franca valeri

FATTO 100, SE N’È ANDATA L’ULTIMA GRANDE ARTISTA: È MORTA FRANCA VALERI - L'ULTIMA INTERVISTA AD ALDO CAZZULLO: “HO VISTO IL DUCE A PIAZZALE LORETO E NON HO PROVATO NESSUNA PIETÀ. PER ME LA GIOVINEZZA INCOMINCIÒ IL 25 APRILE: UNA GIOVINEZZA TARDIVA, MA BELLA. IN QUELL’ITALIA TUTTO PAREVA POSSIBILE” – “CON ALBERTO SORDI SUL SET STAVAMO BENISSIMO; NELLA VITA NORMALE NON CI SENTIVAMO MAI. CON TOTÒ PARLAVAMO DI CANI. E FELLINI…” – “LA MORTE? VOGLIO PROPRIO VEDERE COSA C’È DALL’ALTRA PARTE”

 

 

sophia loren franca valeri il segno di venere

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera

 

Franca Valeri abita a Roma, in campagna. Non è una contraddizione: la sua casa è l’ultima di una traversa della via Flaminia antica; dopo cominciano i prati. Alle sue spalle, le foto di un secolo italiano: Franca bambina, e Franca novantenne abbracciata a Sophia Loren; «scrissi un film su due sorelle, e lo portai a Carlo Ponti.

 

Rispose: “Bella trama, perfetta per Sophia, ma tu e lei siete troppo diverse per fare le sorelle. Diventerete cugine. Una cugina napoletana e una milanese: si può fare”. Nacque così Il segno di Venere».

 

franca valeri le signorine dello 04

La pelle è fresca, quasi senza rughe. «I denti sono tutti miei. Merito di papà: era ossessionato dai denti, temeva che avessi la bocca troppo larga, e mi mandava ogni mese dal dentista, che lo tranquillizzava: «La gh’ha i orecc che la ferma».

 

Sul tavolo, accanto al pianoforte che suonava fino a poco tempo fa, ha la copertina de La Ferrarina-Taverna, la sua commedia inedita in uscita da Einaudi, e le bozze del libro che La Tartaruga pubblica per il suo centenario, e raccoglie tutte le sue opere teatrali: un pezzo di storia del nostro Paese.

 

franca valeri sordi

C’è «La vedova Socrate», che Lella Costa porterà al festival di Siracusa e — il 31 luglio, la sera del centesimo compleanno di Franca — al Piccolo di Milano. E c’è «Non tutto è risolto», dove la protagonista torna nella vecchia casa, rivede la stufa, simbolo del passato, ritrova un figlio che forse non è davvero suo, presagisce qualcosa di irrisolto, finché non spunta una sedia a rotelle...

 

Oggi Franca Valeri è davvero sulla sedia a rotelle. Tre anni fa è caduta, si è rotta otto costole, e da allora non si alza più. È sempre lucida, ma le parole non sgorgano più spontanee; vanno distillate una a una. La aiuta a ricordare la figlia adottiva, Stefania Bonfadelli: la cantante lirica che a 17 anni vinse il concorso inventato da Franca insieme con il compagno di allora, il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi.

franca valeri

 

Signora Valeri, qual è il suo primo ricordo? «Mio nonno Giulio che mi porta una torta. Ma io detestavo le torte. Continuavano a regalarmi dolci che non mi piacevano. Nonna Francesca invece mi regalava le bambole. Ma non mi piacevano neppure le bambole. Le chiudevo tutte in un cassettone».

 

Stamattina la Valeri ha uno scialle rosso sulle spalle, nonostante faccia caldo, e una piccola stella di David al collo. Stefania gliel’ha portata da Gerusalemme e da dieci anni non la toglie più.

 

«Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento più brutto della mia vita».

stefania bonfadelli

 

Non poter più andare a scuola, non poter più andare a teatro. «Preparai l’esame a casa, da privatista. Prima andavo al Parini. Provai a dare l’esame al Manzoni, sperando che non se ne accorgessero. Non se ne accorsero. L’Italia è sempre stata un po’ inefficiente».

 

Qualche giorno prima della guerra il padre di Franca — Luigi Norsa, ingegnere alla Breda — e il fratello Giulio fuggono in Svizzera, con i gioielli di famiglia cuciti nel cappotto: li avrebbero venduti per sopravvivere. Lei resta con la madre, che è cattolica: il padre pensa che non correrà pericoli. Ma quando arrivano i nazisti, Franca si deve nascondere. «Per passare il tempo leggevo la Recherche di Proust. Senza la guerra forse non sarei mai riuscita a finirla».

 

franca valeri

Un funzionario dell’anagrafe le procura una carta di identità con il cognome della madre, Pernetta. Per qualche tempo vive in una casa di via Mozart bombardata, dove trovano rifugio altre persone braccate.

 

Tra loro c’è una ragazza che si è appena sposata. Poi Franca cerca riparo in casa di amici; «in via Mozart avevo lasciato i gatti. Così ogni tanto andavo a trovarli. Uno era nero e l’altro tigrato, si chiamavano Mignina e Milù».

 

 

 

 

franca valeri e marcello mastroianni il bigamo

Di solito il cancello era chiuso; ma quel giorno è aperto. Franca ha un’intuizione, non entra, si nasconde, e assiste alla scena: dalla casa di via Mozart escono i tedeschi, trascinando dietro i prigionieri, tra cui la sposina ebrea.

 

È una storia che le costa molto dolore ricordare. Dalla gola le esce come un gemito: «Poverinaaaa!». Perché la giovane sposa fu portata ad Auschwitz, e non è mai tornata.

FRANCA VALERI TOTO

 

Anche per questo Franca Valeri andò a guardare i cadaveri del Duce e della Petacci appesi a testa in giù a piazzale Loreto. «Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo».

Mussolini Petacci scaricati a piazzale Loreto

 

«Per me la giovinezza incominciò il 25 aprile: una giovinezza tardiva. Ma è stata bella. In quell’Italia tutto pareva possibile». Il padre le aveva fatto studiare francese e inglese; cosi va a lavorare al comando americano, come interprete. Il ricordo più bello è il ritorno del papà dalla Svizzera: il citofono che suona, il trambusto sulle scale, la corsa gli uni incontro agli altri, le due donne che scendono, i due uomini che salgono, il volto del fratello Giulio, poi quello del padre.

 

franca valeri rinaldi

«Non vedevo l’ora che tornasse per dirgli che volevo fare l’attrice. Ovviamente, papà era contrario. Sperava che passassi la vita a dipingere».

 

Lei parte lo stesso per Roma. Si impegna ancor di più, per convincere il padre, che adora. Siccome lui non vuol saperne di vedere il proprio cognome sulle locandine dei teatri, lo cambia: non sarà Franca Norsa ma Franca Valeri, come il poeta francese.

 

All’Accademia di arte drammatica non è ammessa; in compenso alla stazione Termini conosce il futuro marito, Vittorio Caprioli. Ma quando lui parte per Parigi, con il suo amico Luciano Salce, lei deve rimanere a casa. Si rifarà più tardi, recitando a teatro in francese, e inventando il personaggio della signorina snob.

franca valeri

 

Nelle vecchie interviste Franca racconta di non essere mai stata gelosa. Ora fa capire che non è andata proprio così. È che i rapporti tra i sessi un tempo erano diversi: «Non sono mai stata femminista, semmai maschilista» sorride.

 

Però poche hanno fatto quanto lei per la causa delle donne. È stata attrice, regista, sceneggiatrice, commediografa, scrittrice. «Sono anche diventata un’icona gay, anche se non ho mai capito perché. Ma sono fiera di esserlo».

 

Ogni tanto qualcuno mette in rete una sua imitazione della Valeri, con parrucche e tutto. Lei li considera omaggi. Il teatro, il cinema, la radio, la tv sono stati una grande avventura, che l’hanno portata accanto ai talenti dello spettacolo italiano: Giorgio Strehler — «un genio» —, Federico Fellini — «quanto l’ho fatto ridere con il personaggio della coreografa ungherese!» —, Eduardo — «tutti ne parlavano male ma con me era molto gentile» —, Alberto Sordi: «Siamo diventati amici girando Il vedovo. Sul set stavamo benissimo; nella vita normale non ci sentivamo mai, se non per gli auguri di compleanno: era nato un mese e mezzo prima di me. Non è vero che fosse tirchio, con lui non ho mai dovuto mettere mano alla borsetta... Ricordo quando firmai la regia de La strana coppia, con Monica Vitti e Rossella Falck; Alberto venne alla prima, ci abbracciammo».

 

 

franca valeri il bigamo

Indimenticabile il necrologio che in morte di Sordi dettò al Corriere: «Ciao, Cretinetti. Franca Valeri, Milano».

 

Un rapporto speciale si era creato con altri due grandi. Tra gli attori, «Vittorio De Sica era l’amico più caro». Ma anche con Totò, notoriamente un carattere non facile, Franca aveva un punto di contatto: «I cani. Parlavamo di cani. Li ho sempre amati tanto. Lui ne aveva moltissimi, forse duecento...».

 

Per casa oggi gironzola Aroldo IV, detto Rorò: è il quarto King Charles della dinastia, nome scelto non in onore di Aroldo Tieri ma dell’opera di Verdi. Convive senza screzi con una gatta, Cocò. Nella villa di campagna, a Trevignano romano, ci sono cinque cani. Altri quattordici, accuditi da volontari, vivono nel rifugio aperto dalla Valeri con la figlia.

 

franca valeri alberto sordi piccola posta

Una grande amica, racconta, è stata Maria Callas. «L’ho incontrata a Ischia. Era ancora sposata con Meneghini, prima dell’incontro con Onassis. Ma era già magra: mangiava pochissimo, solo carne cruda e insalata scondita. Stava studiando Anna Bolena che doveva portare alla Scala, era molto preoccupata di non sfigurare. Insieme abbiamo fatto la giuria di un concorso di bellezza... Poi preparò la Traviata con Visconti. Era una donna di grande volontà».

 

La musica leggera l’ha amata meno: una volta a Bologna Lucio Dalla gli si prostrò davanti, ma la Valeri non lo riconobbe: «Chi è quel tipo in pigiama?».

 

franca valeri peppino de filippo le signorine dello 04

A Parigi però aveva conosciuto Edith Piaf: Franca andò a un suo concerto, Edith venne a vedere lei alla Comédie Française. I giorni della pandemia sono scivolati lievi nella sua vita. Le abitudini non sono cambiate. I telegiornali non li ha visti: da anni in tv guarda solo la prima della Scala. «Vorrei tanto tornare un’ultima volta all’opera. Il mio sogno sarebbe rivedere ancora la Bohème».

franca valeri e alberto sordi piccola posta

 

Le notizie sono arrivate attutite: una brutta influenza, che ha colpito soprattutto la sua Lombardia. «È dal dopoguerra che abito a Roma, ma non ho mai perso l’accento milanese»; ora il volto di Franca si apre in un abbozzo di sorriso: «Milano è sempre stata meravigliosa».

 

franca valeri de filippo

Ha anche una nipotina, Lavinia, figlia di Stefania, che protegge dalle sgridate della madre. Una vita così lunga, spiega, è stata una sorta di risarcimento, per quello che ha sofferto da ragazza.

 

Spunta una lacrima dagli occhi acquosi di Franca Valeri. È il segno che l’incontro è finito. E questa casa costruita dove finisce la grande città sembra il luogo appropriato per una persona giunta — con serenità — ad affacciarsi sull’orlo dello spavento supremo, del grande mistero.

 

La Valeri non crede in Dio, ma ogni tanto recita una preghiera ebraica. Alla morte cerca di non pensare; ma a cent’anni è difficile non farlo. Qualche volta prevale la paura, qualche altra la curiosità. Perché «voglio proprio vedere cosa c’è dall’altra parte».

franca valerifranca valeriFranca Valeri la signorina snob diventa dottoressa honoris causa FRANCA VALERIfranca valeri 1franca valeri 3FRANCA VALERI 2franca valeri gassmannfranca valeri urbano barberini – possessofranca valeri guzzantifranca valeri manfredifranca valeri littizzettofranca valeri magnanifranca valeri gli onorevolifranca valeri merlinifranca valeri e ninetto davoliFRANCA VALERIfranca valeri festeggia il suo 98esimo compleannofranca valeri parigi o carafranca valeri franca valeripino strabioli franca valerifranca valeri il segno di venere franca valeri alberto sordi franca valeri parigi o carafranca valeri archivio riccardi franca valeri parigi o cara 1mario carotenuto franca valerifranca valeri walter chiarifranca valeri il segno di venerefranca valeri 1franca valeri alberto sordifranca valeri sordisophia loren franca valeri il segno di veneresophia loren franca valeri il segno di venerefranca valeri 2franca valeri parigi o cara franca valeri gli onorevoli 1franca valeri parigi o carasophia loren franca valeri il segno di venere 1franca valeri e alberto sordi piccola postaalberto sordi e franca valeri franca valeri alberto sordi piccola postafranca valeri coverfranca valeri gli onorevoli 2franca valeri piccola posta

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)