CIAK, CI GIRA – IL CINEMA È IN CRISI MA I SOLDI PUBBLICI VANNO SOLO AI SOLITI NOTI AMMAZZA-BOTTEGHINO (OLMI, BELLOCCHIO E CRISTINA COMENCINI) - NESSUN AIUTO A CHI NE AVREBBE BISOGNO - PURE IL FILM DI VELTRONI DIVENTA “DI INTERESSE CULTURALE”

Pedro Armocida per ‘Il Giornale'

C'è tutto il cinema più importante e istituzionale nelle delibere di finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali, e ora anche del turismo, appena rese note dalla Direzione generale per il Cinema.

Ci sono i nostri più grandi e indiscutibili registi: Ermanno Olmi che per 14-18 Cumm'è bella 'a montagna stanotte arriva primo nella classifica dettata dai complessi meccanismi del reference system e prende il contributo di 800mila euro, proprio come Paolo e Vittorio Taviani per il loro Meraviglioso Boccaccio, va ancora meglio con la cifra tonda di un milione a Matteo Garrone alle prese con Il racconto dei racconti ispirato da Giambattista Basile, Marco Bellocchio riceve 400mila euro per La prigione di Bobbio e Saverio Costanzo 250mila per Hungry Hearts.

Ci sono poi Michele Placido che per La scelta ne ottiene 400mila, Francesca Archibugi 500mila per Il nome del figlio, Cristina Comencini 400mila per Latin lover e Carlo Verdone 300mila per Sotto a una buona stella con la strana postilla - excusatio non petita - «finalizzato a distribuzione».

Come a dire: diamo una mano alla Filmauro di Aurelio De Laurentiis per portare nelle sale il film di uno degli attori e registi più amati dal pubblico. E qui iniziano i dolori. Perché, se deve esistere un sostegno statale al settore cinematografico, quando si leggono d'emblée queste liste non si può fare a meno di chiedersi, ad esempio, se c'era proprio bisogno di dare 350mila euro ad Abel Ferrara per Pasolini che ha come attore la star Willem Dafoe.

Speriamo almeno che mantenga la promessa: «Farò il nome di chi lo ha assassinato». In realtà quello che abbiamo davanti è un sistema di finanziamenti statali trasparente che però, anche per i suoi diabolici automatismi, premia chi è già premiato, non aiuta, se non in maniera residuale, nuovi autori e violenta anche la lingua italiana attribuendo la qualifica di «interesse culturale» a tutti e a tutto. Perché se non chiedi una sovvenzione è quasi automatico che ti diano questo bollino foriero di sgravi fiscali in fase di distribuzione.

È successo nella sezione opere prime a Diego Bianchi, alias Zoro nel televisivo Gazebo, per il suo Arance e martello, e all'esordiente - incredibile ma vero - Walter Veltroni che si dà alla regia con Quando c'era Berlinguer (in realtà pare che in un primo momento - per un errore di compilazione della domanda - fosse stato chiesto anche il contributo economico).

Così, se Margherita di Nanni Moretti - anche al più critico - appare appropriato come film di «interesse culturale», qualche dubbio semantico - detto con tutto il rispetto per i film - viene per progetti come Sapore di te di Carlo Vanzina, Un matrimonio da favola di Enrico Vanzina, Un boss in salotto di Luca Miniero, Indovina chi viene a Natale? di Fausto Brizzi, Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese, Soap opera di Alessandro Genovesi, ...E fuori nevica di Vincenzo Salemme. L'ironia della sorte vuole che automaticamente ai film d'interesse culturale venga poi attribuita anche la qualifica «d'essai», termine che secondo la Treccani sta per «produzione e rappresentazione di film di notevole valore artistico e culturale».

E qui siamo al comico che è peraltro il genere a cui questi film appartengono. Almeno c'è un po' di coerenza. Sfugge poi la ratio di alcuni contributi oversize come quello di 900mila Ferzan Ozpetek per Allacciate le cinture quando poi vengono tenuti fuori autori interessanti come Davide Marengo, Alessandro Piva, Davide Barletti e Lorenzo Conte, Angelo Orlando. L'eccezione che conferma la regola sono i 100mila euro per 87 ore alla talentuosa Costanza Quatriglio.

Tecnicamente i contributi vengono dati anche in rapporto al costo stimato del film, per questo Renzo Martinelli è stato rinviato più volte dalla commissione per la richiesta troppo alta di contributo prima di ottenere 350mila euro per The Missing Paper, però la verità è che a fronte di risorse economiche sempre meno significative il Ministero ha scelto di dare più soldi a un numero ristretto di grossi progetti che andranno sicuramente in porto. Così facendo nessuno rischia quasi più niente, lo Stato e i produttori. E, soprattutto, nessuno aiuta i più fragili - finanziariamente - a emergere. È questa la strada giusta?

 

 

MARINA CICOGNA E FERZAN OZPETEK FERZAN OZPETEK ERMANNO OLMI ERMANNO OLMI ETTORE BERNABEI VELTRONI E DALEMA Marco Bellocchio cristina comencini RENZO MARTINELLI - 11 SETTEMBRE 1683 - MARCO D'AVANZO SETNanni Moretti Nutella

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…