BUSI, L’ALDISSIMO - CON “EL ESPECIALISTA DE BARCELONA”, TORNA AL ROMANZO DOPO DIECI ANNI E FA PIAZZA PULITA DEL MODO STESSO DI SCRIVERE UN ROMANZO - IL LIBRO È INCENTRATO SU UNO SCRITTORE CHE NON VUOLE SCRIVERLO, E CHE SE NE STA SEDUTO SULLA RAMBLA A PARLARE CON UNA FOGLIA DI PLATANO – LA RECENSIONE ENTUSIASTICA DI BARTEZZAGHI….

Stefano Bartezzaghi per "la Repubblica"

Business as usual; business is business. Alcuni detti inglesi fra i più famosi in materia di affari (il business, l'essere busy, occupati) si adattano bene anche allo scrittore in lingua italiana che meno sentiamo come "nostro", e forse più lo è (il Busi-ness: l'essere, umano, Busi). Business is business, Aldo Busi è sempre lui, as usual. Ma, poi, sappiamo davvero come è Busi?

La condizione di semi-sconosciuto potrebbe anche non dispiacergli del tutto, se nel libro con cui ritorna all'arte del romanzo (quasi inatteso, dopo dieci anni: oramai ci eravamo rassegnati) dedica una delle sue scene mentali più folgoranti ai rapporti fra sconosciuti e se, fra le scene non mentali e en plein air, una delle più emozionanti è quella di un ballo stradale fra sconosciuti. Il libro si intitola El especialista de Barcelona (dopo traversie note al lettore di Repubblica, lo pubblica in questi giorni Dalai, pagg. 374, euro 19).

Forse il titolo in lingua non italiana è dovuto anche a quel desiderio di distacco, di indifferenza fisiognomica e di anonimato che ne anima il narratore protagonista, in trasferta catalana dopo un avventuroso addio alla notorietà da ospite televisivo che ha inseguito e quindi fuggito in Italia. Andare dove nessuno ci conosce, venire ancora reclusi ed essere trattati da "cameriere italiano" (come accadeva nel Seminario della gioventù); finire fra intossicati da antidepressivi (torna l'indimenticabile "Koptacaz", già spacciato da Jasmine Belart in Vita standard di un venditore provvisorio di collant).

I lettori di Busi riconoscono spazi e situazioni, ma la gioventù è finita, il provvisorio ha cambiato vita, il Business, come al solito, è un altro. E qui sta il busillis.

Trama. Il protagonista del romanzo è lo scrittore che non vuole scriverlo. Sta seduto su una sedia sulla Rambla e si rivolge a una foglia di platano (che gli risponde).

Ha una storia da raccontare, a lei e al lettore. Però si dimentica i nomi delle persone, dei posti, perde il filo in continuazione, ora gli parte un'invettiva, ora si mette a cantare. E poi con questo "especialista" (di bizzarrie letterarie in portoghese) c'è stato o non c'è stato, e se ne viene trattato male perché rimane lì?

E noi lettori perché siamo qui, come d'autunno sugli alberi le foglie e d'inverno i petali sulle rose, visto che il narratore ci dice di aver scoperto gli arcani altarini della famiglia, delle conoscenze e del vicinato dell'especialista ma non ce li racconta (né a lei, la sua foglia o a noi, sui suoi fogli)? Lo farà, ma con comodo, con certi progressivi incrementi di ritmo somministrati come flebo.

Verso il finale darà poi le soluzioni dei suoi enigmi, tutte in una volta e in modo sbadato: come un interlocutore che non si ricordi che ciò che ora dà per risaputo è ciò su cui in passato ha ostentato di mantenere un segreto da giuramento solenne, e mortale. Le soluzioni sono sempre tanto inferiori, e fisiologiche, nei confronti della patologia degli enigmi...

Ma allora, se la vicenda sembra svolgersi sempre altrove (la seguiamo come se fosse in tv e il padrone di casa ci avesse invitato e continuasse a fare zapping, parlandoci oltretutto sopra) cosa avviene davvero in questo libro? Per parafrasare il precedente titolo dell'autore ci vogliono orecchi ben portati per la lingua, per prendere in carico, e dal lato buono, il giro sontuoso delle frasi, la sapiente costruzione in cui la cesellatura che stai ammirando è in realtà un'impalcatura.

Ancora più di nicchia sarà poi l'ammirato interesse per il flusso quasi placido con cui il discorso riesce a procedere mentre appena sotto la superficie lo agitano le correnti contrapposte di giochi di parole che mulinano due o tre linee di senso alla volta: «Io, por ejemplo, quando tento di cominciare qualcosa dicendo "io" divento subito pedante e barboso, non mi reggo io per primo [...]» (dove a ogni "io" corrisponde un livello di discorso diverso, con al loro posto tutte le anfibologie che collegano i tre livelli: por ejemplo).

Per non parlare poi del tormentone dei segni d'accento, tildi, umlaute, cediglie (per parole e nomi in castigliano, catalano, tedesco, portoghese...) sulla cui ardua reperibilità nella propria tastiera Busi continua a infiorettare giochi incidentali di irresistibile frivolezza.
Ci sono lo scandalo della lingua virtuosa e quello della lingua giocosa, non estranea al nonsense. Ma c'è anche lo scandalo classico di qualche scena di quelle che una volta si qualificavano "esplicite".

Poca roba, perché né il soft né l'hard sono mai davvero stati il core business di Busi. Quando c'è da dire di solidi e liquidi, certo, lo fa con franchezza: e si toglie così il pensiero. Giochini, "provocazioni", "trasgressioni", "io" alla seconda, terza, ennesima potenza. A chi lo consiglieresti, un libro così? mi ha chiesto un'amica tutt'altro che maldisposta.

La risposta è difficile, perché è innanzitutto difficile capire a chi questo libro è precluso. L'argomento di Busi è sempre quello a cui intitolò un suo romanzo intermedio: "Le persone normali". Il modo in cui ognuno giudica o non giudica sé e gli altri. La solitudine necessaria per capire; la penetrazione ottenuta solo dal distacco, i segreti rapporti tra norma e abnorme (A. B.. norme).

Busi è uno scrittore, ma nel suo caso la parola scrittore ha un senso diverso. I suoi lettori lo sono in un senso altrettanto speciale. La sintassi è lo strumento ottico che gli permette di vedere, riprendere, rappresentare. Quella potenza che fa di ogni sua cesellatura un'impalcatura (e viceversa), che tiene assieme i quattro sensi concorrenti di un suo calembour, che gli fa scattare il tono dal registro gongolante a quello morale dell'invettiva è la stessa potenza che fa testo di una vita.

«A meno che io non fossi io, ma io io lo sono stato in ogni istante della mia vita da quando me la dimentico e io io lo sono e non prevedo cambiamenti». A maggior riprova una delle frasi-grimaldello del romanzo è "Chi non muore si rivede", ed è grimaldello e non chiave perché di sensi ne ha tanti e di porte non ne apre una sola.

Questo rende il libro così difficile nel suo essere totalmente scorrevole e affabile; così duro, spigoloso, nel suo seduttivo propiziarsi la complicità del lettore; così perentorio nell'esigere che il lettore lo trasformi in un'esperienza personale e pressoché intima, partendo da esperienze ancor più personali del narratore (che oltretutto pare sempre sul punto di dirgli o dirle, come alla sua foglia: ma cosa vuoi? chi ti conosce? perché ti impicci?).

Non è letteratura priva di intrattenimento, quella di Busi. Ci diverte con le miserie della nostra mancanza di serietà; ci commuove con il rogo di tutti i nostri fazzoletti. Tanto è morbida e versatile la sua lingua quanto scabrose risultano le sue parole sulla pelle delle nostre delicate abitudini di anime belle letterarie.

Nulla di quanto scrive Busi potrebbe essere scritto, se non come lo scrive lui. E' il risultato di un talento, di una disciplina e di un'abnegazione fuori dall'ordinario; ma è anche quanto dà al lettore l'occasione di ritenerlo scostante, eccessivo, contingente, ripetitivo, narcisista. A quel lettore si vorrebbe assicurare che nello specchio che l'autore ci tende, dopo averlo usato, l'immagine di Busi non c'è più. O il lettore ci mette la propria o confermerà la prima metà dell'incipit della favola: "C'erano una volta gli altri". E, poiché non lo vorrà, non verrà a sapere che la letteratura di Busi è questa occasione per non morire, per rivedersi.

 

aldo busiBUSI per BAMSphotoaldo busi sbl69 aldo busialdo busi BARCELLONA placa catalunya A BARCELLONA 3 stefano bartezzaghi

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...