KENNEDYSMI - L’ATTESA INTERVISTA A JACQUELINE KENNEDY DEL 1964 DIVENTA PUBBLICA MA È UNA DELUSIONE: NESSUN CENNO A TRADIMENTI E NESSUNA BOMBASTICA RIVELAZIONE TRANNE FORSE UN GOSSIP SU MARTIN LUTHER KING CHE AVREBBE ORGANIZZATO “INCONTRI SEGRETI CON DONNE” - UN ACIDO GIUDIZIO SU DE GAULLE “EGOCENTRICO” E SU INDIRA GANDHI “DONNA ORRIBILE” - JFK IN LACRIME PER L’INVASIONE FALLITA ALLA BAIA DEI PORCI - DISSE DI LYNDON JOHNSON: “CI PENSI COSA ACCADREBBE SE FOSSE PRESIDENTE?”…
Dagoreport da "The News York Times" - http://nyti.ms/pFoaPs
Nei primissimi giorni della Crisi dei Missili, quando il mondo non sapeva ancora che la Guerra Fredda sembrava scivolare verso il conflitto nucleare, il presidente John F. Kennedy telefonò alla moglie Jacqueline che si trovava nella loro casa in Virginia. Dalla sua voce, avrebbe raccontato lei più tardi, si capiva che c'era qualcosa che non andava. "Perché non torni a Washington?", gli chiese. à solo un passaggio della lunga intervista che l'ex First Lady registrò all'inizio del 1964. Una delle tre che Jacqueline Kennedy dette dopo l'assassinio del presidente.
A 47 anni di distanza, quella intervista, divisa in sette parti, diventa finalmente pubblica con l'uscita, mercoledì prossimo negli Stati Uniti, del libro "Jacqueline Kennedy: storiche conversazione su una vita vissuta al fianco di John F. Kennedy" ("Jacqueline Kennedy: Historic Conversations on Life with John F. Kennedy"). Jacqueline parla con lo storico dei Kennedy Arthur M. Schlesinger Jr. degli anni in cui il marito è stato presidente, ma anche del loro matrimonio e del ruolo che lei svolse nella sua vita politica.
Le conversazioni, in cui non si fa cenno all'assassinio di Jfk, durano in tutto un'ora e mezza e offrono un inedito sguardo sui pensieri e sulle riflessioni di Jacqueline, che non risparmia aspri commenti su ex presidenti, ex assistenti del marito, donne potenti, giornaliste, persino sua suocera. E così Charles de Gaulle è "quell'egocentrico". Martin Luther King è "un ipocrita" sorpreso da delle intercettazioni a organizzare incontri con le donne. Indira Gandhi è "una donna piena di amarezze, piuttosto prepotente, orribile".
E poi racconta di aver sentito Jkf dire del suo vice Lyndon B. Johnson: "O mio dio, ci pensi cosa accadrebbe al Paese se Lyndon fosse presidente?" E ancora, di Roosevelt: "Ciarlatano non è la parola giusta", ma "ha fatto un sacco per fa colpo". Riguardo a Madame Nhu, sorellastra del presidente del Vietnam del Sud, e Clare Boothe Luce, ex membro del Congresso, afferma: "Non sarei sorpresa se fossero lesbiche".
Per Jfk ha solo parole di elogio. Non fa cenno alle sue avventure extraconiugali e non parla nemmeno della sua lotta segreta contro il morbo di Addison. Però racconta di averlo visto piangere due volte. Una fu per il fallimento dell'invasione della baia dei Porci. Jfk, con la testa tra le mani, pianse nella sua stanza da letto.
Il libro offre spunti anche per riconsiderare il carattere di Jacqueline, apparentemente più indipendente nel formulare giudizi e opinioni rispetto a quanto raccontato nel libro "The Feminine Mystique" di Betty Friedan. In occasione di un viaggio in India e Pakistan la First Lady scrisse una lettera al marito, descrivendo la goffaggine dell'allora ambasciatore Usa in Pakistan Walter McConaughy, aggiungendo tutto quello che secondo lei avrebbe dovuto fare e segnalando possibili sostituti. "Jack rimase tanto impressionato da quella lettera - racconta Jacqueline - che la mostrò al segretario di Stato dicendogli ?questo è il genere di lettere che dovrei ricevere dagli ispettori delle ambasciate'". Detto ciò, McConaughy rimase al suo posto.
Quello che è certo è che la Jaqueline che emerge da quelle conversazioni, non è la donna che tutti conosceranno negli anni seguenti, al fianco di Onassis.





