventa subito tra gli argomenti più cercati su Google, così come lock and load: caricare un’arma da guerra nel gergo militare.

 

trump manifestanti

È dall’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 che l’America teme ciò che era considerato impensabile: una seconda guerra civile, dopo quella di metà Ottocento. E la miccia, in un modo o nell’altro, è sempre il presidente-immobiliarista: davanti alla commissione parlamentare che indaga sulla sommossa di un anno e mezzo fa il manager della campagna elettorale di Trump, Brad Parscale, ha detto di sentirsi «in colpa per aver aiutato un presidente che, mentre era ancora in carica, ha cercato di provocare una guerra civile».

 

trump manifestanti

Oggi, invece, è la sortita dell’Fbi e la denuncia di Trump che si definisce sotto assedio, vittima di un uso politico della Giustizia, ad infiammare gli animi. Sono centinaia le organizzazioni filo trumpiane che minacciano sfracelli. C’è chi collega la recente sentenza che condanna l’imbonitore dell’ultradestra Alex Jones a pagare parecchi milioni di indennizzi alle famiglie delle vittime di una strage scolastica da lui calunniati, alla perquisizione di Mar-a-Lago per denunciare «la distruzione della nostra opposizione al deep state». «Liberiamoci da questo regime di comunisti» è un’altra invocazione che va per la maggiore. Scatenata anche la tribù dei QAnon nella quale, però, il misterioso QAnonJohn va controcorrente: niente guerra civile, altrimenti si cade nella trappola tesa dall’Fbi che vuole proprio l’insurrezione per giustificare la repressione.

 

TRUMP PERQUISIZIONI FBI

Mentre politologi e storici — come la docente di San Diego, Barbara Walter, autrice del saggio How Civil Wars Start — avvertono che il rischio di guerra civile è reale, lo stesso Trump sembra intenzionato soprattutto a sfruttare il caso per ottenere vantaggi politici e anche finanziari. Il messaggio nel quale l’ex presidente denuncia l’attacco alla sua persona si conclude, come quasi tutti i suoi post, con un perentorio: «Correte a fare una donazione, IMMEDIATAMENTE!».

 

trump 3

L’incursione dell’Fbi, evidentemente decisa da un giudice federale, spinge poi gli esponenti del partito repubblicano — anche quelli, come il governatore della Florida Ron DeSantis, che vorrebbero sfidarlo nel 2024 nella battaglia per la Casa Bianca — a solidarizzare con Trump: quasi tutti sostengono che i democratici stanno facendo un uso politico della Giustizia mentre The Donald, accusato fino a ieri di aver tentato un sovvertimento delle regole democratiche più grave dello scandalo Watergate (quello che mezzo secolo fa costò la presidenza a Richard Nixon) con una delle sue geniali giravolte ora accusa il partito di Biden di aver organizzato un Watergate al contrario.

 

perquisizione trump mar a lago 2

E mentre i commentatori più vicini all’ex presidente chiedono addirittura lo scioglimento dell’Fbi (Candace Owens) o denunciano trame comuniste da Terzo mondo (Dan Bongino, subito imitato dal figlio di Trump, Eric, e da altri collaboratori del leader repubblicano), cresce il rischio di un ulteriore indebolimento degli Usa che, anche senza guerra civile, vanno verso una stagione caotica: vendette incrociate (il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, annuncia inchieste contro il ministro della Giustizia Merrick Garland) e scollamento tra gli Stati, con quelli a guida repubblicana che rivendicano il diritto di disubbidire alle disposizioni federali o, addirittura, minacciano la secessione, come hanno appena fatto 13 deputati trumpiani del New Hampshire.

perquisizione dell fbi a mar a lago immagini aeree 1perquisizione dell fbi a mar a lago immagini aeree 4perquisizione trump mar a lagoperquisizione dell fbi a mar a lago immagini aeree 3mar a lago trump perquisizione fbi

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)