salvini meloni papa francesco

“IL MIO PAPA E’ BENEDETTO XVI” – QUANDO SALVINI NEL 2016 PRESE LE DISTANZE DA BERGOGLIO RIMPIANGENDO RATZINGER "CHE SULL’ISLAM AVEVA LE IDEE CHIARE" (“CHI APRE LA CHIESA AGLI IMAM NON MI PIACE”) – IL LEADER LEGHISTA  NON È STATO MAI RICEVUTO NONOSTANTE I SUOI TENTATIVI DI IMBUCARSI IN VATICANO. CON GIORGIA MELONI PAPA FRANCESCO COLTIVO’ UN RAPPORTO E IRONIZZÒ QUANDO SI PRESENTO’ VESTITA DI BIANCO: “CI SIAMO VESTITI UGUALI" - D’ALEMA DISSE CHE CON LUI LA SINISTRA AVEVA TROVATO UN CAPO MA BERGOGLIO E’ STATO SCOMODO PER LA POLITICA PERCHE’…

Da repubblica.it – 18 settembre 2016

 

salvini maglietta su bergoglio e papa benedetto

“Il mio Papa è Benedetto'. Un attacco al Pontefice Bergoglio, sulla t-shirt ideata dai Giovani padani, e annunciata come il nuovo must del Carroccio dopo la ruspa. "A me piacciono tutti - ha risposto Salvini - Benedetto sull'Islam aveva le idee chiare. Chi apre la chiesa agli imam non mi piace"

 

(...)

 

1 - LA POLITICA I LEADER TENUTI A DISTANZA E IL RIFIUTO DI SCEGLIERE UN PARTITO DI RIFERIMENTO

Francesco Bei per “la Repubblica” - Estratti

 

C’è un passaggio, nell’autobiografia uscita da poco di Bergoglio (Spera, Mondadori), che illumina più di qualsiasi altro la formazione familiare di questo gesuita roccioso, quella che darà al futuro Papa le sue coordinate morali e soprattutto politiche. È il ricordo di “nonna Rosa”, militante dell’Azione cattolica nell’Astigiano… e fervente antifascista.

 

«Nonna Rosa teneva conferenze e incontri in tutta la provincia, soprattutto con le ragazze e le donne. Dicendo cose che, a quanto pareva, non piacevano affatto al governo fascista che intanto si era insediato. Non in una sola occasione minacciarono di farle ingoiare l’olio di ricino. I suoi principi e la sua fede, del resto, non potevano consentirle di guardare al regime se non con sospetto e avversione: l’autoritarismo, i metodi brutali degli squadristi, il totalitarismo».

«Altro che Benito», pare dicesse suo fratello Nando agli amici.

«Quello là? Dovevano chiamarlo Malito… Fa solo male».

 

papa francesco giorgia meloni

Ecco, il Papa era questo e queste erano le sue credenziali familiari. Una sottolineatura magari non così scontata nel Paese governato da un partito dove, sotto la pelle, non mancano i nostalgici dichiarati. Eppure provare a decifrare il Pontefice con le lenti dei partiti, della politique politicienne, stringendo una personalità complessa nella reductio “a sinistra”, sarebbe sbagliato.

 

 

È vero, come riconobbe anni fa Massimo D’Alema, che Francesco è stato vissuto come «il principale leader della sinistra ». Ma con Giorgia Meloni, ad esempio, i rapporti sono sempre stati più che cordiali. Sarà perché giovane, e Bergoglio era un Papa che attribuiva comunque ai giovani un credito positivo, sarà perché prima donna premier, sarà perché proveniente «dal popolo», con Meloni il feeling c’era. Non una vicinanza politica, ma certamente una simpatia umana. Come quando, alla conferenza sulla natalità del 2023, fu lui a togliere la premier dall’imbarazzo di essersi presentata vestita di bianco, contravvenendo alle regole del cerimoniale vaticano. «Oggi — le fece notare con un sorriso paterno — ci siamo vestiti uguali...». Ed è stata Meloni l’unica leader ad essere ammessa nella stanza del sofferente Papa all’ospedale Gemelli nell’ultimo ricovero.

 

papa francesco mattarella

 

Per il resto, Francesco è stato un Papa super-politico, in antitesi netta con il teologo Ratzinger. Un Pontefice di clamorosi gesti di rottura. Come quando, prima visita simbolica appena eletto, scelse Lampedusa per illuminare il dramma dei migranti. Ecco, sul piano dei contenuti, non c’è dubbio che la pastorale di Bergoglio sia stata un controcanto continuo rispetto alle parole d’ordine delle destre, italiane e mondiali. Anche la prima vera enciclica pensata e scritta dal Papa — la “Laudato Si’” — è suonata come uno schiaffo ai negazionisti del cambiamento climatico.

 

(...) I politici sentono un brivido sulla schiena quando il Papa, puntando lo sguardo sulle prime file, alza la voce: «No alla corruzione, agli interessi di partito e ai sepolcri imbiancati».

 

EMMA BONINO PAPA FRANCESCO

Bisogna a questo punto aggiungere che a Bergoglio la politica dei palazzi ha sempre provocato allergie. Un Papa populista? Forse un po’, almeno per certi suoi detrattori, certamente anti-establishment, tanto che tra i (pochi) politici ha sempre preferito quelli «con l’odore delle pecore addosso», come diceva dei suoi preti. «Un conto è la politica che ascolta la realtà, che ascolta i poveri, e un altro è quella che sta chiusa nei palazzi.

La politica distillata», disse poco prima delle ultime elezioni.

 

Tra questi anche personaggi non proprio in odore di sagrestia, come Emma Bonino — che il Papa andò persino a trovare a casa una volta dimessa dall’ospedale — o Marco Pannella. Il leader radicale scriverà al Papa una lettera struggente, un mese prima di morire. Il pontefice era appena stato a Lesbo, l’altra Lampedusa del Mediterraneo, e Pannella lo incoraggiò vergando queste righe: «Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano». Un post scriptum di quella lettera lasciò quasi intravedere una conversione in limine mortis: «Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene ».

papa francesco fuori casa di emma bonino 3

 

Amico di personaggi ai margini della politica — i radicali, ma anche l’ex disobbediente Luca Casarini — e certamente freddo, freddissimo, con leader del “cattivismo” come Matteo Salvini, mai ricevuto in tanti anni nonostante i tentativi del leader leghista di imbucarsi in Vaticano.

 

Quando si parla di migranti, il Papa non sente ragioni. Ne fa le spese persino la Cei, rea di aver affidato a Marco Minniti — l’architetto degli accordi con la Libia e presidente della Fondazione Med-Or di Leonardo, tra le maggiori società italiane produttrici di armi — l’intervento di apertura, nel febbraio del 2022, dell’incontro di Firenze tra vescovi e sindaci del Mediterraneo. Il Papa avrebbe dovuto chiudere, ma dà forfait per «un’acuta gonalgia, per la quale il medico ha prescritto un periodo di maggiore riposo per la gamba», come riferisce la sala stampa della Santa Sede. Ma il messaggio che filtra dalle sacre stanze è una forte irritazione che colpisce anche la Cei.

 

Lontano dai partiti italiani e pungolo critico per il governo.

Renzi saluta papa Francesco

 

Questo è stato il pontificato di Francesco. Gli studenti protestano con le tende per il caro-affitti e il Papa sta con loro. «Difficoltà a trovare un lavoro stabile, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali», dice. Il governo si riempie la bocca di natalità e famiglia e il Papa ricorda che «natalità e accoglienza non vanno contrapposte». Sempre sul pezzo, sempre scomodo. Per tutti.

 

2 - DALLA SINISTRA ALLA PREMIER RIUSCIVA A PIACERE UN PO' A TUTTI

Federico Geremicca per “la Stampa” - Estratti

 

massimo d'alema

Nello Studio ovale sedeva Barak Obama, primo presidente di colore negli Stati uniti. A palazzo Chigi, invece, c'era Enrico Letta. Beppe Grillo e i suoi grillini avevano intanto coronato la scalata, mentre Giorgia Meloni - ancora reietta - nelle stesse elezioni del febbraio 2013 si era fermata all'1,9 per cento.

 

È la foto di un'altra Italia e di un altro mondo, in tutta evidenza. Ma all'ombra di quella foto ardevano braci che in un decennio sarebbero divampate cambiando l'umore ed il profilo dell'intero pianeta: una pandemia, due guerre, l'esplosione di nazionalismi e sovranismi ovunque...

 

papa francesco fuori casa di emma bonino 2

Anche Jorge Mario Bergoglio, eletto all'inizio di quel 2013, si è lentamente ritrovato in un altro mondo. I consensi che avevano accompagnato i suoi primi passi - a cominciare dal viaggio d'esordio nell'isola di Lampedusa - cominciarono a farsi più tiepidi, distanti. Certo, ci sarebbe voluto ancora qualche anno perché il dissenso si facesse esplicito e finanche volgare. "Bergoglio come Badoglio. Stop immigrazione": ecco lo striscione che Forza Nuova espose nel maggio del 2019 a due passi da San Pietro. Per fortuna nemmeno Fratelli d'Italia, ai tempi, sostenne quell'attacco...

 

 

È che con Papa Francesco è stato assai difficile, per le forze politiche italiane e non solo, aprire polemiche o sistemarsi di traverso. Infatti, fedele al suo ruolo ed ai suoi doveri di Papa, Bergoglio è stato spesso capace di sorprendere e perfino spiazzare alleati ed avversari. A Lampedusa, per esempio, entusiasmò la sinistra e il mondo dell'accoglienza coniando un paio di slogan («La globalizzazione dell'indifferenza» e la «cultura dello scarto») che resero chiaro il profilo del suo impegno. Eppure, è lo stesso Papa che è poi intervenuto più volte (e assai duramente) contro la pratica dell'aborto...

 

papa francesco con giorgia meloni al g7 di borgo egnazia

Definiamolo un custode del patrimonio teologico e religioso ma attento alla necessità di avvicinare la Chiesa agli ultimi, innovando quando necessario. Per questo - ed è certo - è stato più amato a sinistra che a destra, se vogliamo semplificare. E sempre per questo non ha mai goduto del sostegno delle gerarchie più tradizionaliste. Del resto, non è stato semplice per nessuno prendere schematicamente le misure ad un pontefice capace un giorno di dire «se una persona è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarla?» e magari poi definire l'aborto un «assassinio» e «sicari» i medici che continuano a praticarlo.

 

 

Oggi Sergio Mattarella lamenta un "dolore personale" e Giorgia Meloni la perdita di "un'amicizia". Bergoglio e Mattarella sono stati legati, in questi anni, da tante cose: il no alle guerre, prima di tutto. Poi l'apertura a ogni forma di accoglienza. Ma più di ogni altro, forse, li hanno uniti le camminate solitarie e le foto spettrali durante i mesi della pandemia, per sostenere e incoraggiare un Paese piegato e spaventato. 

 

(...)

giorgia meloni e papa francesco al g7 5

 

In realtà, come accaduto per quasi tutti i pontefici, si può dire che Papa Francesco si è considerato un "ospite" nel nostro Paese: e gli ospiti, si sa, evitano di creare problemi e scompigli. Non a caso, nemmeno sul tema sentitissimo dell'accoglienza e dell'immigrazione, Bergoglio è entrato in contrapposizione diretta con le politiche e le scelte del governo italiano. E del resto, si può solo provare ad immaginare cosa sarebbe accaduto se Papa Francesco avesse indirizzato ai vescovi italiani la lettera inviata a quelli americani dopo l'elezione di Donald Trump.

 

«Sto seguendo da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l'avvio di un programma di deportazioni di massa - ha scritto il Papa nel febbraio scorso -. La coscienza rettamente formata non può non compiere un giudizio critico ed esprime il suo dissenso verso qualsiasi misura che identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità».

 

papa francesco con giorgia meloni al g7 di borgo egnazia

E quindi, il chiaro invito a reagire: «Esorto tutti i fedeli della Chiesa cattolica, come anche tutti gli uomini di buona volontà, a non cedere a narrative che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati». Ma quelle deportazioni avvengono in America. E l'America è lontana. Molto più di quanto lo sia l'Albania...

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…