michel foucault

COME IL SESSO DIVENTÒ POTERE - A 30 ANNI DALL'ULTIMO VOLUME DELLA 'STORIA DELLA SESSUALITÀ' DI FOUCAULT ESCE PER FELTRINELLI "LE CONFESSIONI DELLA CARNE". L’INTERESSE PER IL SESSO E LE SUE PROIBIZIONI (IMPOSTE DALLA CHIESA MA CHE ERANO GIÀ NEL MONDO PAGANO) SCATURIVA ANCHE DALL’ESPERIENZA PERSONALE: FOUCAULT EBBE INNUMEREVOLI RELAZIONI OCCASIONALI MA FU PROFONDAMENTE LEGATO AL SUO COMPAGNO PER 25 ANNI...

Massimiliano Panarari per “la Stampa”

 

michel foucault

Allo studio delle metamorfosi della concezione del sesso in Occidente è stato dedicato uno dei cantieri concettuali più significativi dell' opera di Michel Foucault. Originariamente il filosofo lo aveva pensato come uno studio di quello che considerava il dispositivo biopolitico della sessualità nell' età moderna (tra Cinque e Ottocento), per poi scegliere, invece, di fare una genealogia storica del «soggetto desiderante» attraverso l' analisi di alcuni testi paradigmatici della cultura greco-romana. Un cantiere aperto, ma rimasto incompiuto per la sua morte prematura nel 1984.

 

Da poco è uscito anche in italiano Le confessioni della carne (Feltrinelli, pp. 426, 29), il quarto volume della sua incompleta Storia della sessualità (la cui pubblicazione era iniziata nel 1976), che dall' universo classico greco-romano trasporta il lettore al mondo cristiano. Un volume che era «quasi pronto», ma non ultimato, appena uscito dall' archivio di Gallimard, dopo oltre un trentennio di interruzione della pubblicazione dei suoi testi che erano rimasti inediti. E un' esperienza intellettuale affascinante, come tutti i lavori foucaultiani.

 

Il filo conduttore rimane, in uno scenario temporale successivo, il medesimo dei libri precedenti di questa progettata opera in più volumi, giustappunto i processi di costituzione del soggetto nell' antichità.

 

michel foucault cover

Seguiti e ricostruiti in queste pagine, passo per passo, con la rilettura dei Padri del cristianesimo dei primi secoli (dal II al IV d. C.) mediante un approccio ermeneutico (ma di matrice «decostruttiva e decostruzionistica», per così dire).

 

Pure in questo libro vediamo così in azione il Foucault del confronto serrato, tra generalogia e archeologia dei saperi, con libri e pensieri nei quali ravvisava la strutturazione di una dottrina e di un apparato di precetti che riorientavano e piegavano la libertà degli individui.

 

In alcune sue lezioni al Collège de France del febbraio 1978, il filosofo aveva cominciato a delineare le specificità del contesto della «governamentalità pastorale», fondata su una serie di «atti di verità» (prevalentemente intorno a se stessi), che si articolavano attraverso un ventaglio di pratiche di obbedienza. È la prospettiva che guiderà i suoi appunti e le sue note confluiti in maniera quasi organica in questo IV volume della Storia della sessualità.

 

michel foucault

Grazie alla quale metteva in luce il processo di traslazione per certi aspetti senza soluzione di continuità nei Padri della Chiesa di tutta una precettistica che proveniva dal paganesimo. Che nei primi due secoli dell' era cristiana finisce per venire assoggettata, per l' appunto, a una governamentalità di tipo pubblico.

 

Per i filosofi greci e romani, che l' avevano inizialmente elaborata, rimaneva prevalentemente destinata all' arte del vivere e alle «tecniche del sé» del singolo. La decostruzione foucaultiana era così approdata alla sovversione di una convinzione molto radicata: quella di una morale dominante di tolleranza nei riguardi della diversità delle condotte sessuali nell' età antica.

 

Per mezzo dell' ermeneutica testuale delle «confessioni della carne», il celebre professore di Storia dei sistemi di pensiero al Collège de France evidenziò invece come le radici dell' idea della sessualità per fini procreativi, del divieto dell' omosessualità e dell' esaltazione della temperanza (e, quindi, della continenza) si trovino nelle scuole e nelle sette filosofiche greco-romane, e specialmente nello stoicismo.

 

michel foucault

Le regole della carne, dunque, vengono già codificate dalla filosofia antica, ma la sua disciplina dell' esistenza si svolge in un quadro razionalistico e di formazione spirituale volontaria, che il cristianesimo avrebbe definito di libero arbitrio. E l' individuo, quindi, non era affatto obbligato a sottoporvisi, mentre la patristica convertì queste tecnologie del sé, sulla base dell'«antropologia negativa» di san Paolo - secondo cui la malvagità, di fatto, alberga dentro di noi e, di conseguenza, l' annullamento del piacere diventa la strada esclusiva per contrastarla - nel pilastro dell'«arte di vivere cristianamente».

 

Edificata sulla dimensione pubblica della sorveglianza e sulla figura del pastore come consigliere spirituale al quale rendere conto di ogni aspetto della sfera privata, attraverso la definizione di pratiche e regole (dal battesimo alla penitenza) che configureranno un «regime», come lo chiama Foucault sulla scorta dei medici antichi, da seguire strettamente.

 

Così il cristianesimo - prima religione del mondo antico a generare una Chiesa, come sottolinea il filosofo francese - darà vita alla disciplina penitenziale e quella dell' ascesi monastica, che orienteranno fortissimamente il soggetto occidentale stabilendo un collegamento tra il concetto di male e quello di verità.

 

michel foucault

Qui si colloca anche la nuova morale sessuale cristiana, frutto della giustapposizione e stratificazione di una certa trattatistica (dimenticata) dei primi secoli, che va dalla dottrina del matrimonio di Clemente di Alessandria all' arte cristiana della verginità (di san Cipriano e dei vescovi Basilio di Ancira e Metodio di Olimpo), fino alla categorizzazione della libido da parte di sant' Agostino.

 

MICHEL FOUCAULT

E, in particolare, in Clemente Alessandrino, il filosofo individuava i due ambiti principali destinati a indirizzare l' etica cristiana: il tema della verginità e quello della concupiscenza. Ed è come se, ci fa leggere in controluce Foucault, il cristianesimo avesse inventato il soggetto dell' inconscio, tanto distante da quello sempre presente a sé che aveva voluto costruire l' amatissimo universo culturale tardopagano.

michel foucault

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…