luca barbareschi

BARBARESCHI FA 60: “IN QUESTI ANNI MI SONO SPESSO SENTITO DIRE DALLA GENTE: ‘LO SA CHE PENSAVO CHE LEI FOSSE UNO STRONZO E INVECE MI DEVO RICREDERE’. DOVE AVEVO SBAGLIATO? AVEVO TRASFORMATO LA MIA INSICUREZZA IN AGGRESSIVITÀ”

luca barbareschiluca barbareschi

Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”

 

Il 28 luglio compie 60 anni. «Portati bene, però — ridacchia compiaciuto Luca Barbareschi — Mi ero ingrassato e una nutrizionista, non una dietologa, mi ha rimesso in regola». Sessanta, però, è una cifra tonda, arriva il momento di un bilancio.

 

luca barbareschiluca barbareschi

«È vero, mi trovo nell’autunno della mia vita e sto studiando la strategia migliore per allungare il più possibile questo autunno. Cominciando a capire, per esempio, dove ho sbagliato nei primi quarant’anni di carriera. In tutti questi anni, infatti, mi sono spesso sentito dire dalla gente: “Lo sa che pensavo che lei fosse uno str... e invece mi devo ricredere”. Allora mi chiedo: in cosa ho sbagliato? Perché le persone mi dicono questo?».

 

Già, perché?

«Perché ho trasformato la mia insicurezza in aggressività nei confronti del prossimo. E l’insicurezza era dovuta prima di tutto a un’infanzia e adolescenza infelici e poi al mestiere che ho intrapreso: l’attore. Un mestiere che, soprattutto in Italia, viene ancora considerato roba da guitti, mentre in Inghilterra se sei bravo ti fanno baronetto: ho sempre reagito male a questa denigrazione. È vero che oggi è un mestiere che fanno un po’ tutti, dal grande Albertazzi all’ultimo tronista, ma sono convinto che si tratti di un lavoro da sciamani, che sprigiona un’energia interiore a beneficio di te stesso e del pubblico».

luca barbareschi in dolce compagnialuca barbareschi in dolce compagnia

 

Torniamo all’insicurezza e al caratteraccio.

«Il mio errore più grande - risponde - è sempre stato quello di creare conflittualità con il prossimo, invece di costruire dei ponti: vedevo gli altri come nemici, li provocavo e la mia sfida era di sconfiggerli, cercavo il sangue, diventavo cattivo».

 

Adesso è diventato buono?

«No, ma ho finalmente avuto la consapevolezza del mio ruolo e l’ho accettato. Noi attori, si sa, non è detto che siamo intelligenti: siamo atleti delle emozioni, siamo dei preti laici, sciamani appunto, che ogni sera celebrano una messa laica, il rito che avviene sul palco. Avendo capito questo, sono in pace con me stesso e con il prossimo».

LUCA BARBARESCHI NEL VIDEO DELLE IENE IN CUI MALMENA FILIPPO ROMA LUCA BARBARESCHI NEL VIDEO DELLE IENE IN CUI MALMENA FILIPPO ROMA

 

IL DIAMANTE CHE C’È IN ME

Lo ha capito e recentemente ha anche raccontato in palcoscenico, con lo spettacolo «Cercando segnali d’amore nell’Universo», tutti i suoi problemi, le sue infelicità di uomo e d’attore. Una confessione a cuore aperto e molto scorretta, che non risparmiava nulla al pubblico: droga, sesso, abusi sessuali subiti, amanti, mogli, figli, ma anche i grandi personaggi con cui ha condiviso studio e lavoro.

 

LUCA BARBARESCHI NEL VIDEO DELLE IENE IN CUI MALMENA FILIPPO ROMA LUCA BARBARESCHI NEL VIDEO DELLE IENE IN CUI MALMENA FILIPPO ROMA

«Sono stato una specie di Forrest Gump che si è ritrovato accanto e ha imparato da gente come Lee Strasberg, che a noi allievi dell’Actor’s Studio ripeteva: “Io non vi insegno nulla. Sgrezzerò il diamante che c’è, se c’è, in voi. Vi darò gli strumenti per tirare fuori da voi il meglio”. Oppure Nicholas Ray: mi ha insegnato che quando non hai creatività non te la puoi inventare. Roman Polanski, che mi ha fatto innamorare dell’artigianato con cui si costruisce il nostro mestiere. Steven Spielberg che mi ha fatto crescere professionalmente, educandomi a unire la creatività artistica allo spirito imprenditoriale».

LUCA BARBARESCHI CON DUE GRANDI GNOCCHE LUCA BARBARESCHI CON DUE GRANDI GNOCCHE

 

Uno spirito che Barbareschi ha applicato al ruolo di produttore di cinema, televisione e in particolare di teatro dove, oltre a produrre spettacoli, ora ha la responsabilità di neodirettore artistico e di gestore dello storico Teatro Eliseo di Roma.

 

«L’Eliseo è la mia tenda di Abramo. Un luogo dove poter non solo rappresentare pièce teatrali, ma fare musica, letteratura e anche cinema. Insomma, il prolungamento fisico del mio modo di intendere la cultura a 360 gradi: qui posso bilanciare e compensare l’irrilevanza del mio ruolo di semplice interprete con la concretezza di imprenditore».

LUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHI

 

Così il palcoscenico, anzi, i palcoscenici (Eliseo grande e Piccolo) di via Nazionale diventano una factory.

«Dal prossimo gennaio nascerà una scuola triennale di formazione per i giovani e di aggiornamento per chi giovane non è più, ma vuole investire il proprio bagaglio di conoscenze in una esperienza diversa. Poi voglio sperimentare nuovi linguaggi».

 

Cioè?

«Per esempio i “Corti ma lirici”: i musicisti dovranno comporre opere liriche di mezzora». Poi c’è il programma degli spettacoli: «Spazio ai classici, che sono gli architravi del teatro di tutti i tempi, come diceva il mio primo maestro Virginio Puecher. Ma anche tanta drammaturgia contemporanea italiana e straniera».

LUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHI

 

E la politica è un capitolo chiuso?

«Non mi manca. Semmai mi manca la politica esercitata dal cittadino: vorrei andare a votare pensando che il mio voto serva a qualcosa, esprimendo una maggioranza o minoranza. Oggi decidono solo le banche e le lobby e tutti noi siamo come pesci in un acquario che guardano attraverso il vetro e ogni tanto qualcuno butta dentro un po’ di mangime. E poi mancano i laboratori della politica, dove chi vuole esercitare quest’attività pubblica impari il “sentire” del popolo: si potrebbe fare, ma non si fa. I cambiamenti sono necessari - insiste - e la vera rivoluzione culturale sarebbe, per esempio, quella di parlare di cultura, cioè il settore che mi interessa di più, non in modo museale ma dinamico. Non mi è ancora capitato di conoscere un ministro dei Beni culturali che focalizzi il suo intervento su una nuova impostazione dello spettacolo».

 

CINQUE FIGLI PIÙ UNO

Sessant’anni ma non li dimostra. E poi due mogli, una convivenza importante, 5 figli... «più uno - corregge Barbareschi - Un figlio che ho avuto in America e che ho conosciuto quando era già grande».

 

Una vita sentimentale movimentata.

LUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHI

«Tutte le donne, mogli, fidanzate o conviventi, sono state importanti per me».

 

Tra queste anche Lucrezia Lante della Rovere: «Ci unisce ancora un profondo legame di amicizia. E poi... io sono innamorato dell’amore».

 

Una frase che dicono in molti.

Ribatte: «Per me è vera, non è un modo di dire».

 

Ma la donna più importante è Elena Monorchio, attuale consorte e mamma di Maddalena e Francesco Saverio: «Elena mi ha insegnato a volermi bene. È una calabrese, una donna del Sud, una che difende l’uomo che ama. Il mio cuore batte dentro di lei».

luca barbareschi e gianni lettaluca barbareschi e gianni lettaluca barbareschi e marco travaglioluca barbareschi e marco travaglio

 

E il compleanno come lo festeggerà?

«Con i miei figli e il mio nipotino, perché sono anche nonno, a Filicudi: da lì vedo l’Etna, Vulcano e Stromboli». Basteranno tre vulcani per accendere le candeline?

 

 

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