MI MANDA MANDELA – IL CAV SI SENTE IN GABBIA E CHIEDE PIÙ LIBERTÀ PER I COMIZI ELETTORALI MA LA PROCURA RISPONDE PICCHE – DOPO GLI ATTACCHI AI PM, C’È IL RISCHIO DOMICILIARI (UNA MANNA IN CAMPAGNA ELETTORALE)

Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

Silvio Berlusconi vuole di più. Non gli basta quello che ha già: lo sconto di 3 anni con l'indulto del 2006, la decurtazione di 45 giorni della liberazione anticipata e il beneficio della misura alternativa al carcere e alla detenzione domiciliare, ossia il cocktail che ha già ridotto a 10 mesi e 15 giorni di affidamento ai servizi sociali l'esecuzione dei 4 teorici anni di condanna inflittigli dalla Cassazione l'1 agosto 2013 per una frode fiscale da 368 milioni sui diritti tv Mediaset.

Si sente limitato e ristretto anche se può fare ciò che desidera dalle 6 alle 23 tutti i giorni a Milano, e il martedì-mercoledì-giovedì anche a Roma, e se deve solo impiegare 4 ore alla settimana nella casa per anziani a Cesano Boscone. Vuole di più. E per questo, a sorpresa, e nonostante le polemiche suscitate dalle sue esternazioni tv sul filo del rasoio rispetto alle prescrizioni alle quali è subordinata la prova, ha chiesto all'Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) e ai giudici di sorveglianza maggiori margini di manovra, anche fuori dalla Lombardia, per la sua campagna elettorale in vista delle Europee del 25 maggio.

E ha indicato un calendario di appuntamenti politici in città diverse da Milano e Roma ai quali vuole assolutamente essere presente, e ai quali dunque chiede di essere autorizzato a partecipare in parziale deroga alle prescrizioni che ha firmato ai fini dell'avvio del progetto rieducativo, di cui proprio ieri è andato a discutere con i dirigenti della «Sacra Famiglia» a Cesano Boscone.

Facile però da prevedere, in vista della decisione che nei prossimi giorni sarà adottata dal giudice di sorveglianza, il parere contrario della Procura generale: già nell'udienza in Tribunale per l'ammissione o meno ai servizi sociali, infatti, il pg Antonio Lamanna espose una linea più rigida soprattutto sulla problematica compatibilità tra il Berlusconi che chiede ai giudici di ottenere il beneficio e il Berlusconi che attacca la magistratura. Tema reso ancor più attuale da talune spericolate affermazioni tv del capo di Forza Italia sui suoi servizi sociali («ridicoli»), sulla sua sentenza di condanna («un colpo di Stato»), sul capo dello Stato («profondo rosso»).

Nonostante quello che auspicano sia i berlusconiani di rito ortodosso (per i quali sarebbe una manna l'arresto in campagna elettorale) sia gli avversari (che continuano a prescindere dal testo dell'ordinanza dei giudici), i confini restano appunto quelli disegnati dal Tribunale il 15 aprile: «Il condannato ha diritto di dichiararsi innocente o vittima di errore giudiziario», anche senza «manifestazioni di pentimento o autocritica» che se mai «attengono alla sfera intima», ma saranno ritenute in contraddizione con il progetto rieducativo sottoscritto da Berlusconi le «dichiarazioni offensive di spregio nei confronti della magistratura», o fuori «dall'ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni».

 

BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI BERLUSCONI BADANTE BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI SACRA FAMIGLIA DI CESANO BOSCONE jpegBERLUSCONI IN TRIBUNALE

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