cassonetti ama

ROMA NON L’AMA NESSUNO - L’AZIENDA DEI RIFIUTI DI ROMA PAGA 10 MILIONI PER AFFITTARE 28MILA CASSONETTI E HA PERSO SOLDI PERFINO SULLA CARTA - A ROMA SI SMALTISCE POCO PIÙ DI UN TERZO DELL’IMMONDIZIA PRODOTTA CONTRO IL 98% DELLE ALTRE METROPOLI EUROPEE - E CERRONI, IL RE DI MALAGROTTA, ASPETTA...

AMA RIFIUTIAMA RIFIUTI

Sergio Rizzo per il “Corriere della Sera”

 

Dieci milioni per affittare ventottomila cassonetti. L' Ama, la municipalizzata dei rifiuti del Comune di Roma, era la classica gallina dalle uova d' oro. Tra il 2008 e il 2010 erano state assunte 1.518 persone. E su quasi 8 mila dipendenti, 1.200 hanno un certificato di inidoneità al lavoro.
 

Intanto la bufera sul caso rifiuti continua a scuotere la giunta. Il direttorio del M5S ha «processato» Raggi e Muraro. Mentre sul piano giudiziario la Procura ha deciso di archiviare l' inchiesta sulle consulenze.
 

Non avrebbero fregato nemmeno un cieco. Era impossibile non vedere che l' Ama riusciva perfino a pagare chi si prendeva la carta. Tonnellate di carta, al modico prezzo unitario di 21 euro. Motivo di questo paradossale rapporto commerciale contro natura?

ROMA CASSONETTI ACCANTO A SAN PIETROROMA CASSONETTI ACCANTO A SAN PIETRO

 

La carta presa dai cassonetti della differenziata va pulita e questo ha un costo. Che pagava l' Ama senza battere ciglio, accollandosi pure quello per smaltire gli scarti che gentilmente tornavano indietro. E il valore della carta? Strano, nessuno si era accorto che la carta avesse un valore. Finché non hanno fatto una gara seria, e adesso anziché regalare quattro milioni l' anno ai privati l' Ama ne incassa tre. Differenza: più sette milioni.
 

Ma altro che ciechi. Ci vedevano tutti benissimo. Vedevano che le cooperative di Mafia Capitale ingoiavano 900 euro per ogni tonnellata di plastica consegnata all' Ama: ora, dopo lo scandalo e la gara che ne è seguita, il costo è sceso a 274 euro. Altri sei milioni l' anno risparmiati, nel tentativo di cedere lo scettro della raccolta differenziata più cara del pianeta. E non soltanto quella.

 

MALAGROTTA 1MALAGROTTA 1

Un altro esempio? Sembra assurdo, ma i cassonetti della municipalizzata romana dei rifiuti sono presi in affitto. Non uno: ventottomila. Con un contratto di 5 anni del valore di 10 milioni l' anno. Trenta euro al mese l' uno.
 

RAGGI 2RAGGI 2

La verità è che l' Ama è stata una formidabile gallina dalle uova d' oro. Vittima di una gestione verminosa della cosa pubblica, in combutta con apparati sindacali tutti concentrati a soddisfare interessi corporativi e personali.
 

La domenica non si lavora

GABBIANI PASTEGGIANO NEI CASSONETTI DI ROMA GABBIANI PASTEGGIANO NEI CASSONETTI DI ROMA

 Fra il 2008 e il 2010, gli anni di Parentopoli e dell' esperto di razze equine Franco Panzironi, factotum della fondazione di Gianni Alemanno e travolto da Mafia Capitale insieme al direttore generale dell' azienda Giovanni Fiscon, l' Ama assunse, dicono i bilanci, 1.518 persone. Comprese le 41 poi licenziate dal successore di Fiscon, Alessandro Filippi, in seguito appunto dell' inchiesta su quelle assunzioni: fra le quali anche una strettissima collaboratrice del medesimo Panzironi intestataria della società di cui era presidente l' attuale sindaca Virginia Raggi.

 

malagrotta malagrotta

Uno sgarbo che Filippi ha pagato con il posto, nonostante il Campidoglio fosse già in mano al commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. Questo per dire quanto siano potenti e pervasivi certi interessi: destra o sinistra poco importa, come denunciava l' ex sindaco Ignazio Marino. Che certamente, oltre ai suoi errori, ha pagato caro anche la guerra ai poteri della spazzatura.
 

cerroni cerroni

Ciechi, dunque, non ce ne sono mai stati neppure nel sindacato, capace di mantenere da decenni una presa ferrea sull' Ama: che stipendia 50 (cinquanta) sindacalisti a tempo pieno.
 

Un' azienda dove 1.600 dipendenti su 7.800 sono ammessi ai benefici della legge 104, che consente di assentarsi dal lavoro tre giorni al mese per accudire i congiunti infermi: il 20,5% del totale, quindici volte in più rispetto alla media delle aziende private. E dove 400 di quei 1.600 il beneficio della 104 ce l' hanno addirittura doppio.

 

Un' azienda nella quale si contano 1.200 dipendenti con in tasca un certificato medico di inidoneità al lavoro: chi ha l' ernia del disco, chi è allergico alle polveri, chi non può trascinare i cassonetti, chi ha paura del buio. Un' azienda dove per ogni turno vengono impiegate non più di 2 mila addetti, ma per contratto nazionale i giorni di festa si scende a 300. Con il risultato di un' emergenza ogni maledetta domenica.
 

discarica malagrotta roma daLaStampadiscarica malagrotta roma daLaStampa

Quando c' era la grande buca

Ci sono dei responsabili, ovvio. In testa a tutti i politici che si sono alternati alla guida della città. Mostrandosi incapaci, nella migliore delle ipotesi, di concepire un disegno strategico serio. Molto più facile affidarsi a una persona, quel Manlio Cerroni che a ogni sindaco diceva la stessa cosa: «Lei ha già tanti problemi, lasci che uno glielo risolva io».

 

RIFIUTI ROMARIFIUTI ROMA

E l' uomo, oggi novantenne, lo risolveva eccome. Buttava tutto a Malagrotta, una buca immensa di 250 ettari, e a prezzi che sembravano scontati. Lui costruiva il suo impero, abilissimo a gestire i rapporti con la politica. Al punto da stabilire una relazione quasi familiare con un ambientalista come Mario Di Carlo, presidente dell' Ama e assessore con Walter Veltroni prematuramente scomparso.

 

Ma i politici non si rendevano conto che in quel modo, con una discarica enorme che prima o poi si sarebbe esaurita, al cospetto di norme europee sempre più stringenti e senza impianti sufficienti a fronteggiare il problema, un cappio si sarebbe stretto inesorabilmente intorno al collo della città intera.

Manlio CerroniManlio Cerroni

 

E che il costo più basso d' Italia per smaltire i rifiuti si sarebbe tramutato nel prezzo più alto da pagare per i romani. Cosa puntualmente accaduta. Alla faccia degli stipendi stellari dei manager e delle consulenze profumate andate avanti per anni e anni.
 

Tutti i giorni partono 180 tir

Nel territorio di Roma si smaltisce oggi poco più di un terzo delle 4.700 tonnellate d' immondizia prodotta al giorno, contro il 98 per cento delle altre metropoli europee. Un confronto che spiega perché nella capitale più sporca del continente si pagano le tariffe più alte.

 

Ogni giorno 180 tir carichi di spazzatura romana invadono le strade italiane. Portano 230 mila tonnellate l' anno di rifiuti umidi della raccolta differenziata in Friuli Venezia Giulia. Portano le frazioni organiche stabilizzate che escono dai quattro impianti del cosiddetto Trattamento meccanico biologico, due dell' Ama e due di Cerroni ma tutti costruiti dall' industria di Cerroni, alle discariche in Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche.

 

E viaggiano, carichi da spazzatura da lavorare o solo da bruciare fra Latina, Colleferro, Frosinone e Avezzano, fino agli impianti emiliani e lombardi. Mentre qualcuno prende le strade bulgare, rumene o portoghesi. I costi, immensi.

ROMA RIFIUTIROMA RIFIUTI

 

Non bastasse, si mette di traverso anche la burocrazia. La richiesta di spedire immondizia in Germania e Austria resta bloccata nei cassetti della Regione. Insieme, da un anno e mezzo, al progetto di un impianto di compostaggio. Come si affronta questo delirio? Con un disegno strategico serio, realista e di lungo respiro.

Aspettiamo di vederne qualche traccia.
 

Anche Cerroni aspetta. Messo all' angolo da Marino che ha chiuso Malagrotta, persa la partita di un arbitrato monstre da 900 milioni, investito dalle inchieste, aspetta il regalo per il suo novantesimo compleanno, il 18 novembre.
 

RIFIUTI ROMARIFIUTI ROMA

Se non la riapertura della discarica, che almeno facciano lavorare a pieno ritmo i suoi impianti. Un omaggio che lo riporti alla condizione di Supremo, come lo chiamavano un tempo. Con l' augurio che stavolta sia un regalo a cinque stelle.

FORTINI RAGGI RIFIUTIFORTINI RAGGI RIFIUTI

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...