tony blair green economy transizione ecologica

LA GREEN ECONOMY È SOLO UN SOGNO, PAROLA DI TONY BLAIR – L’EX PREMIER BRITANNICO BOCCIA LE POLITICHE PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA: “L’OBIETTIVO DI ELIMINARE DEL TUTTO I COMBUSTIBILI FOSSILI ENTRO IL 2050 È DESTINATO A FALLIRE”. MOTIVO? “GLI ELETTORI SENTONO CHE VENGONO LORO RICHIESTI SACRIFICI FINANZIARI E CAMBIAMENTI NELLO STILE DI VITA, MENTRE L’IMPATTO DELLE EMISSIONI GLOBALI È AL MOMENTO MINIMO” – L’EX LEADER LABURISTA PROPONE DI INVESTIRE IN MINI CENTRALI NUCLEARI – LA POSIZIONE DI BLAIR FA INCAZZARE IL GOVERNO STARMER E FA ESULTARE I TORIES: “PERFINO TONY CI DÀ RAGIONE”

Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it

 

TONY BLAIR

Tony Blair si schiera per mettere un freno alle politiche ambientali. In uno studio pubblicato dalla sua fondazione, l’ex-premier britannico afferma che l’obiettivo di eliminare del tutto i combustibili fossili entro il 2050 “è destinato a fallire”, perché le opinioni pubbliche non sono pronte ad affrontare i sacrifici necessari, non vedendo creare in cambio nuovi posti di lavoro e crescita economica dai programmi di energie sostenibili.

 

Pur continuando a ritenere il cambiamento climatico un grave pericolo per il pianeta, Blair suggerisce perciò ai governi occidentali di non usare toni “allarmistici” sulla questione e un ripensamento dei piani in materia, mettendo maggiore enfasi sull’uso dell’intelligenza artificiale per trovare soluzioni al problema e su investimenti in mini centrali nucleari per produrre energia rinnovabile.

 

keir starmer

“Gli elettori sentono che vengono loro richiesti sacrifici finanziari e cambiamenti nello stile di vita, quando sanno che l’impatto delle emissioni globali è al momento minimo”, afferma l’ex-leader laburista nell’introduzione al rapporto del Tony Blair Institute, intitolato “The climate paradox: why we need to reset action on climate change” (Il paradosso del clima: perché abbiamo bisogno di cambiare rotta sul cambiamento climatico).

 

Il documento afferma che l’Onu e altre organizzazioni internazionali, inclusa la Conference of Parties (Cop), il summit annuale sul clima, non sono riusciti a compiere sufficienti progressi per arrestare il cambiamento climatico; e che al tempo stesso la popolazione ha perso fiducia nelle politiche ambientaliste, perché la promessa di posti di lavoro “verdi” e di una crescita del pil non si è materializzata, sia pure anche per fattori esterni dovuti alla pandemia del Covid e all’instabilità globale.

 

ED MILIBAND

Intervistato dalla Bbc, Blair nega che il dossier della sua fondazione sia una retromarcia sull’obiettivo di arrivare a zero emissioni di gas nocivi: “Al contrario, è uno stimolo ad avere maggiori ambizioni sul clima”. Ma il suo intervento è finito in prima pagina su molti giornali del Regno Unito come una critica della linea del governo laburista di Keir Starmer.

 

Il ministro dell’Ambiente Ed Miliband, un ex-leader del Labour, ha risposto confermando che il governo continua a perseguire il target di zero emissioni entro il 2050. La destra britannica, che si batte per allungare i tempi della transizione a un’economia sostenibile, festeggia: “Ora perfino Blair ci dà ragione”, commenta Kemi Badenoch, la leader del partito conservatore.

 

Nigel Farage, il promotore della Brexit che ora guida il nuovo partito populista Reform, ha reagito in modo analogo all’annuncio dell’ex-premier laburista. I Verdi inglesi invece lo condannano come errato “sia moralmente che sostanzialmente”.

 

TONY BLAIR

L’impressione dei commentatori è che Blair voglia consigliare più cautela sulla questione ambientale al governo del Labour, e in generale ai partiti di quello che lui definisce “il centro” antipopulista e antisovranista, nel timore che una politica radicale faccia perdere loro voti alle urne e nella convinzione che dunque siano necessari piani in grado di difendere l’ambiente nel lungo termine e contemporaneamente favorire la crescita economica a breve termine. […]

nigel faragetony blair - ritratto di Jonathan Yeo

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