chiara mastroianni in marcello mio

“HO L’IMPRESSIONE DI ESSERE DIVENTATA IL FANTASMA DI MIO PADRE” - CHIARA MASTROIANNI VESTE I PANNI DEL PAPÀ NEL FILM “MARCELLO MIO” (CHIAMATE FREUD!) – “È STATA UNA GIOIOSA SEDUTA DI SPIRITISMO CON MIO PADRE. DA PICCOLA MI PORTAVA SUL SET DA FELLINI. MA I SUOI FILM NON LI HO VISTI TUTTI. NON HO QUASI IMMAGINI DELLA MIA INFANZIA CON LUI. HO SOLO UN RAPPORTO MORBOSO CON LE VECCHIE FOTO DI PAPARAZZI. SONO FELICE CHE ESISTANO - MIA MADRE, CATHERINE DENEUVE, DICE CHE SOMIGLIO A PAPÀ, CHE SONO PIÙ ITALIANA ANCHE SE VIVO A PARIGI. MIO PADRE, INVECE, QUANDO ERA CONTRARIATO MI CHIAMAVA LA FRANCESINA” – VIDEO

 

Valerio Cappelli per corriere.it - Estratti

 

 

marcello chiara mastroianni

Ha gli occhi di suo padre, Mastroianni. L’attore che ha prosciugato i sogni di Fellini, un uomo pieno di dolce levità e grazia naturale, delizioso, sornione, un seduttore in fuga con la sigaretta penzolante, bugiardo seriale con le donne, venivano irretite dal fumo nebbioso delle sue indecisioni. «Mio padre è morto quando avevo 24 anni. Mi sono sempre sentita dire che gli somiglio come una goccia d’acqua», dice Chiara, 51 anni.

 

chiara mastroianni nei panni del padre marcello

Calibra le parole con un’affabilità avvolta da rigidità castigata e un velo di malinconia, che aveva anche suo padre. Figlia di due monumenti del cinema, Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, per tanto tempo a causa della sua gloriosa eredità Chiara risultava invisibile, lontana dai radar dei media. Ci ha messo anche lei del suo, col suo fare laterale, come se avesse paura dei suoi sorrisi.

 

(...)

Lei fa suo padre?

«Non è un biopic. È stata un’esperienza audace e diversa da tutte le altre. Volevo girare una commedia a partire dalla mia vita. Si deve fare un film per fuggire da quello che propone l’esistenza. Mia madre, che nel film è se stessa, capì subito che è una favola piena di fantasia. C’era il rischio che potesse essere una cosa triste e mortuaria, invece non c’è niente di più vivo. È stata una gioiosa seduta di spiritismo con mio padre».

 

A un certo punto nel film le chiedono di essere un po’ meno Deneuve e un po’ più Mastroianni.

catherine deneuve chiara mastroianni 12

«È la regista Nicole Garcia che mi fa un mezzo rimprovero: speravo che recitassi più Marcello che Catherine. E così mi trasformo fisicamente. Mi vesto come lui, parlo italiano, bevo il suo amato whisky, ho la sigaretta sempre in bocca, vado in giro con un cane.

 

Mi faccio chiamare Marcello, e chi mi sta intorno comincia a crederci. Ma io lo evoco, non lo imito. Buffo, no? D’altra parte in lui, per la sua naturalezza, tutte le incarnazioni e volatilità erano possibili. Ho ritrovato sensazioni conosciute, è un film decisamente proustiano. Quando perdiamo una persona cara, chi di noi non pensa: se potessi ancora dirgli qualcosa...».

 

Cosa gli direbbe?

«Posso dire di cosa ho avuto voglia. A 16 anni ho avuto voglia di andare oltre, in questa somiglianza fisica di cui mi hanno sempre parlato così tanto. Mi sono tagliata i capelli per assomigliargli ancora di più, senza avere il risultato sperato. In ogni caso capisco intimamente la metamorfosi del mio personaggio, è come se il regista avesse avuto accesso al mio inconscio».

 

Quando vi vedevate?

chiara marcello mastroianni

«Papà veniva a trovarmi spesso a Parigi, poi lo vedevo d’estate nelle vacanze, oppure a Cinecittà con Fellini. Ero troppo piccola per capire. A casa a Roma se non lavorava le giornate per lui erano troppo lunghe e si annoiava. Si metteva spesso in situazioni private complicate».

 

Rivede le vostre foto insieme?

«Ecco, è proprio questo il problema. Non ho quasi immagini personali della mia infanzia con lui. Ho un rapporto morboso con le vecchie foto di paparazzi. Spesso sono associate a ricordi d’infanzia violenti, in Italia i paparazzi sono intrusivi, ti spingono per rubare uno scatto. Oggi sono molto legata a quelle immagini prese per strada, sono felice che esistano».

 

Cosa le manca di lui?

«È un’enorme frustrazione, ogni giorno potrei parlare di lui, mostrare le foto in cui è bello come un dio. Ma non posso scocciare le persone con la mia nostalgia. Sono riuscita a incarnare mio padre senza dolore.

deneuve chiara mastroianni

 

L’ho preso come un gioco, per non farmi invadere dall’emozione. Volevo evitare il pathos, non sarebbe stato generoso usare il film come una sorta di psicoanalisi. Quest’avventura è immersa nell’immaginario cinematografico, all’inizio sono vestita e pettinata come Anita Ekberg in una fontana parigina, e si arriva a quella di Trevi, dove ormai sono Marcello».

 

(...)

 

Chiara, lei non è così conosciuta in Italia.

«Sono conosciuta come la figlia di Mastroianni. Una volta a Roma ero seduta a un ristorante, il cameriere mi disse che somigliavo a un cliente che frequentava spesso quel locale, gli dissi che era mio padre».

 

Nel 2019 a Cannes lei vinse come migliore attrice ma...

«Nella sezione Un certain regard, il film è Chambre 212 di Christophe Honoré. Avevo un sentimento di illegittimità, il che accade di frequente agli attori, e il riconoscimento non mi guarì. Il mio destino di diventare attrice è nato dal mio piacere di spettatrice, dal mio amore per i film. Christophe è un caro amico, mi ha detto che senza il mio assenso non avrebbe scritto la sceneggiatura».

marcello mio

 

Chi era suo padre?

«Aveva una doppia anima, era allegro e gioioso e al tempo stesso malinconico. Era umile, alla mano, mai egocentrico. La gente pensa d’averlo conosciuto anche se non l’ha mai incontrato. Era un uomo di cultura popolare, non c’era niente di prefabbricato in lui. Nel film, mamma mi dice che non ho niente di lei, che sono tutta Mastroianni».

 

Aveva una sua malinconia...

«Diceva che gli attori sono condannati alla cosa terribile di doversi rivedere continuamente da giovani. E mamma dice di avere una sola passione: il presente».

 

 

E sua madre?

marcello mio.

«Nel film canta: non ho amato più nessuno come te. Lei viene percepita come una donna fredda e distante, mentre è l’esatto contrario. Sono cliché. La prima volta che ho recitato con lei fu per A noi due. Avevo sette anni. Non è mai entrata a gamba tesa nelle mie scelte professionali, non è il tipo di madre che dispensa consigli».

 

C’è qualcosa che accomuna i suoi genitori?

«Il pudore, anche se si manifestava in modo diverso, mia madre è più riservata. Lei dice che somiglio a mio padre, che sono più italiana anche se vivo a Parigi, perché soffro se non ci sono il sole e la luce, che somiglio a mio padre. Papà quando era contrariato mi chiamava la francesina.

 

marcello mio

I miei si sono separati che io avevo due anni. Sono stata una privilegiata. Da entrambi ho preso il senso dell’umorismo, anzi mia madre ha una sorta di autoderisione, che è stata la sua salvezza. Il suo motto è: per quanto si possa essere sul trono più importante del mondo, alla fine si è sempre seduti sulle proprie chiappe. Forte, no? Se non siamo capaci di ridere è finita».

 

Ma da ragazza...

chiara mastroianni in marcello mio

«C’è una battuta del film in cui dico che mi piace sparire. Il gioco delle somiglianze c’è in ogni famiglia. Quando ero ragazza è stata dura, sentivo il bisogno di affermare la mia personalità, volevo prendere le distanze, poi mi sono detta, d’accordo, non puoi farci nulla, sarà così per tutta la vita. E ho fatto pace con me stessa. E poi rispondere su di lui era un modo per evitare di parlare di me. I miei si sono separati che ero molto piccola, li ho visti come coppia nei film, non nella vita vera».

 

Il paradosso è che, recitando suo padre, non è più «figlia di».

«A un certo punto nel film dico: ho l’impressione di essere diventata il fantasma di mio padre».

chiara mastroianni in marcello miochiara mastroianni in marcello mio

 

marcello mio marcello mio

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)