marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

franco maresco 3

Nella puntata di Report in onda domenica sera dedicata a Berlusconi, a Dell’Utri e ai rapporti fra la mafia e la politica, vedremo parti di una lunga intervista in gran parte inedita che Marcello Dell’Utri rilasciò a Franco Maresco e venne in piccola parte utilizzata nel suo film “Belluscone. Una storia siciliana” del 2014, documentario capolavoro che raccontava l’Italia e il culto di Berlusconi più di tanti talk show inutili che vediamo ogni sera in tv.

 

Il film vinse un Gran Premio della Giuria a Venezia e il David di Donatello per il documentario. Premi che Franco non andò a ritirare. Oggi Franco sta ancora al montaggio del suo ultimo film, in qualche modo dedicato a Carmelo Bene, dal titolo ancora indeciso, “Un film fatto per Bene”/”Tutto è Bene quel che finisce male”/”Bene o male” e alterna lunghe notte al montaggio con serate a tema dedicate al jazz al Teatro Santa Cecilia di Palermo per la Fondazione Brass Group. Martedì, ad esempio, sarà la volta dei rapporti fra Jazz e Sicilia.

 

 

Franco, cosa vedremo domani sera a “Report”?

Marcello Dell Utri in BELLUSCONE - DI FRANCO MARESCO - 2

Alcuni minuti inediti di un’intervista che feci a Marcello Dell’Utri per “Belluscone”, che ho ritrovato. Ne ho più di un’ora.

 

Bella?

A un certo punto, parlando del processo, non era ancora stato condannato a sette anni, gli chiedo: “Lei è preoccupato? Qual è il suo stato d’animo per la sentenza?”. Mi risponde: “Preoccupato no… Ho un certo timore e non… tremore”. Gli dico allora: “Ah, lei cita Kierkegard”. Lui mi guarda, fa una pausa, con dei tempi comici perfetti. E mi risponde: “Questo lo dice lei”. Senza nominare Kierkegard.

 

Lo trovai un uomo di una ironia strepitosa. Era un appassionato di Cinico TV, anche se talvolta, mi disse, lo trovava un po’ greve. Su Berlusconi, il caso Mangano, chiaramente sapevo bene che non mi avrebbe mai detto qualcosa. Ma l’elemento importante che veniva fuori dall’intervista era la Palermitudine.

 

Mi spieghi cosa intendi per Palermitudine.

franco maresco 4

Dell’Utri in quell’intervista parlava da palermitano. Dicendo certe cose ma intendendone altre. Ti faccio un esempio. Dell’Utri aveva un fratello gemello col quale fondò la Bacigalupo, una squadra di calcio di dilettanti, seguiti sia dalla borghesia palermitano, ci giovava Pietro Grasso, sia i canazzi di bancata, cioè gli scannati… i monellacci estremi… Era una squadra molto seguita a Palermo. E all’epoca dell’inchiesta sui rapporti fra Mangano, Berlusconi e Dell’Urtri venne fuori che intorno al campo c’erano uomini di mafia.

 

Così, chiesi ai superstiti della squadra che tipo fosse Dell’Utri. Tutti mi guardarono e alla mia domanda su una sua possibile collusione mi dissero “No… Era una persona esemplare… negli spogliatoi ci faceva il ripasso di storia, di geografia… ne possiamo solo dire bene”. Però mentre mi parlavano con lo sguardo, con l’espressione degli occhi, una cosa che solo i palermitani possono capire e vedere, mi dicevano il contrario.

Marcello Dell Utri in BELLUSCONE - DI FRANCO MARESCO - 1

 

Questa è la Palermitudine. Il modo di guardare dei palermitani, di muovere gli occhi di una certa generazione, che è anche la mia, è unico. C’è una grande ironia. Io sapevo che chi mi parlava sapeva che io sapevo… E’ qualcosa che solo i palermitani fino a una certa generazione possono capire.

 

E oggi?

Oggi non esiste più. E’ sparito un mondo. La globalizzazione, internet, i social hanno cambiato tutto. Un palermitano non può più provare rispetto, che so… a un danese che arriva a Palermo la prima volta, lo stesso stupore di allora. E’ tutto globalizzato. Allora c’erano i quartieri coi santi del quartiere, le famiglie mafiose del quartiere. E altri modelli di comunicazione. Noi storicamente siamo sempre stati sottomessi. Abbiamo dovuto inventarci un linguaggio criptico. Un linguaggio alternativo.

 

roberto d'agostino marco giusti (2)

Tutto fatto di codici nostri. Dire una cosa che ne vuole dire un’altra. Nel mondo di Elon Musk tutto questo scompare. Dagli spagnoli abbiamo ereditato l’annacata, che vuol dire il sentirsi tronfi, camminare nella via principale di Palermo pieni di sé, spavaldi, e avere accanto i vassalli. Questa cosa era visibile anche nel nostro cinema comico, dei film di Franco e Ciccio, di Lando Buzzanca. Ma non esiste più. Queste cose non le trovi nel cinema di Ficarra e Picone.

 

Cosa abbiamo oggi?

Il camillerismo. Roberto Andò ha detto che il 2025, anno del centenario della nascita di Andrea Camiilleri, sarà il suo anno. Si diranno cose illuminanti su di lui e sul suo linguaggio. Camilleri mi faceva molta simpatia. Aveva questa forma di girgentismo nel raccontare… ma non ho mai ritenuto che fosse un grande scrittore. E’ stato, sì, un grande divulgatore di cose siciliane. Ma non ha inventato un linguaggio. Come si dice. Chi ha inventato un nuovo linguaggio siciliano è stato il poeta Franco Scaldati, che aveva un linguaggio solo apparentemente più difficile.

 

marcello dell utri foto lapresse

Certo, Camilleri è più facile. E porta alla Sicilia da cartolina, al buonismo camilleriano che vediamo oggi ovunque. Ma la Sicilia è una cosa seria, difficile. Falcone, prima di morire, in un’intervista a Marcelle Padovani, lo disse. La Sicilia è un mondo a parte, è difficile capirla. Oggi è stata banalizzata da tutte queste fiction che hanno come sfondo proprio il camillerismo. In maniera così opprimente al punto da banalizzare persino lo stesso Camilleri. E’ per questo che non riesco a essere compreso. Proprio perché non accetto questa banalizzazione della Sicilia.

 

E i film che si fanno oggi sulla mafia come li trovi?

Un film come “Iddu” di Piazza e Grassadonia offende la Sicilia. Non serve a niente. Non è necessario. Pensano di essere provocatori e di essere intelligenti ma non hanno né il timore né il tremore di confrontarsi con la storia. Non sono mai usciti dal cabaret siciliano alla Giovanni Lanza. Negli anni ’70 c’erano film che giocavano coi luoghi comuni siciliani. Oggi sono andati oltre.

 

franco maresco daniele cipri

A che serve un film come “Iddu”? Quando ho visto “Il traditore” di Marco Bellocchio, un regista che ho sempre ammirato, ho pensato che la cosa più sbagliata del film fosse la costruzione del personaggio di Totuccio Contorno, che diventa una specie di macchietta, con Lo Cascio fuori parte. Su un film come “Iddu” e su Matteo Mesina Denaro c’era da fare ben altro. Non questo pseudoumorismo…

 

Quindi non si possono più fare grandi film di mafia?

La verità, come ho detto fin dai tempi di “La mafia non è più quella di una volta”, girato prima della pandemia nel 2019, e che ribadisco in questa puntata di domenica sera di Report, è che la mafia non è più un argomento interessante per gli italiani. E’ finita la mafia come era stata descritta negli anni ’60 e ’70.

 

“belluscone, una storia siciliana” di franco maresco 1585

E con la mafia è finita anche quella tensione morale che c’era nella società civile di opporsi alla mafia. Tutto quello che si era fatto, tutte le lotte che abbiamo fatto sono fallite. E questa decadenza, questa apatia confluisce anche nel cinema. Non c’è più nemmeno una forza di satira, perché quell’attenzione non esiste più.

 

Davvero pensi che la mafia sia finita…

E’ finita quel tipo di mafia, quella raccontata da Petri, Rosi, Sciascia… è finita con la trasformazione della società. La mafia, oggi, si è trasformata, esiste a livelli più complessi, è una mafia che ha a che fare con la finanza, con le scoperte tecnologiche. Ma la mafia del Giorno della civetta non esiste più.

iddu 4andrea camilleri

franco maresco

marco giustimarco giusti enrico ghezzi blob credit michele fotimarco giusti credit michele fotimarco giusti enrico ghezzi credit michele foti

iddu 1luca zingaretti andrea camillerimatteo messina denaroandrea camilleri (3)

Franco MarescoMARCELLO DELL UTRI SILVIO BERLUSCONIMARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONImarcello dell utri foto lapresseMARCELLO DELL UTRI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI MARCELLO DELL'UTRI MARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONI FRANCO MARESCO

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…