BERLUSCONI IN ROSSO! - MEDIASET PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA CHIUDE CON PERDITE PER 88 MILIONI NEL TERZO TRIMESTRE 2012, COLPA DEGLI SPOT IN CALO - PIERSILVIO E CONFALONIERI TAGLIANO TUTTO IL TAGLIABILE: TRA INGAGGI DI STAR E PROGRAMMI IN TRE ANNI RISPARMI PER 450 MILIONI – UTILI IN FLESSIONE PER MONDADORI A 16 MILIONI - CRESCE MONDADORI FRANCE…

1 - MEDIASET CHIUDE IN ROSSO È LA PRIMA VOLTA NELLA SUA STORIA
Francesco Spini per "la Stampa"

Non era mai successo: Mediaset paga il crollo degli spot e chiude i conti in rosso. Nel terzo trimestre la perdita è di 88 milioni, nei nove mesi è di 45,4 milioni. Per fine anno «in assenza di significativi miglioramenti del mercato pubblicitario - segnala una nota del gruppo televisivo che fa capo alla famiglia di Silvio Berlusconi - si stima un risultato netto consolidato in linea con quello registrato nei primi nove mesi».

Ovvero, in rosso. Di fronte a tale prospettiva, il presidente Fedele Confalonieri e il vicepresidente esecutivo Pier Silvio Berlusconi corrono ai ripari. Potendo far poco sul fronte dei ricavi - se non sperare che il vento cambi - puntano sui costi. Varando un piano ancora più severo per il loro contenimento. Dopo aver già raggiunto - con due anni di anticipo sulla tabella di marcia - risparmi per 200 milioni, che a fine anno saranno 250, nel giro di tre anni contano di ridurre gli oneri di altri 200 milioni, portando la «spending review» di Cologno Monzese a un totale di 450 milioni.

Austerity piena, insomma: negli anni dell'espansione, con l'apertura di nuovi canali sul digitale terrestre, della pay tv si sono create inefficienze e duplicazioni di strutture che, dopo una prima pulizia, verranno ulteriormente razionalizzate. Niente sarà risparmiato, promettono dal Biscione. Anche i rinnovi dei contratti di star e starlette saranno oggetti di trattative serrate. L'allarme rosso è suonato. Per dire: nei nove mesi i ricavi sono calati a 2,65 miliardi contro i 3,04 dello stesso periodo di un anno fa, -12%. Il Mol scende da 1,26 miliardi a 944 milioni di euro.

Il punto è che non c'è più pubblicità, in Spagna come in Italia. Nei primi nove mesi Mediaset ha visto calare gli spot del 14,7%, la Rai del 17,2%. Solo Sky e La7 potevano dirsi soddisfatte con i rispettivi +7,7 e +7,2%. Potevano. Perché già a settembre la doccia è diventata fredda per tutti. Secondo i dati forniti da Nielsen il mercato tv in generale ha visto una contrazione pubblicitaria del 24,2%.

La Rai perde il 29,7% degli investimenti, Mediaset il 23,3%. Ma anche Sky vede scivolare via il 24,3%, La7 il 14%. Vacche magre per tutti, insomma. In attesa di stringere la cinghia un po' di più, in casa Mediaset aspettano Natale e fanno i conti. I ricavi degli spot in Italia si fermano a 1,65 miliardi , il fatturato della pay, ossia di Premium, resta inchiodato a 382,4 milioni, e comunque, osservano da Mediaset, «in controtendenza rispetto all'andamento negativo della pay tv per il calo costante dei consumi delle famiglie».

In Spagna, stesso film. Giù i ricavi, da 731,6 a 629,8 milioni: -14%. A livello di gruppo le azioni di risparmio fin qui intraprese portano l'indebitamento finanziario netto a calare da 1,775 a 1,636 miliardi di euro. Proprio il calo del debito è ora la priorità. Per questo «è troppo presto», spiega agli analisti il direttore finanziario Marco Giordani per dire se Mediaset distribuirà dividendi agli azionisti.

Secondo Giordani il focus è «sul rafforzamento della struttura patrimoniale ed è influenzato dal momento della raccolta pubblicitaria e dal contesto finanziario». Nessuna novità sulle ventilate ipotesi di partnership tra Mediaset e altri gruppi esteri nella pay tv: «Non c'è niente in concreta negoziazione e nulla accadrà nel breve termine».

2 - UTILI MONDADORI IN FLESSIONE A 16 MILIONI...
Carlo Festa per il "Sole 24 Ore"

Scende nei primi nove mesi dell'anno il fatturato e la redditività operativa del gruppo Mondadori. L'utile netto consolidato ha raggiunto 16,1 milioni (-63,5% sullo stesso periodo del 2011), mentre il margine operativo e il fatturato hanno toccato rispettivamente quota 63,1 milioni (-39,7%) e 1,028 miliardi (-7,5%).

Il risultato operativo del gruppo di Segrate è sceso a 44,6 milioni da 87,8 milioni, mentre l'indebitamento finanziario netto è aumentato a 346 milioni dai 335,4 milioni di fine 2011. Per l'ultimo trimestre del 2012 il gruppo editoriale conferma le previsioni già indicate nella semestrale di una redditività operativa inferiore all'anno passato. Non sono quindi visibili all'orizzonte segnali di inversione di tendenza, anche se l'azienda sta continuando a puntare sul miglioramento della qualità del prodotto, sullo sviluppo delle attività digitali e sul contenimento dei costi operativi.

Del resto, da inizio anno sono in discesa gli indicatori economici delle diverse aree del gruppo tra i confini nazionali. Il fatturato del comparto Libri si è attestato a 261,6 milioni, in calo del 6,7% rispetto ai 280,5 milioni dell'anno precedente. I ricavi nell'area periodici in Italia hanno toccato quota 298,6 milioni, in calo del 15% rispetto ai 351,1 milioni di euro dei primi nove mesi del 2011. Infine, Mondadori Pubblicità ha realizzato ricavi per 129,1 milioni, in diminuzione del 21,8% rispetto ai 165 milioni di euro del 2011.

Segnali positivi arrivano invece dalla Francia. Mondadori France ha chiuso i primi nove mesi del 2012 con un fatturato di 284,5 milioni, in crescita del 9,6% rispetto ai 259,6 milioni del 2011. Tuttavia a perimetro omogeneo (cioè escludendo gli effetti del cambiamento del metodo di consolidamento della joint-venture Editions Mondadori-Axel Springer) i ricavi avrebbero registrato un calo del 2,3 per cento. In particolare, si tiene stabile la redditività dei periodici transalpini. Il margine operativo lordo ha infatti evidenziato una crescita del 5,9% rispetto al 30 settembre 2011 raggiungendo i 27 milioni.

Altri segnali confortanti arrivano dalle attese, nei prossimi tre mesi, di una buona performance della divisione libri, grazie grazie ad alcuni bestsellers: cioè «L'inverno del mondo», secondo atteso romanzo della «The Century Trilogy» di Ken Follett con un lancio di 450.000 copie e il pieno effetto del successo della trilogia di E.L. James «Cinquanta sfumature», che ha venduto in poco più di tre mesi in Italia 2.400.000 copie e il cui slancio non sembra ancora finito.

 

 

videotimeAntenne MediasetSILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI NEGLI ANNI OTTANTA mediaset a cologno monzeseCOLOGNO MONZESELOGO MONDADORIPalazzo_MondadoriPUBLITALIA

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO