
“MANGIO E DORMO QUI. QUANDO INIZIO ALLE 8 DEL MATTINO, GLI ALTRI OPERAI CINESI GIÀ LAVORANO E CONTINUANO ANCHE DOPO LE 19” – IL RACCONTO DI UN OPERAIO CINESE 53ENNE CHE LAVORAVA IN UN CAPANNONE ALLE PORTE DI MILANO PER PRODURRE LE BORSE FIRMATE DA VALENTINO CHE HA SUBAPPALTATO LA PRODUZIONE A UN’AZIENDA CHE SI AFFIDAVA A LABORATORI CHE SFRUTTANO I LAVORATORI - ALLA SOCIETÀ “BAGS MILANO”, LA MAISON COMMISSIONAVA 4MILA BORSE AL MESE A UN PREZZO CHE ANDAVA DAI 35 AI 75 EURO CIASCUNA: POI VALENTINO LE RIVEDEVA TRA 1.900 E 2.300 EURO…
Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo e Carmine R. Guarino per "la Repubblica"
Si chiama Guoyu, è nato in Cina, ha 53 anni e fa l’operaio. Racconta: «Mangio e dormo qui»
In un capannone di Opera, alle porte di Milano. Dove si lavora giorno e notte per realizzare borse di lusso e dai macchinari vengono tolti i dispositivi di sicurezza, col rischio che le mani vengano schiacciate dagli ingranaggi, per accelerare la produzione.
Dove i prodotti chimici sono mal conservati, col rischio di esplosioni, e le «condizioni igieniche dei bagni rasentano il minimo etico».
Dove molti lavoratori sono in nero. «Inizio alle 8 del mattino, a quell’ora gli operai cinesi sono già al lavoro e continuano anche dopo le 7», racconta una collega di Guoyu.
Invisibili al servizio dell’alta moda. Per il pm Paolo Storari e i carabinieri per la tutela del lavoro guidati dal tenente colonnello Loris Baldassarre, la Valentino Bags Lab – società che fa capo a Valentino spa e ora in amministrazione giudiziaria su ordine del tribunale di Milano – si è affidata a laboratori che «sfruttano i lavoratori». A sette opifici gestiti da cinesi, denunciati per caporalato.
Lo schema: la casa di moda affida la produzione alla società committente, che a sua volta si rivolge ai laboratori, con i lavoratori oppressi da un «pesante sfruttamento lavorativo ». Una delle società appaltatrici si chiama “Bags Milano”. La maison le commissiona 4 mila borse al mese a un prezzo che va dai 35 ai 75 euro ciascuna: in vetrina valgono tra 1.900 e 2.300 euro. A sua volta, l’azienda subappalta.
Il responsabile ammette che non sarebbe permesso ma ai piani alti «chiudono un occhio visto il tanto lavoro ». Fioriscono così i laboratori illegali. In uno, a Trezzano sul Naviglio, i carabinieri faticano a entrare.
Poi scoprono che due operai sono in nero. Un deposito serve da camera da letto. Da un’incollatrice è stato tolto il «carter di protezione» che serve a impedire che le mani entrino in contatto con gli ingranaggi.
«Per la tingitura guadagno 7 euro al pezzo, per il taglio della pelle 3 euro », fa i conti un operaio. «La manovalanza è fruibile h24». Sorvegliata.
Per i pm è grave che la società lavori con ditte che sfruttano gli operai, alla luce dei commissariamenti già decisi in passato (e revocati) per Armani, Dior, Alviero Martini. […] Il prezzo del lusso. Che Valentino Bags Lab, secondo le accuse, conosceva.
In una nota, Valentino Spa assicura che «collaborerà con le autorità» e specifica che «negli ultimi anni ha costantemente intensificato il proprio programma di valutazione dei fornitori», per «garantire una filiera completamente trasparente». In alcuni casi ha chiuso rapporti con fornitori «che non rispettavano gli standard etici».