massimo cacciari ursula von der leyen giorgia meloni

“TRUMP HA RAGIONE. FINCHÉ LE LEADERSHIP SARANNO ALLA VON DER LEYEN, L’EUROPA NON CONTERÀ NIENTE” – MASSIMO CACCIARI: “L'EUROPA NON SA DECIDERE INSIEME SUL FISCO MA LO FA SULLE MOZZARELLE. LA SOLIDARIETÀ? GUARDI COSA ABBIAMO FATTO CON LA GRECIA. LASCI PERDERE IL LATO RIDICOLO E MACCHIETTISTICO DI TRUMP, E VADA ALLA SOSTANZA DEL SUO MESSAGGIO” – “GIORGIA MELONI A WASHINGTON QUALCOSINA OTTERRÀ…SE È ANDATA AVRÀ AVUTO QUALCHE GARANZIA DI NON TORNARE CON LE PIVE NEL SACCO. UN MINIMO GIOCO DI DIPLOMAZIA CI SARÀ STATO PER NON ANDARE ALLO SBARAGLIO…”

Estratto dell’articolo di Francesca Schianchi per “La Stampa”

 

massimo cacciari a otto e mezzo 8

«L'Europa è un fallimento. Se non si parte da questo presupposto, che cosa si vuole capire delle posizioni di Trump?», sintetizza una lunga chiacchierata con una domanda brutale il professor Massimo Cacciari.

 

Ma partiamo dall'inizio, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che parla di un Occidente finito per come lo conoscevamo. È d'accordo?

«Bisogna vedere di quale Occidente parla: un certo Occidente è già finito da parecchi decenni».

 

A cosa si riferisce?

«Per qualche secolo c'è stato l'Occidente europeo, che nel bene e nel male è stato il centro del mondo e ha avuto il suo apice nel Diciannovesimo secolo. […] Tutto questo è finito con la prima guerra mondiale».

 

ursula von der leyen e i dazi - vignetta by osho

Ed è iniziato l'Occidente americano…

«Gli Stati Uniti hanno superato la Gran Bretagna come Pil nel 1871, e da allora sono la prima potenza economica, militare e tecnologica al mondo. Ed esprimono una resilienza formidabile, se si pensa che mantengono il primato da un secolo e mezzo».

 

Ora però qualcosa sta cambiando, no?

«C'è stata la decadenza europea, grazie a leader come Von der Leyen. Dal punto di vista demografico, l'Europa ha gli stessi abitanti del 1900. L'economia europea era il 50 per cento di quella mondiale nel '900: negli ultimi due decenni è passata dal 26 al 18 per cento del Pil globale. Di cosa stiamo parlando?».

 

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

E gli Stati Uniti?

«Negli ultimi vent'anni hanno mantenuto la loro quota di circa il 28-29 per cento del Pil mondiale: che governi Biden o Trump, mantengono il primato militare, così come nel settore di ricerca e sviluppo, con cui l'Europa ha un gap non più recuperabile».

 

Cosa sta succedendo adesso nei rapporti tra Occidente?

«Che gli Stati Uniti devono difendersi dalla competizione cinese e l'Europa deve cercare un accordo con il governo americano sui dazi. Solo che non avendo l'Europa una politica estera comune, una strategia comune, finirà che saranno i diversi Paesi a trattare».

IL FACCIA A FACCIA MELONI - TRUMP - VIGNETTA BY GIANNELLI

 

Trump lo ha già detto: sui dazi tratta con l'Europa non coi singoli Paesi.

«Perché se a qualcuno toglie dazi dirà di no? Vedrà, finirà come dico io».

 

Morale: l'Occidente come lo conoscevamo esiste ancora o no?

«Se Von der Leyen parlasse con un briciolo di onestà intellettuale dovrebbe ammettere il decadimento drammatico dell'Europa e del suo ruolo internazionale».

 

È molto critico con l'Europa.

«L'Unione europea nasce sui principi: la difesa comune, certo, ma quella che sta nella cornice della Costituzione e non sceglie mai la soluzione bellica per la risoluzione dei conflitti internazionali. La sussidiarietà, ma quale abbiamo realizzato? L'Europa non sa decidere insieme sul fisco ma lo fa sulle mozzarelle. La solidarietà? Guardi cosa abbiamo fatto con la Grecia. Lasci perdere il lato ridicolo e macchiettistico di Trump, e vada alla sostanza del suo messaggio».

 

trump meloni

Che sarebbe?

«Continua a dirci che l'Europa non conta niente».

 

E ha ragione?

«Finché le leadership europee saranno alla Von der Leyen, sì, ha ragione».

 

Se questa è la premessa, cosa si aspetta dall'incontro di oggi della premier Meloni alla Casa Bianca?

«Mah, qualcosina otterrà… Se è andata avrà avuto qualche garanzia di non tornare con le pive nel sacco. Un minimo gioco di diplomazia ci sarà stato per non andare allo sbaraglio».

 

A giudicare da come venne trattato il presidente ucraino Zelensky alla Casa Bianca, l'impressione è che la diplomazia sia un po' appannata al momento…

«Ma proprio dopo esibizioni trumpiane di quel livello, non penso Meloni sia così sprovveduta da essere partita senza qualche garanzia».

 

volodymyr zelensky in polo alla casa bianca con donald trump

E cosa potrebbe ottenere?

«Magari la promessa che se l'Europa è disponibile ad andargli incontro, Trump può rivedere qualcosa… chissà».

 

Anche lei ha trovato la premier fare esercizio di equilibrismo tra Europa e Stati Uniti in questi mesi?

«Per forza. Trump è il leader della sua parte, il rappresentante se non più autorevole di sicuro più forte del suo schieramento politico, lei ha fatto con garbo il tifo per lui. È chiaro che non può parlargli come farebbe un socialdemocratico o un cristiano popolare: deve stare in equilibrio tra lui e Von der Leyen».

 

MASSIMO CACCIARI

Ma la politica trumpiana dei dazi renderà l'America grande di nuovo, come dice il tycoon?

«L'America è rimasta forte com'era. In realtà lo slogan di Trump significa: come facciamo a far rimanere grande l'America? La sua risposta è: riducendo drasticamente i nostri impegni sul fronte europeo e facendo pagare i dazi». […]

DONALD TRUMP GIORGIA MELONIURSULA VON DER LEYEN - KIT TESENCULA - MEMEGIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLIdonald trump foto lapresseLA VISITA DI GIORGIA MELONI NEGLI USA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA ARMOCROMIA - MEME BY EMILIANO CARLI URSULA VON DER LEYEN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO