picasso a roma

PICASSO IN ITALIA - ROMA, NAPOLI E POMPEI CELEBRANO IL CENTENARIO DEL VIAGGIO DEL PIU' IMPORTANTE PITTORE DEL '900 - SI TRASFERI’ A ROMA MA AL COLOSSEO PREFERI’ OLGA, LA BALLERINA RUSSA CHE DIVENNE SUA MOGLIE – SCHIFATO DALLA CAPPELLA SISTINA ("UNA AFFICHE GAGLIOFFA"), FUGGI’ A NAPOLI. LA DESCRISSE COME UNA “MONTMARTRE ARABA”

Marco Vallora per la Stampa

 

Igor Stravinskij, Pablo Picasso e Gerald Tyrwhitt (Lord Berners) nello studio romano di Picasso a via Margutta Igor Stravinskij, Pablo Picasso e Gerald Tyrwhitt (Lord Berners) nello studio romano di Picasso a via Margutta

Esattamente cent' anni fa avremmo potuto incontrare davanti a Villa Medici o nei vicoletti promiscui di Spaccanapoli un euforico Picasso, in vacanza dall' oppressiva Parigi delle avanguardie cubiste & Apollinaire.

 

Nel quadro di un' imponente serie di iniziative europee 2017-2019, volte a studiare il suo rapporto, molto ispanico, con il Mediterraneo (l' emblema del Sole, il mito del Minotauro e della Tauromachia, la ricorrente presenza dell' eros gitano), Napoli e Pompei (ma anche Roma, con il Teatro dell' Opera) celebrano questo inconsueto anniversario.

 

Dedicando due importanti mostre, curate da Sylvain Bellenger e Luigi Gallo, a questa fulminante immersione italiana: schizzi e fotografie di amici in gita, costumi di danza tra le rovine, bozzetti di Pulcinelli e maschere partenopee, ritratti «romani», che rinnovano il suo linguaggio cubista, in stile Ingres (che è stato uno dei direttori dell' Accademia di Francia). Ma soprattutto l' attracco di uno dei più giganteschi e chiacchierati sipari teatrali del mondo, nella Sala da Ballo di Capodimonte. Un vero feticcio pittorico: il fantasma dipinto di Parade .

 

Perché il viaggio in Italia, felice ma un po' svagato, non avviene per motivi culturali o esigenze di ricarica espressiva, dopo l' ingrigita sbornia cubista, come pensa Gertrude Stein. Avviene un po' per caso, quando scocca il gong del suo fortunato accesso al mondo del teatro e della scenografia.

PICASSO A ROMA CON OLGAPICASSO A ROMA CON OLGA

 

Complice l' esuberante «Principe Eccentrico» Cocteau, che è stato sfidato dal mefistofelico «domatore» dei Ballets Russes, Sergej Djagilev, a «stupefarlo». Ragazzino, quest' uomo-orchestra padrone di tutte le arti ha avuto la ventura di assistere alle Danze Polovesiane dei Ballets e si è catapultato nel palco di Djagilev, inginocchiandosi al suo servizio. Ma ha idee e gusti diversissimi da quelle dei coreografi o degli scenografi da lui amati e che pure lui stima, come Bakst o Benois.

 

Convoglierà lui i Braque, i Derain, i Léger nel mondo della compagnia russa. Anche se dice di odiare i «provinciali futuristi italiani», ed è detestato dai surrealisti di Breton, lui sogna di portare sulle scene il rumore della vita moderna, il ticchettio delle macchine da scrivere e delle sirene industrali, ovvero i ritrovati delle avanguardie, della scomposizione cosmica del Cubismo.

PICASSO A ROMAPICASSO A ROMA

 

Dapprima pensa di agganciare il temibile Stravinsky, di cui ha tanto apprezzato lo scandaloso Sacre du Printemps . Lo va a snidare in Svizzera, e gli propone un balletto, David , molto poco biblico e per nulla michelangiolesco. Ambientato tra réclame, megafoni e saltimbanchi.

 

Niente. Stravinsky vuole troppi soldi, forse si spaventa dell' esuberanza di Cocteau. Che ci prova anche con Edgar Varèse, il «rumorista futurista», a cui propone un Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, mondato delle musiche «crucche» di Mendelssohn (siamo in anni brucianti di guerra: 1915), ambientato però nel Circo dei Fratellini. Ma poi è costretto a «ripiegare», genialmente, verso l' eccentrico musicista Satie, di cui ha ascoltato i Tre pezzi in forma di pera.

 

STRAVINSKY COCTEAU CON PABLO E OLGA PICASSOSTRAVINSKY COCTEAU CON PABLO E OLGA PICASSO

Satie è specializzato in titoli stravaganti, pre-dadaisti, e si lascia affascinare dal folle progetto. Il taccuino-dono, che Cocteau non ha più regalato a Stravinsky, si riempie finalmente delle prime annotazioni, bislacche, di Satie: « Parade si fa!». Ed è allora che il poeta riesce a convincere Picasso. Che boicotta le sue idee (Satie intanto, sadico, gongola) ma reimmagina il balletto, con scenografie cubiste, che si animano, trasformandosi nei ballerini-sandwich. I Manager-grattacielo e la Girl, che ricorda Colette, le gag del cinema muto americano e il naufragio del Titanic.

 

È Diaghilev a proporre il mitico viaggio a Roma, perché il progetto stagna, tra bizze intrecciate. No, ripete il sedentario, scorbutico Satie, «non voglio andare a Rhum ». Mentre Cocteau con Picasso, che non ha mai visto l' Italia, partono felici, come scolaretti, lasciandosi in coda al treno la Parigi competitiva e cubista. Visitando l' amica-complice Gertrude Stein annunziano: «Partiamo per il nostro viaggio di nozze». In realtà a Roma Picasso s' interessa più a una ballerina russa, che diverrà sua moglie, Olga, che non ai monumenti. Una corsa veloce trafelata per i Musei Vaticani e uffa, quella Sistina, che gli pare «un' affiche gaglioffa di Daumier».

COCTEAUCOCTEAU

 

Mentre Cocteau e Massine, il coreografo-ballerino, fanno i turisti intelligenti (ma al poeta il Foro in rovina fa venire in mente una casa svaligiata), Picasso, un tocco di formaggio e subito blindato in studio, a dipingere, con l' aiuto del pittore romano Carlo Socrate, il Sipario. Dov' è evidente, però, il respiro dell' arte italiana e del classicismo.

 

Del «Ritorno all' ordine»: in lotta con il cubismo dei goffi Manager, scomposti e vacillanti, come pupazzi del Carnevale di Valencia. Ancora di più, tutti matti per Pompei e per Napoli, una «Montmartre araba», con il Vesuvio che pare a Cocteau «una macchina che fabbricare tutte le nuvole del mondo» e il «mare che scaglia giacinti sui marciapiedi». Li raggiunge persino Stravinsky, a forgiare il suo periodo neoclassico. Tra musiche di Pergolesi e Pulcinelli e maschere partenopee, tagliate a metà. Che folgorano Massine: una parte che piange, l' altra che ride. Proprio come in Parade .

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...