
“A VILLA BORGHESE UN TIZIO MI HA DETTO: AVVOCA’, HO MENATO MI’ MOGLIE, 20 GIORNI DE PROGNOSI SALVO COMPLICAZIONI. È GRAVE?” - PROCESSI E NOSTALGIE DI FRANCO COPPI: “SABRINA MISSERI? SONO CONVINTISSIMO DELL’INNOCENZA SUA E DI SUA MADRE. GHEDINI? IL SUO CANE MI RIEMPIE LE GIORNATE. GLI PARLO, SO CHE MI CAPISCE - I PROBLEMI DELLA GIUSTIZIA? LA LUNGHEZZA DEI PROCESSI, 7-9 ANNI DI MEDIA È UN TEMPO MOSTRUOSO. OGGI CAPITA CHE IL PM DISCUTA A GENNAIO E LA DIFESA A DICEMBRE. FISSANO UDIENZE DOPO UN ANNO. HO LA SENSAZIONE DI UNA CERTA TRASANDATEZZA, COME SE CI FOSSIMO TUTTI QUANTI UN PO’ ABBASSATI DI LIVELLO”
Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera” del 5 maggio 2023
È sabato pomeriggio e l’avvocato Franco Coppi stavolta non riceve a «casa sua», cioè in Cassazione. L’appuntamento è nel suo studio.
[…] Ci ricorda la sua età?
«Ottantaquattro anni, nato a ottobre, Scorpione».
[…] L’ultima baruffa con un magistrato?
«Una cosa recente. Un collega mi ha chiesto di affiancarlo in Cassazione per un processo che sembrava stra-perso. Quando ha cominciato a parlare, il presidente della sezione si è subito mostrato insofferente. Lo ha redarguito, gli ha detto che aveva già depositato 100 pagine. “Non vorrà ripetere tutto daccapo”, è sbuffato dichiarandosi seccato. Così il collega si è avvilito e in pratica ha rinunciato a parlare».
franco coppi difende pietro genovese 1
Ma poi è toccato a lei...
«Quando ho preso la parola mi ha detto: avvocato, io oggi ho 34 processi, la prego di fare in fretta. Gli ho risposto: beato lei che ne ha 34, io ne ho solo uno e non intendo rinunciare a una sola parola. Secondo me ha pensato: questo mi fa un esposto e alla fine sa cosa ha fatto? Ha annullato la sentenza con rinvio. Nei palazzi di giustizia succedono cose stravaganti...».
A quale aneddoto sta pensando?
«A una scenetta vissuta in Cassazione. Era un processo per reati sessuali. La presidente fa un appello alle parti; vi prego di usare toni soft, chiede, e di non impiegare parole che facciano riferimento a parti corporali. Mi sono chiesto: e cosa racconto se non posso parlare del corpo? Così quando è toccato a me ho detto: presidente, io mi adeguo, parlerò di problemi di dietro. C’è stato un momento di gelo, ho pensato: adesso mi accusa di oltraggio, e invece stava cercando di capire che cosa volessi dire, e quando l’ha capito ha esultato: bravo avvocato, bravo!»
franco coppi difende pietro genovese
Anche sugli avvocati ci sarebbe molto da dire...
«Vero. Non ci facciamo mancare nulla neanche noi. Le ho già raccontato del collega che fece un’arringa accorata contro la richiesta di ergastolo per il suo assistito?»
Quello che disse «il poveretto deve già sopportare di vivere senza i suoi genitori»?
«Proprio lui. Ricordo ancora bene la faccia del presidente quando lo interruppe (ride) . Gli disse: avvocato, ma i genitori li ha ammazzati lui! E quello: vabbé, sempre orfano è. Inarrivabile...»
Ora un argomento serio. Qual è il problema più grave della giustizia, secondo lei?
«[…] la lunghezza abnorme dei processi; 7-9 anni di media è un tempo mostruoso. […] Oggi capita che il pubblico ministero discuta a gennaio e la difesa a dicembre. Fissano udienze dopo un anno... E poi ho la sensazione di una certa trasandatezza, nel sistema Giustizia, come se ci fossimo tutti quanti un po’ abbassati di livello. E sa un’altra cosa?»
Cosa?
«È inutile parlare di separazione delle carriere. L’unica separazione utile è fra persone capaci e intelligenti e chi non lo è. Io penso che un modo per velocizzare tutto potrebbe essere una cosa che farà storcere il naso a molti colleghi, lo so già».
Che sarebbe?
«Restituire al giudice del dibattimento la conoscenza degli atti. Oggi esiste quest’idea sacra che il giudice debba arrivare vergine al dibattimento. Ma se uno è perbene e onesto intellettualmente può leggere gli atti e farsi un’idea prima del processo e poi, in aula, può anche cambiarla sentendo le parti».
giulia bongiorno giulio andreotti franco coppi
Il caso Avetrana è sempre il suo cruccio? Ha ancora contatti con Sabrina Misseri?
«Prima ci scrivevamo una lettera a settimana, adesso all’improvviso tace. […] Sono convintissimo dell’innocenza sua e di sua madre. […]»
[…] «[…] Andreotti sosteneva che i processi allungano la vita... […] Diceva che i magistrati contavano sul fatto che lui morisse prima della sentenza, così avrebbero pronunciato estinto il reato per morte del reo. E allora lui se n’era fatto una questione di puntiglio: non muoio finché non finisce il processo, e così è stato».
E il cane che le regalò l’avvocato Ghedini?
«Povero Ghedini, […] voleva molto bene a Berlusconi. Il suo cane mi riempie le giornate. Gli parlo, so che mi capisce. A Villa Borghese siamo diventati molto popolari […] ci fermano. L’altro giorno un tizio mi ha detto: avvoca’, ho menato mi’ moglie, 20 giorni de prognosi salvo complicazioni. È grave? E io: beh, ha una certa gravità. Risposta: se me serve posso passà? Non l’ho più visto... La moglie l’avrà perdonato».
Se tornasse indietro rifarebbe l’avvocato?
«[…] Forse farei il pittore, che è la mia vecchia passione. Anche se devo dire che se veramente avessi avuto dentro il fuoco dell’arte me ne sarei fregato dell’avvocatura. […]». […]