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"UCCIDO TE E TUTTA LA TUA FAMIGLIA" - LE MINACCE DI UN 37ENNE DI ROMA NEI CONFRONTI DELLA SUA EX COMPAGNA CHE LO HA LASCIATO PER METTERSI CON...SUO FRATELLO! - NEL 2024, IL 37ENNE ERA GIA' STATO CONDANNATO A TRE ANNI E 10 MESI CON L'ACCUSA DI STALKING - LA DECISIONE DEI GIUDICI NON LO HA PLACATO: MENTRE ERA SOTTO EFFETTO DI STUPEFACENTI E ALCOL SI È PRESENTATO SOTTO CASA DELLA COPPIA URLANDO: "PUTTANA! SPACCO TUTTO" - L'EX COMPAGNO, CHE HA MAI RICONOSCIUTO LA FIGLIA AVUTA CON LA DONNA, AVEVA GIA' AGGREDITO SUO FRATELLO, "COLPEVOLE" DI AVERGLI RUBATO LA RAGAZZA...

Estratto dell'articolo di Marco Roberti per “il Messaggero”

 

VIOLENZA DOMESTICA

Non era stata sufficiente la prima condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione per stalking ai danni della sua ex compagna per farlo smettere di tormentarla. Infatti, qualche mese dopo la sentenza, N.O., 37 anni, era tornato a insultare e minacciare lei e la sua famiglia, compreso il nuovo compagno, che poi è il fratello dell'imputato. «Pago per menare i tuoi familiari e bruciare tutto». Oppure: «Se non aprite la porta ammazzo tutti».

 

Di questo tenore erano i messaggi che inviava alla donna con la quale aveva avuto una relazione. Qualche giorno fa - davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma - il 37enne è stato nuovamente condannato, con rito abbreviato, a 3 anni di reclusione, sempre per atti persecutori.

 

Vittima e imputato, coetanei, si erano conosciuti diversi anni fa, dato che abitavano nella stessa zona di Roma. Avevano cominciati a frequentarsi e poi avevano iniziato una relazione, dalla quale era anche nata una figlia, mai riconosciuta da lui. Ma i comportamenti vessatori dell'uomo avevano reso per Martina (nome di fantasia) il loro rapporto sempre più pesante e tossico.

 

VIOLENZE DOMESTICHE

Lei aveva dovuto quindi allontanarsi dal suo aguzzino che, però, non aveva accettato la fine della storia. E così, dopo alcuni mesi, la ragazza era stata costretta a denunciarlo. Il processo nei confronti del 37enne si era concluso, a gennaio del 2024, con una condanna a 3 anni e 10 mesi.

 

La chiusura del capitolo giudiziario sembrava che potesse anche far terminare un incubo per Martina, che nel frattempo si era ricostruita una vita grazie al suo nuovo compagno, fratello del suo ex. Ma, verso la fine di novembre dello scorso anno, N.O. era tornato ad affacciarsi con violenza nella sua vita. Prima i messaggi su Whatsapp e le continue telefonate «dal tenore ingiurioso e minatorio a tutte le ore del giorno e della notte», come viene ricostruito nel capo d'imputazione.

 

VIOLENZE DOMESTICHE

«Pago per menare i tuoi familiari e bruciare tutto». Ma anche «rispondi o vado da tua madre e da tua nonna», secondo quanto si legge nelle carte. Poi l'ex passa a minacce più dirette, andando sotto casa sua, in una località a una mezz'ora di macchina dalla Capitale. Qui, in particolare, una sera l'imputato si era presentato, in evidente stato di alterazione perché sotto effetto di alcol e sostanze stupefacenti, e aveva cominciato a urlare alla sua finestra.

 

Poi, come ha dettagliatamente ricostruito l'accusa sostenuta dal pubblico ministero Pierluigi Cipolla aveva preso a calci il cancello, nel tentativo di sfondarlo ed entrare nel giardino dell'abitazione. «P...! Vedrete che farò se non aprite la porta. Non finisce così, spacco tutto», gridava, mentre la coppia era asserragliata in casa. In un'altra occasione, ad aprile di quest'anno, aveva aggredito il fratello, perché non gli perdonava di essersi messo insieme alla sua ex.

 

VIOLENZA DOMESTICA3

Un pomeriggio - così ha raccontato il diretto interessato in sede di sommarie informazioni testimoniali - N.O. si era appostato fuori dalla fermata della metro Malatesta, dove sarebbe dovuto passare, per affrontarlo. Lo aveva visto da lontano, seguito, e poi colpito alle spalle con un cazzotto. [...]

 

Gli atti persecutori del 37enne in breve tempo avevano cominciato a riguardare tutta la famiglia di lei. A farne le spese anche i genitori, sotto la casa dei quali l'imputato si era appostato più volte, anche per ore e ore, chiedendo informazioni sulla vittima. «Dove sta quella t...? Se viene qui l'ammazzo». In un estremo tentativo di avere dei contatti con l'ex aveva provato anche ad allacciare dei contatti con la figlia che aveva avuto con lei e che non aveva mai riconosciuto. [...]

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