STATO CRAVATTARO - SINDACI E PRESIDENTI DI REGIONE CHE OSTACOLANO IL BUSINESS DELLE SLOT-MACHINE VENGONO “PUNITI” CON MENO SOLDI DALLO STATO

Antonio Pitoni per ‘La Stampa'

Una tassa sui vulcani (fino a 5 euro a visita), nuove norme sulle sigarette elettroniche, nuove sezioni della Dia. L'assalto alla diligenza anche si scatena al Senato. E così, nel decreto Salva-Roma, varato dal governo per mettere una toppa al gigantesco buco di bilancio della capitale, ci finisce di tutto. Ma l'emendamento che fa salire la tensione alle stelle, trasformando l'esame del provvedimento in uno scontro durissimo, è quello presentato dal Nuovo centro destra sul gioco d'azzardo.

Una vera e propria mannaia sulla testa di sindaci e presidenti di Regione ai quali venisse la malaugurata idea di ostacolare il business delle slot machine nei rispettivi territori. Perché chiunque dovesse emanare norme restrittive sulla diffusione delle macchinette mangiasoldi, determinando una diminuzione delle entrate erariali, nell'anno successivo potrà vedersi tagliare i trasferimenti dallo Stato centrale.

Una «punizione» che si protrarrà fin quando le limitazioni imposte dalle amministrazioni non saranno ritirate. I grillini insorgono. Rendono pubblico il tabulato della votazione: l'emendamento ottiene il via libera con il voto favorevole, Nuovo centro destra a parte, del Pd (contrari i quattro dissidenti Puppato, Ricchiuti, Ruta e Vaccari), Scelta civica e Gal. Contari Movimento 5 Stelle, Sel, Forza Italia e Lega. Un «emendamento ricatto», secondo i senatori del M5S, che solo qualche ora prima della sua approvazione avevano plaudito all'annuncio del suo ritiro, ma poi ripresentato e approvato. «Un provvedimento da Stato cravattaro», accusa Giovanni Endrizzi.

Il secondo round si gioca, invece, sull'emendamento di Linda Lanzillotta (Scelta civica), che obbligava il Comune di Roma a cedere fino al 30% le quote di Acea, la partecipata che gestisce l'acqua nella Capitale, aprendo la strada della privatizzazione e, per le aziende in crisi, alla possibilità di licenziare.

Emendamento accantonato dopo una giornata di proteste e polemiche. Aperte dal vice presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, Massimo Cervellini, in quota Sel, che bolla il testo come «un vero e proprio scempio in spregio alla chiara volontà di tanti cittadini che con il referendum sull'acqua pubblica si sono mobilitati» per bloccarne la privatizzazione.

Nel pomeriggio, anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, scende in campo: «Non si può mettere in alcun modo in discussione il risultato del referendum del 2011. Noi vogliamo che Acea resti pubblica». Nella grande enciclopedia del Salva Roma, c'è spazio per tutto. Perfino per una nuova tassa sulle visite dei vulcani. Grazie a un emendamento del senatore Ncd Antonio D'Alì: i comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori possono applicare, al posto della tassa di soggiorno, una tassa di sbarco di 2,50 euro. E aggiungere un ulteriore balzello fino a 5 euro per l'«accesso a zone per motivi ambientali disciplinate nella loro fruizione, in prossimità di fenomeni attività di origine vulcanica».

E ancora: affidato ad «un Comitato di ministri» il programma di dismissione di partecipazioni in società controllate dallo Stato e da altri enti e società pubbliche attuati dal ministero dell'Economia.

C'è posto anche per la sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia all'aeroporto di Milano Malpensa: sarà riaperta, grazie ad un emendamento della senatrice Laura Bignami (M5S) per contrastare le attività delle associazioni criminali di tipo mafioso nell'ambito dell'Expo 2015. Esteso anche alle sigarette elettroniche il divieto di pubblicità e promozione. L'utilizzo nei locali chiusi non riservati ai fumatori sarà vietato.

 

 

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