emanuela orlandi

NEGLI ARCHIVI DEL VATICANO DEVONO ESSERE CUSTODITI MOLTI DOCUMENTI UTILI ALLE INDAGINI SULLA SPARIZIONE DI EMANUELA ORLANDI - GIANLUIGI NUZZI: “SAREBBE UTILE ESAMINARE DOCUMENTI E ASCOLTARE NASTRI MAI CONSEGNATI ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA ITALIANA SEPPUR SIANO STATE PRESENTATE QUATTRO ROGATORIE, RIMASTE SENZA RISPOSTE ESAUSTIVE. SONO DIVERSI I PUNTI FORIERI DI DOMANDE: "LA SEGRETERIA DI STATO HA MESSO A DISPOSIZIONE UNA LINEA TELEFONICA, LA NUMERO "158", COSÌ COME RICHIESTO DAI PRESUNTI RAPITORI DELLA RAGAZZA, ATTIVA DA LUGLIO A OTTOBRE DEL 1983, PER TRATTARE LA SUA LIBERAZIONE DIRETTAMENTE CON CASAROLI. LE TELEFONATE SONO STATE REGISTRATE”. DOVE SONO I NASTRI?”

Gianluigi Nuzzi per “la Stampa”

 

emanuela orlandi

Una mezza dozzina di cardinali, una pattuglia nutrita tra monsignori e vescovi e un gruppo di appartenenti a forze dell'ordine in Italia e nello Stato Città del Vaticano: se è vero che la nuova inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi partirà dalle istanze rimaste finora senza risposta della famiglia Orlandi inoltrate negli anni alla giustizia vaticana, è facile immaginare che il promotore di Giustizia Alessandro Diddi potrebbe convocare numerosi alti prelati.

 

Da quelli vicini a Wojtyla, partendo dal cardinale polacco Stanislao Dziwisz, già segretario personale di Giovanni Paolo II al vescovo Emery Kabongo, già vice di Dziwisz per Wojtyla, ai monsignori Josez Kowalczyk e Tadeusz Rakoczy, «persone molto fidate- si sottolinea nelle denunce - e molto vicine a Giovanni Paolo II».

CASO EMANUELA ORLANDI - GLI ALTI PRELATI CHE POTREBBERO ESSERE CHIAMATI COME TESTIMONI

 

Ci sono anche porporati che hanno ricevuto incarichi speciali da Ratzinger, come Salvatore De Giorgi e lo spagnolo Julián Herranz Casado - indicati per aver fatto parte della commissione Vatileaks, voluta da Benedetto XVI nel 2012 su ombre e malaffare nei sacri palazzi - per arrivare a Giovanni Battista Re, all'epoca assessore alla segreteria di Stato e considerato oggi la memoria storica vivente di quegli anni. Per finire a monsignor Pierluigi Celata, «all'epoca stretto collaboratore del cardinale Casaroli e padre spirituale e confessore di Marco Accetti, uno degli indagati nell'inchiesta», in Italia.

 

La carpetta con questi documenti sul tavolo del magistrato che coordina le nuove indagini è alta quasi una spanna. Un primo elenco di persone da sentire era stato appunto indicato da Pietro Orlandi e dal suo avvocato Laura Sgrò già il 17 aprile 2018. Si trattava di 19 persone a iniziare da chi all'epoca era al potere in curia ma nel frattempo visti tutti gli anni passati senza fare indagini, diverse purtroppo sono morte a iniziare da Benedetto XVI, dal cardinale Eduardo Martinez Somalo (deceduto nel 2021 e all'epoca sostituto del segretario di Stato Sodano, una sorta di ministro dell'interno), allo stesso Sodano fino al cardinale Jean Louis Tauran.

emanuela orlandi mirella gregori

 

Quest'ultimo doveva essere sentito su un documento di cinque pagine rinvenuto in curia e pubblicato da Emiliano Fittipaldi sulla scomparsa della Orlandi, peccato che il porporato sia anche lui deceduto pochi mesi dopo la presentazione della denuncia come il cardinale Josef Tomko, mancato lo scorso agosto.

 

EMANUELA ORLANDI

Nel documento si chiedeva che venissero sentiti anche i più stretti collaboratori di Ratzinger e che potrebbero essere convocati: da monsignor Georg Ganswein all'ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Orlandi chiede di sentirli per sapere se erano a conoscenza degli incontri riservati tra chi indagava in Italia sulla scomparsa, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo in primis, e l'allora vertice della gendarmeria del piccolo Stato.

 

Padre Georg Ganswein bacia la bara di ratzinger

Sul capitolo della presunta «trattativa», tra fine 2011 e inizi 2012 tra procura di Roma e autorità vaticane (smentita da Pignatone, ma rilanciata sempre dal suo vice Capaldo) oltre allo stesso Capaldo, si chiedeva di sentire Paolo Gabriele, maggiordomo di Ratzinger deceduto nel 2020 e ancora Ganswein.

 

«Tale trattativa avrebbe avuto un doppio oggetto - si sostiene nella denuncia -. La segreteria di Stato avrebbe, infatti, chiesto a Capaldo che fosse lo Stato italiano a farsi carico dello spostamento della salma di Enrico De Pedis, detto "Renatino", noto esponente della banda della Magliana, che scandalosamente giaceva sepolto nella Chiesa di Sant' Apollinare. Dal canto suo, Capaldo avrebbe chiesto in cambio informazioni utili alla soluzione del caso della Orlandi, includendovi il corpo della ragazza, se deceduta.

renatino de pedis orlandi

 

La risposta che Capaldo avrebbe ricevuto da un esponente della curia sarebbe stata: «Va bene. () Proprio perché la segreteria di Stato era intenzionata a "chiudere" questa triste vicenda, sarebbe stato redatto un dossier, intitolato "Rapporto Emanuela Orlandi" che è stato visto da più persone sulla scrivania di Ganswein, e avrebbe dovuto essere consegnato a Capaldo. In tale rapporto vi sarebbero stati alcuni nomi di personalità vaticane coinvolte nella vicenda».

 

PAPA BERGOGLIO PIETRO ORLANDI E LA MADRE DI EMANUELA

Interessante l'argomento che potrebbe approfondire monsignor Giovanni Morandini: «Vicinissimo alla famiglia Orlandi - si legge nel documento - era quasi tutti i giorni a casa di questi ultimi. Riferiì a Ercole Orlandi di aver saputo di un'intesa tra lo Stato italiano (presidenza del Consiglio, ndr) e lo Stato Vaticano per evitare di aprire una falla che difficilmente si sarebbe potuta richiudere».

 

EMANUELA ORLANDI

Negli anni si sono poi aggiunti altri prelati come il sottodecano del collegio cardinalizio, il porporato Leonardo Sandri sulla famosa telefonata che sarebbe arrivata nei giorni del sequestro sull'utenza della sala stampa vaticana. Su questo episodio, Pietro Orlandi chiede con l'avvocato Laura Sgrò di sentire anche monsignor Carlo Maria Viganò, già nunzio a Washington e facente parte dell'area più ostile a papa Francesco. Viganò aveva svelato alcuni presunti retroscena sulle telefonate del cosiddetto «americano» a Casaroli. In particolare, sostenne che sarebbe sparita la trascrizione del colloquio della sera del 22 giugno 1983, ma dalla Santa Sede filtrò la smentita alla sua ricostruzione.

 

IL CARDINALE LEONARDO SANDRI

Del resto, negli archivi del Vaticano devono essere custoditi molti documenti assai utili alle indagini. A iniziare da alcun ben evidenziati nella denuncia che oggi il Santo Padre ha chiesto di approfondire. In particolare, tornando ai giorni dopo il sequestro sarebbe utile esaminare documenti e ascoltare nastri mai consegnati all'autorità giudiziaria italiana seppur siano state presentate quattro rogatorie, rimaste senza risposte esaustive.

 

In particolare, sono diversi i punti forieri di domande: "la segreteria di Stato ha messo a disposizione una linea telefonica, la numero "158", così come richiesto dai presunti rapitori della ragazza, attiva da luglio a ottobre del 1983, per trattare della sua liberazione direttamente con Casaroli. Le telefonate sono state registrate» e quindi dove sono i nastri?

 

agostino casaroli

Ancora: «In data 14 luglio 1983 i presunti rapitori riferivano a Maria Sgrò, madre dell'amica della Orlandi, allora quindicenne, Carla De Blasio, che nella piazza di San Pietro in direzione della finestra dell'Angelus era stato lasciato un nastro, mai recuperato. In data 17 luglio 1983, una voce anonima comunicava all'Ansa che il nastro non era stato trovato in quanto prelevato da due funzionari del Vaticano». Domanda: se la ricostruzione è vera, ci sarebbe da chiedersi se nei sacri palazzi c'è ed è ancora conservato quel nastro?

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...