
“L’AMICIZIA CON PAVAROTTI INIZIÒ CON UNA LITE” – ANDREA BOCELLI RICORDA LO SCAZZO CON “BIG LUCIANO”: "CANTÒ UNA CANZONE DI STING, E STING UN BRANO D’OPERA. NON MI PIACQUE, DISSI LA MIA. E SBAGLIAI. ERO GIOVANE. AVEVO FATTO CRITICHE STUPIDE, INOPPORTUNE. PAVAROTTI MI PORTÒ IN UNA STANZA E MI DISSE: ‘QUANDO NON SEI NESSUNO, DEVI IMPARARE A STARE ZITTO. TE LO DICO ORA CHE NON SEI NESSUNO, E TE LO DICO PER QUANDO SARAI IL NUMERO UNO”. CI CHIARIMMO, ERAVAMO COMMOSSI E MI ABBRACCIÒ” – "COSA ALTRO DESIDERO? “UNA VACANZA, HO UN’AZIENDA: SONO LE MIE DUE CORDE VOCALI…” – VIDEO
Silvia Fumarola per "la Repubblica" - Estratti
Andrea Bocelli ride: «Io una rockstar? Ma no, però il passaggio con questa agenzia che rappresenta artisti ed eventi così importanti è un nuovo inizio».
luciano pavarotti andrea bocelli
Simbolo della musica italiana, popolare in tutto il mondo (lo aspetta un tour che lo porterà dalla Polonia all’America, due concerti-evento a Pompei il 27 e il 28 giugno), Bocelli ha siglato un accordo esclusivo di cinque anni con AEG Presents, leader dell’intrattenimento dal vivo.
Organizza il Coachella Festival, Summer Time a Hyde Park e i tour mondiali di Taylor Swift, Ed Sheeran, Elton John, Paul McCartney, dei Rolling Stones, Celine Dion, Justin Bieber e decine di altre star.
Ancora entusiasta per l’impresa della sua Inter contro il Barcellona («I ragazzi hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, cosa che si dovrebbe fare sempre»), nel 2024 Bocelli ha celebrato i trent’anni di carriera.
luciano pavarotti andrea bocelli
Che significato ha questo passaggio?
«La cosa che mi ha fatto decidere, dopo una negoziazione dura, che ho seguito marginalmente, è stato l’entusiasmo di tutti, il ceo, Jay Marciano, in testa. Nel bel mezzo del festival di Coachella, ha preso un aereo da Los Angeles ed è venuto a casa mia per conoscermi.Ho premiato l’aspetto umano.
Quello legato al business non mi interessa più di tanto, io penso a salire sul palco con la voce a posto».
Il 30 settembre sarà all’Arena di Verona per l’evento “Pavarotti 90”, che celebra l’anniversario della nascita del maestro. Quanto ha contato nella sua vita?
«Luciano è stato fondamentale. Se posso cantare come faccio oggi è perché ho acquisito una tecnica giusta grazie a lui. Quando ho iniziato cantavo sul capitale, ora sugli interessi, espressione che si usa in gergo operistico».
Che rapporto avevate?
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«Molto naturale. Credo che avesse un’onesta ammirazione per la mia voce, mi ha chiamato a cantare per il suo matrimonio. E ho cantato ai suoi funerali. Pensare che tutto è cominciato da un litigio pazzesco».
Come andò?
«Ci fu una discussione tremenda al telefono, non se ne veniva fuori.
Allora chiesi al mio amico, il maestro Carlo Bernini, di accompagnarmi a casa di Luciano a Pesaro. Non ne ho mai parlato.
Ero giovane; avevo fatto critiche stupide, inopportune. Pavarotti mi portò in una stanza e mi disse: “Quando non sei nessuno, devi imparare a stare zitto. Te lo dico ora che non sei nessuno, e te lo dico per quando sarai il numero uno”. Ci chiarimmo, eravamo commossi e mi abbracciò».
Scusi, ma cos’era successo?
«Con il Pavarotti international aveva unito il pubblico dell’opera e quello del pop. Un anno cantò una canzone di Sting, e Sting un brano d’opera. Non mi piacque, dissi la mia. E sbagliai: si deve pensare prima di parlare».
Il momento più bello della sua carriera?
«Difficile dirlo, sono tanti. Forse il concerto a Central Park nel 2011 con Céline Dion e Tony Bennett.Ero all’hotel Ritz, le finestre della camera davano sul parco. Riposavo la voce, mia moglie Veronica mi fa: “C’è tutta Manhattan bloccata”. Ma anche il debutto al Metropolitan, New York ha segnato la mia carriera».
(…)
Oggi cosa desidera?
«Un po’ di vacanza, per staccare la spina. Ma ho un’azienda: sono le mie due corde vocali».
Gira il mondo: ha mai avuto paura in aereo?
«Sempre. Ho paura di volare, la vinco. Non parliamo poi delle turbolenze… Sai che non puoi fare niente, mi metto a leggere».
Ventitré anni di amore con Veronica. Sua moglie ha 41 anni, lei 66: è geloso?
«Mai. Non me ne ha dato motivo, poi 23 ore su 24 è con me, non mi lascia andare. Dice che gli uomini da soli combinano guai. E ha ragione. La differenza di età non la sento, ci compensiamo: lei è più matura, io sono infantile».
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ED SHEERAN ANDREA BOCELLI
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