
“SONO UNA DONNA, MA AL TEMPO STESSO C’È ANCHE QUESTA MASCOLINITÀ CHE FA PARTE DI ME DA TUTTA LA VITA” – LA CANTANTE NEOZELANDESE LORDE ALLO STATO FLUIDO: “È FREQUENTE PER I VENTENNI RITROVARSI IMPROVVISAMENTE A NON CAPIRE CHE COSA STA ACCADENDO, MA MI SONO RESA CONTO CHE SI PUÒ PASSARE UN’INTERA VITA A NON SENTIRSI NEL PROPRIO CORPO” – “CREDO DI ESSERE STATA DESTINATA A ESSERE IN LOTTA CON LA MIA IMMAGINE ANCHE PERCHÉ…”
Estratto dell’articolo di Barbara Visentin per il “Corriere della Sera”
[…] Lorde emana un fascino quasi alieno, amplificato dall’accento neozelandese. Eppure la cantautrice 28enne non è mai stata tanto umana, carnale e corporea come in «Virgin», il suo quarto album, da lei descritto come una rinascita, in uscita venerdì.
Da cosa è scaturita questa rinascita?
«Ho deciso che avevo bisogno di entrare pienamente dentro al mio corpo. Credo sia frequente per i ventenni ritrovarsi improvvisamente a non capire che cosa sta accadendo, ma mi sono resa conto che si può passare un’intera vita a non sentirsi nel proprio corpo e ho deciso che invece volevo sentire tutto. Ci sono stati tanti zigzag per arrivarci, i problemi che avevo con la mia immagine erano un drago da decapitare, decidendo di vedermi bella in qualsiasi forma e taglia. E poi ho anche percepito che il mio gender si allargava e mutava».
Nel nuovo singolo «Hammer» dice: «Alcuni giorni sono una donna, altri sono un uomo». Cosa intende?
«Semplicemente che sono una donna, ma al tempo stesso c’è anche questa mascolinità molto reale che fa parte di me da tutta la vita. Se ripenso alla me che tutti hanno conosciuto quando avevo 16 anni con “Royals”, ero spesso in abiti maschili e c’era una qualità androgina in me. Non credo sia una grande sorpresa, è soltanto ciò che sono».
Il disco si chiama «Virgin» e in copertina c’è la radiografia del suo bacino dove si vede la spirale anticoncezionale: un paradosso?
«La parola vergine ha varie accezioni e direi che quella della purezza sessuale era l’ultima della mia lista, visto che il disco racconta di una donna che si diverte parecchio. Cercavo più una metafora della sensazione di rinascita che stavo vivendo, della vulnerabilità, del sentirmi nuova e arrivare a una versione essenziale di me, in cui mi spoglio di tutto. Ho trovato bellissimo il mio ritratto in cui si vedono le ossa del bacino, i jeans e la cintura, e poi si vede anche questa tecnologia che mi permette di essere una donna completamente libera».
[…] Diventare famosa a 16 anni ha acuito i problemi con la sua immagine?
«Non credo di aver subito pressioni fuori dall’ordinario, penso solo che sia abbastanza difficile essere una donna, punto. Si ha a che fare con standard sempre e comunque patriarcali e poi credo di essere stata algoritmicamente destinata a essere in lotta con la mia immagine anche perché le tecnologie che usiamo sono una lente di ingrandimento che amplifica il senso di inadeguatezza delle giovani donne».
[…] Non teme che tecnologia o AI sostituiranno gli artisti?
«Non potrei fare la mia musica senza la tecnologia e penso che continuerà ad esserci una conversazione artistica fra le persone e le macchine». […]
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