sassicaia 2015 lauro

BEVI E GODI CON CRISTIANA LAURO – IL MIGLIORE VINO DEL MONDO E’ ITALIANO E SI CHIAMA 'SASSICAIA 2015' – LA CLASSIFICA DELL'AUTOREVOLE ‘WINE SPECTATOR’ – ANCHE IL MIGLIOR RISTORANTE DEL MONDO SI TROVA NEL NOSTRO PAESE: L’ENO-GASTRONOMIA TRICOLORE FA IL MAZZO A TUTTI QUANTI, FRANCIA COMPRESA…

Cristiana Lauro per Dagospia

 

sassicaia 2015 lauro

Il primo ristorante del mondo secondo la classifica più autorevole The 2018 World's 50 Best Restaurant è italiano, lo trovate a Modena (prenotate con un anno di anticipo) e si chiama Osteria Francescana. Ha ottenuto il riconoscimento per la seconda volta qualche mese fa, non era mai successo prima.

 

Il primo vino del mondo - la notizia è un po’ più fresca - secondo l’autorevole classifica, punto di riferimento riconosciuto ovunque Wine Spectator’s Top 100 Wines, è anch’esso italiano e si chiama Sassicaia 2015.

 

Luca Gardini con la sua commissione internazionale BIWA -  ma anche Doctor Wine - lo avevano già incoronato vincitore un paio di mesi fa. Anche la critica italiana quindi ci piglia. Uno dei più grandi palati italiani che si chiama Alex Bartoli, fa il sommelier da Cracco, si è formato da Pinchiorri a Firenze (fra le prime dieci cantine del mondo) e ha solo 23 anni, e mi fece provare Sassicaia 2015  qualche tempo fa. Il ragazzo disse questo: siamo davanti a un monumento. Fra i migliori riusciti al mondo. Quindi anche i giovani sommelier italiani la sanno lunga, non sono pizza e fichi.

 

L’Italia enogastronomica fa il mazzo a tutti quanti - Francia compresa - nonostante gli sforzi praticati l’altro giorno dalla Guida Michelin per mandarci a casa con un pugno di noccioline, dopo l’ultima edizione della guida rossa presentata a Parma che ha riconosciuto solo dieci Tre Stelle ai nostri ristoranti (zero Tre stelle a Milano, non sta né in cielo, né in terra). In pratica l’Italia ha dieci ristoranti con Tre Stelle Michelin, quanto la città di Parigi.

sassicaia 2015 lauro

 

E’ troppo forte, è obiettivamente stucchevole, il mio amore per questa bandiera o qualcosa non quadra?

Il nostro patrimonio enogastronomico andrebbe insegnato nella scuole, con un linguaggio semplice, una generosità divulgativa destinata a farsi comprendere, a diffondere la ricchezza vera di questo paese che non è il petrolio. O forse sì, il vino, i prodotti e la cucina sono il nostro petrolio. Difendiamolo e quotiamo alto il nostro petrolio.

 

Ecco i primi 5 più grandi vini del mondo:

  1. Sassicaia 2015
  2. Chateau Canon-la Gaffelier 2015
  3. Chianti Classico ris. 2015 Castello di Volpaia
  4. Rioja 890 Gran Reserva Seleccion Especial 2005 La Rioja Alta
  5. Dom Perignon Legacy Edition 2008

cristiana lauro

 

2. SASSICAIA 2015

Giorgio Dell'Orefice per www.ilsole24ore.com

 

Il Sassicaia 2015 è il miglior vino del mondo secondo Wine Spectator, la vera e propria “Bibbia” del mondo del vino. Quello che è considerato cioè una sorta di Nobel enoico è stato assegnato poche ore fa secondo la consueta usanza di svelare per diversi giorni consecutivi ognuna delle posizioni che compongono la Top Ten. Per il vino made in Italy la vera e propria ciliegina sulla torta visto che nel countdown dei giorni scorsi erano già spuntati all'ottavo posto il siciliano Etna Rosso (San Lorenzo) della Tenuta delle Terre Nere 2016 e poi in terza posizione il Chianti Classico riserva 2015 Castello di Volpaia.

 

Cominciano ad arrivare così importanti certificazioni per l'annata 2015 che da molti osservatori in Italia era stata definita già nei mesi immediatamente seguenti la raccolta tra le migliori degli ultimi anni di certo degli anni 2000. I produttori e in molte zone del Paese, sentirono immediatamente di aver portato in cantina uve di altissima qualità tanto che a fine 2015 un produttore di Amarone, Dario Tommasi lanciò una proposta provocatoria: l'intera produzione 2015 sarebbe dovuta essere destinata a riserva in modo da suggellare un'annata eccezionale.

 

CRISTIANA LAURO

Forse quella provocazione non era tanto campata in aria visto che la qualità del millesimo 2015 oggi, a distanza di qualche anno (anni che spesso nel caso dei vini premium sono richiesti dall'invecchiamento previsto dai disciplinari di produzione prima di essere messi in commercio) viene certificata anche dalla “Bibbia” del vino mondiale e cioè Wine Spectator. Ben due dei tre vini italiani inseriti nella top ten sono proprio del 2015.

 

Per il Sassicaia la vetta della classifica di Wine Spectator rappresenta una prima volta, solo nel 1991, con l'annata 1988, era infatti riuscito ad entrare in top 10 (fermandosi però alla posizione numero 5).

 

Mentre per il vino made in Italy non si tratta di una novità assoluta. L'ultimo a scalare il gradino più alto del podio (nel 2006) è stato il Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova di Casanova di Neri e andando a ritroso anche l'Ornellaia 1998 nel 2001 e il Solaia 1997 nel 2000. In tutto quattro vini, tutti toscani.

 

tortellini osteria francescana

Per il Sassicaia ancora un grande riconoscimento quindi. Un vino nato in maniera quasi casuale negli anni '40 nella Tenuta San Guido di Mario Incisa della Rocchetta a Bolgheri (in provincia di Livorno). Un'area che, pur essendo in una delle principali regioni vitivinicole italiane, la Toscana, fino ad allora non era conosciuta come area vocata alla viticoltura. La stessa azienda di Incisa della Rocchetta non era un'azienda vitivinicola ma nasceva come allevamento di cavalli e neanche di poco conto visto che in quella tenuta passò anche il celebre Ribot.

 

Il vino a Tenuta San Guido quindi arrivò più tardi e sulla scorta di un'intuizione di Mario Incisa della Rocchetta: quella di piantare e coltivare in quelle terre nel nord ovest della Toscana vitigni internazionali, bordolesi, come Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. “A lungo il Sassicaia è stato un vino prodotto solo per la famiglia – ha ricordato due anni fa a Vinitaly, Priscilla Incisa della Rocchetta nell'ambito di una degustazione dedicata alle ‘annate dimenticate' - era insomma il vino di casa e non veniva commercializzato”. Quella stessa degustazione a Vinitaly 2017 fu realizzata proprio per celebrare i 50 anni dal debutto sul mercato che avvenne solo nel 1967.

 

alex bartoli da cracco

Altra curiosità è che all'epoca del suo sbarco sul mercato, il Sassicaia non era neanche un vino Doc. La denominazione d'origine di Bolgheri viene infatti riconosciuta solo molti anni più tardi nel 1984. Tanto che tra gli addetti ai lavori si parla della Doc Bolgheri come la prima denominazione d'origine nata attorno a un'azienda, Tenuta San Guido appunto, che come tanti innovatori e non solo nel mondo del vino è riuscita poi a trainare con sé molti altri.

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)