emmanuel macron - steve witkoff - marco rubio - foto lapresse

GIORGIA SI PRENDE I BUFFETTI DI TRUMP, MACRON APPARECCHIA LA PACE IN UCRAINA – A PARIGI IL VERTICE DEI “VOLENTEROSI” INSIEME AL SEGRETARIO DI STATO USA, MARCO RUBIO, E L’INVIATO DI TRUMP, STEVE WITKOFF: DOPO MESI DI CONTRAPPOSIZIONE NASCE IL NUOVO FORMATO NEGOZIALE TRA L’E3 (FRANCIA, REGNO UNITO, GERMANIA), USA E UCRAINA – MA LE POSIZIONI RESTANO DISTANTI. ZELENSKY ATTACCA WITKOFF: “HA ADOTTATO LA NARRAZIONE DEL CREMLINO” – RUBIO: “NON È LA NOSTRA GUERRA, SE NON SI RIESCE A FINIRLA, VOLTEREMO PAGINA”

emmanuel macron steve witkoff marco rubio jean noel barrot foto lapresse

RUBIO, 'USA DECIDERANNO SE LA PACE IN UCRAINA È FATTIBILE'

(ANSA-AFP) - Il giorno dopo gli incontri a Parigi tra americani, europei e ucraini il segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che è necessario "determinare nei prossimi giorni" se la pace è "fattibile" in Ucraina, sottolineando che "gli Stati Uniti hanno altre priorità", "Dobbiamo valutare nei prossimi giorni se (la pace) è fattibile o meno" e "se non è possibile, dobbiamo andare avanti" perché "gli Stati Uniti hanno altre priorità", ha detto ad alcuni giornalisti ai piedi del suo aereo all'aeroporto Le Bourget di Parigi.

 

RUBIO, SE NON SI RIESCE A FINIRE GUERRA, VOLTEREMO PAGINA

marco rubio a parigi foto lapresse

(ANSA) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha affermato che se non sarà possibile porre fine alla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti dovranno abbandonare i loro sforzi e voltare pagina.

 

"Se non è possibile porre fine alla guerra in Ucraina, dobbiamo voltare pagina", ha detto ai giornalisti prima di lasciare Parigi, come riporta Cnn. "Non è la nostra guerra. Non l'abbiamo iniziata noi. Gli Stati Uniti hanno aiutato l'Ucraina negli ultimi tre anni e vogliamo che finisca, ma non è la nostra guerra", ha proseguito Rubio.

 

jean noel barrot, david lammy, marco rubio, gunter sautter foto lapresse

Gli Usa sono impegnati a cercare una soluzione per la fine della guerra ma, ha spiegato il segretario di Stato, "se non è possibile, se siamo così distanti, allora penso che il presidente sarà probabilmente arrivato al punto in cui dirà che abbiamo finito". "Non è la nostra guerra - ha chiarito Rubio - Non l'abbiamo iniziata noi. Gli Stati Uniti hanno aiutato l'Ucraina negli ultimi tre anni e vogliamo che finisca, ma non è la nostra guerra", ha aggiunto.

 

RUBIO, 'GB, FRANCIA E GERMANIA POSSONO AIUTARE PER PACE UCRAINA'

(ANSA-AFP) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato che Londra, Parigi e Berlino potrebbero "contribuire a far progredire le cose e ad avvicinarci alla risoluzione" del conflitto ucraino, in seguito a una serie di incontri ad alto livello svoltisi il giorno prima a Parigi.

 

emmanuel macron steve witkoff marco rubio foto lapresse

"Credo che Regno Unito, Francia e Germania possano aiutarci, far progredire la situazione e avvicinarci a una soluzione. Ho trovato le loro idee molto utili e costruttive", ha dichiarato ai giornalisti prima di volare a Washington dall'aeroporto parigino di Le Bourget.

 

RUBIO, 'EUROPEI DECIDANO SE RIPRISTINARE LE SANZIONI ALL'IRAN'

(ANSA-AFP) -  Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha invitato gli europei a prendere rapidamente una "decisione importante" in merito al "ripristino delle sanzioni" contro l'Iran, alla vigilia di una sessione di negoziati a Roma tra rappresentanti americani e iraniani.

 

giorgia meloni affonda nella sedia dello studio ovale durante il colloquio con donald trump - foto lapresse

"Gli europei dovranno prendere molto presto una decisione importante riguardo al ripristino delle sanzioni, perché l'Iran chiaramente non sta rispettando l'accordo attuale", che offriva a Teheran un alleggerimento delle sanzioni in cambio della limitazione delle sue ambizioni nucleari, ha detto Rubio ai giornalisti dall'aeroporto Le Bourget, vicino a Parigi.

 

PARIGI, GLI INVIATI DI USA E UCRAINA SIEDONO AL TAVOLO DEI VOLENTEROSI

Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

Americani, europei e ucraini si sono finalmente incontrati ieri a Parigi per una riunione che il presidente francese Emmanuel Macron ha definito «un’occasione importante di avere una convergenza» sul conflitto.

 

La novità è soprattutto questa: dopo mesi di contrapposizione tra Usa e Europa, nasce un nuovo formato negoziale che li vede associati: E3 (Francia, Regno Unito, Germania) più Stati Uniti più Ucraina uniscono gli sforzi e si vedranno di nuovo tra una settimana a Londra.

marco rubio, david lammy, jean noel barrot, gunter sautter foto lapresse.

«Oggi a Parigi abbiamo messo in moto un processo positivo, al quale gli europei sono associati», è la conclusione della presidenza francese […]

 

Un passo avanti verso la pace, che «tutti vogliono, e che sia robusta e durevole» come dice Macron? Per adesso la novità positiva è solo il fatto che americani ed europei lavoreranno in modo più coordinato. Per il resto, le posizioni tra le varie parti sembrano ancora molto lontane.

 

vertice dei volenterosi foto lapresse

Anzi, la riunione è stata accompagnata da una serie di dichiarazioni assai ferme: a Kiev il presidente ucraino Zelensky ha chiesto di «fare pressione» su Mosca perché metta fine alla guerra, accusando l’americano Witkoff di avere «fatta propria la strategia russa e adottato la narrazione del Cremlino, in modo consapevole o no. In ogni caso, non aiuta».

 

Zelensky non tollera che Witkoff negozi con Putin proponendo territori ucraini alle sue spalle. «Witkoff non ha il mandato per parlare di territori ucraini. Queste terre appartengono al nostro popolo e alle future generazioni».

 

steve witkoff foto lapresse

Pochi giorni fa Witkoff aveva rivelato che nell’incontro dell’11 aprile con Putin, a San Pietroburgo, Stati Uniti e Russia avevano parlato dello status di alcuni territori (Crimea, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, ndr ) come il cuore di un possibile accordo di cessate il fuoco.

 

Mentre Zelensky a Kiev rifiutava radicalmente l’impostazione di Witkoff, a Parigi l’inviato americano ha cominciato la riunione tecnica con Emmanuel Bonne, braccio destro diplomatico di Macron, avventurandosi in un paragone tra gli ori e gli stucchi dell’Eliseo e quelli di Mar-a-Lago, la residenza privata in Florida di Donald Trump, «che si occupa personalmente del salone simile a questo, perché il presidente è anche un po’ architetto e decoratore».

 

vertice dei volenterosi a parigi foto lapresse

Dopo questo omaggio alle mille qualità nascoste del capo lontano, si è parlato del cessate il fuoco come se fosse imminente, anche se una delle due parti, la Russia, dimostra di non volerlo.

 

Zelensky lo ha già accettato giorni fa, e Putin ha risposto intensificando i bombardamenti e le stragi di civili. Ieri, mentre a Parigi si discuteva ancora di una missione di pace dei «volenterosi», il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha usato parole poco incoraggianti: «Quel che vediamo negli europei è la loro volontà di proseguire la guerra». E ha aggiunto un avvertimento al futuro cancelliere Friedrich Merz, che non esclude più di fornire all’Ucraina i missili Taurus a lungo raggio. «Un attacco con questi missili contro installazioni russe sarebbe considerato come una partecipazione diretta della Germania alle ostilità, con le conseguenze che comporta».

giorgia meloni affonda nella sedia dello studio ovale durante il colloquio con donald trump - foto lapresse

PARIGI - RIUNIONE DEI PAESI VOLENTEROSI A SOSTEGNO DELL UCRAINAPARIGI - RIUNIONE DEI PAESI VOLENTEROSI A SOSTEGNO DELL UCRAINA

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?