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NELLA GUERRA DEI DAZI CON GLI STATI UNITI, L’EUROPA CE L’HA MOSCIO – PER ANDARE ALLO SCONTRO CON TRUMP, BRUXELLES DOVREBBE USARE IL SUO “BAZOOKA”, OVVERO LO “STRUMENTO ANTI-COERCIZIONE”: UNA PROCEDURA RAPIDA CHE PERMETTE DI IMPORRE SANZIONI (DAZI INCLUSI) SU PAESI CHE ESERCITANO SULL’UE UN RICATTO COMMERCIALE, FINANZIARIO O COMMERCIALE - PER RENDERLE EFFICACI, LE MISURE DOVREBBERO COLPIRE I SERVIZI DIGITALI E QUELLI FINANZIARI AMERICANI COME LE CARTE DI CREDITO - MA L’EUROPA NON PUO’ SOSTITUIRLI CON PRODOTTI PROPRI, INFATTI REGISTRA UN DEFICIT NEGLI SCAMBI CON GLI STATI UNITI DA OLTRE 130 MILIARDI DI EURO SOLO SUI “DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE” (NETFLIX, AMAZON PRIME, CHAT-GPT O PER I SERVIZI DI FACEBOOK) - I COLPI DEL BAZOOKA FAREBBERO MALE AI CITTADINI EUROPEI SOTTO FORMA DI RINCARI SULLA LORO VITA DIGITALE…

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

Dopo il Liberation Day del 2 aprile, con l’annuncio dei dazi «reciproci» fra il 20% e il 25% su un export da 605 miliardi di dollari, i ministri europei si sono posti una domanda: era il momento di imbracciare il bazooka? Il bazooka è un mezzo nuovo per l’Unione europea, costruito un anno e mezzo fa sotto il nome di “strumento anti-coercizione”. Si tratta di una procedura rapida che permette a Bruxelles di imporre sanzioni — dazi inclusi — su Paesi che cerchino di esercitare sull’Europa un ricatto commerciale, finanziario o commerciale.

 

DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

Si attiva se la Commissione Ue decide che il rischio di coercizione esiste, in sostanza si carica il bazooka a scopo di dissuasione; quindi il dispositivo scatta se e quando serve.

Alla fine, nella prima settimana di aprile i ministri del Commercio dei 27 hanno preso una strada diversa: l’Unione europea avrebbe imposto dazi al 25% su importazioni dagli Stati Uniti per 21 miliardi di euro (24 miliardi di dollari), il 6,5% delle vendite di prodotti agricoli o industriali americani in Europa.

 

Non solo lo strumento «anti-coercizione» non fu fatto scattare, ma non si avviarono neanche le procedure per averlo pronto in caso di necessità. Il bazooka è rimasto a prendere la polvere. Resta lì anche ora che Donald Trump ha impresso l’ennesima sterzata, minacciando dazi al 50% su tutto l’export europeo fra sette giorni.

 

ursula von der leyen e donald trump a davos nel 2020

Bruxelles ha in mano giusto l’opzione di dazi al 25% su prodotti di nicchia come soia, vernici e polietilene, allargabili in teoria fino a coprire non più di un quarto del totale delle vendite di beni americani in Europa (ma niente dei servizi). Nel momento in cui la Casa Bianca si dichiara pronta a interrompere la tregua e riaprire la guerra commerciale, l’Unione si trova per ora quasi priva di mezzi di ritorsione.

 

Bruxelles e le altre capitali avevano creduto molto a quella tregua, aperta il 10 aprile scorso quando la reazione dei mercati aveva spinto Trump a ridurre i dazi al 10% per tre mesi. Pensavano di avere tempo e intanto avevano congelato qualunque contromisura.

ursula von der leyen e donald trump a davos nel 2020

[…] La ragione per cui il bazooka non è mai stato attivato va al cuore dell’insicurezza dell’Unione europea.

 

Per renderle efficaci, quelle misure avrebbero dovuto colpire gli americani là dove fa male: i servizi digitali e quelli finanziari come le carte di credito. Ma l’Europa non produce niente di tutto questo. Registra un deficit negli scambi con gli Stati Uniti da oltre 130 miliardi di euro solo sui «diritti di proprietà intellettuale», il denaro speso per un abbonamento a Netflix, Amazon Prime, Chat-GPT o per i servizi di Facebook.

 

I colpi del bazooka si sarebbero ritorti contro i cittadini europei sotto forma di rincari sulla loro vita digitale, perché quelle tecnologie sono insostituibili dal «made in the EU». Lo stesso vale, in parte, per i servizi finanziari.

STRETTA DI MANO TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP - FUNERALE DI PAPA FRANCESCO

 

Gli equivoci del negoziato hanno fatto il resto. Bruxelles puntava a dazi «zero-per-zero» — libero scambio bilaterale — offrendosi di comprare più armi e gas dall’America.

Washington invece vuole tenere i dazi al 10%, ma chiede impegni europei ad alzare barriere sulla Cina, eliminare le web tax e le regole antitrust sui colossi digitali di Silicon Valley, oltre a eliminare l’Iva per i prodotti statunitensi.

 

È stato un dialogo fra sordi […] A Bruxelles si sono giusto avviate altre «indagini» […] Così l’Europa ha continuato ad operare come vivesse nel mondo di ieri; Trump ha continuato con la sua strategia del caos. […]

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