LIDIA RAVERA: “AVEVO DECISO DI TIFARE PER L’ITALIA NONOSTANTE TUTTO. PERDONARE CALCIOPOLI. GODERE E BASTA. POI, HO LETTO I TITOLI DEL “GIORNALE” E “LIBERO”: “CIAO CIAO CULONA”. “VAFFANMERKEL”. HO PENSATO: È TROPPO TARDI” - BELPIETRO: “QUANDO C’ERA SILVIO SI POTEVA RIDICOLIZZARE IL PREMIER IN OGNI MODO. E CHI DICEVA QUALCOSA ERA ACCUSATO DI VOLER IMBAVAGLIARE LA STAMPA E DI NON CAPIRE LA SATIRA - SAPETE CHE C’È, CARE DONNA LETIZIA DELLA SINISTRA INCARTATA? MA INSIEME ALLA MERKEL ANDATE AFFA... ANCHE VOI”…

1- VAFFANMERKEL E L'ORGOGLIO IMPOSSIBILE
di Lidia Ravera per Il Fatto


La semifinale degli Europei, l'ho vista in piazza, a Ventotene, nel corso del festival letterario "Gita al Faro", insieme agli scrittori ospiti, tutti sfegatati tifosi, e alle scrittrici, alcune tifose, altre tolleranti. Eravamo nella piazza più bella dell'isola, sotto le frasche, davanti al megaschermo.

Entrambe le imprese di Balotelli e anche tutte le azioni che avrebbero potuto trasformarsi in imprese, sono state salutate da grida gioiose, braccia alzate e poi salti, abbracci e baci di tutti con tutti, chi ti trovavi a fianco baciavi. Bello, ho pensato, mantenendo una compostezza un po' avvilita, e li ho invidiati.

Tifare per l'Italia nonostante tutto. Perdonare calciopoli. Godere e basta. In una regressione felice alla pulita geometria del gioco. A fine partita è arrivata la banda in piazza, "Fratelli d'Italia" sembrava una mazurka, ma che allegria contagiosa! Mi sono riproposta di ricominciare a guardare partite, di concedermi anch'io un po' di quell'orgoglio sportivo che attenua il disonore del debito, come dire: ci siamo lasciati governare male, siamo finiti fra gli europei a rischio, ma sappiamo giocare, e ce la faremo.

Poi, ho letto i titoli della stampa (di centrodestra, certo, ma nazionale): "Ciao ciao culona". "VaffanMerkel". Ho pensato: è troppo tardi. A giocare (e vincere), alcuni hanno disimparato. E riescono a inquinare tutto.

2- NON DATE LE NOTIZIE MA CI FATE LA MORALE. VAFFA... ANCHE VOI
Maurizio Belpietro per Libero

Oddio, Der Spiegel si è offeso. Il settimanale tedesco degli intelligentoni di sinistra, quello che rappresentò l'Italia come un piatto di spaghetti con sopra una P38, invitando i connazionali a non andare in vacanza nel nostro Paese, il giornale che appena gli è consentito manifesta tutto il proprio disprezzo e il proprio razzismo nei nostri confronti, comenel 2011, quando ci definì il Malpaese, o sei mesi fa, quando scrisse sul proprio sito online che gli italiani sono tutti codardi come Schettino, bene, questo fior di periodico da portare ad esempio di giornalismo internazionale si è dispiaciuto per il nostro titolo d'apertura di venerdì.

Il VaffanMerkel pubblicato per celebrare il 2 a 1 nella partita contro la Germania sarebbe stato secondo le Lina Sotis della stampa crucca una caduta di stile, una volgarità paragonabile solo a ciò che si sente nei bassifondi dei peggiori quartieri di Berlino. Non importa che alla tv tedesca, durante la telecronaca della partita, (...) definito Antonio Cassano e Mario Balotelli «due cani rabbiosi» senza che nessuno battesse ciglio. Il problema è il «saluto» alla Cancelliera di ferro che apriva la prima pagina del nostro quotidiano.

Ovviamente, la questione è stata subito ripresa dalle donna Letizia del giornalismo nazionale, alle quali non è parso vero di potersi schierare con il più forte, in questo caso la Germania, per liquidare i conti interni. Così da Repubblica al Fatto Quotidiano per finire con l'Unità si sono occupati della faccenda.

Lo spazio maggiore lo ha dedicato il giornale che Antonio Gramsci ha fondato e che Claudio Sardo sta contribuendo ad affondare, dedicandoci, sotto il titolo "Parole violente a destra", un pistolotto moralista. Il succo è questo: con un lessico volgare e miserabile è stato insultato il capo del governo di un autorevole Stato europeo, sviluppando una violenta polemica politica contro l'idea di Europa e di unità europea.

A parte il fatto che se uno critica Angela Merkel non critica l'Europa ma semmai l'idea di un'unità europea a guida tedesca, non si capisce da dove origini tutto questo scandalo. Soprattutto non si comprende da che parte nasca il sussulto bacchettone e politicamente corretto che ha spinto i quotidiani italiani di sinistra ad alzare il sopracciglio autonominandosi custodi del bon ton e del linguaggio politicamente corretto.

Fra di loro non vi sono gli stessi organi di stampa che fino a ieri hanno dato manforte a Beppe Grillo? Ma quando il comico ha dell'antipolitica? Mandare affa... politici e giornalisti italiani si può, ma spedire a quel paese la testa dura della Germania no? Si vede che i nostri colleghi dei quotidiani progressisti sono diventati tutti interpreti della più fine diplomazia dopo un corso alla Farnesina con il ministro Terzi Sant'Agata di qualcosa.

C'è un aspetto però che ci pare coincidere poco con la nuova linea delle Colette Rosselli di Repubblica, dell'Unità e del Fatto. Fino a ieri si poteva mandare affa... il capo del governo italiano, ridicolizzandolo, insultandolo e dipingendolo come un pagliaccio da circo. Lo poteva fare la stampa nazionale e pure quella internazionale senza che nessuno trovasse nulla da ridire e men che meno ragione per indignarsi. Anzi, chi eccepiva di fronte agli eccessi era accusato di voler imbavagliare la libera stampa o di non capire le ragioni della satira.

Grande spazio dunque fu dato a tutte le vicende contro l'ex premier, anche quelle chiaramente inventate, come per esempio le testimonianze delle Marie Goretti alla cui verginità Silvio Berlusconi avrebbe pericolosamente attentato invitandole alle famose e scandalose cene di Arcore. Però adesso che gran parte di quelle deposizioni si rivelano farlocche, ora che si scopre che le varie Nadia Macrì, Ambra Battilana e Michelle Conceicao si sono inventate tutto, al punto che perfino Ilda Boccassini s'incazza mentre le interroga, bene, nelle ore in cui il castello di carte e pettegolezzi costruito per abbattere un governo legittimamente eletto crolla definitivamente, i nostri colleghi non solo non scrivono una riga per riconoscere i propri errori,main più si dispiacciono perché noi mandiamo al suo paese Angela Merkel, cioè la stessa signora che grazie a Napolitano ha contribuito a dare la spallata a Berlusconi.

La stessa Cancelliera che, con la sua testardaggine nel non voler salvare la Grecia ha portato l'Europa vicina al tracollo e ci è costata un botto. Dunque, preso atto della vostra indignazione e di tutto quello che abbiamo detto, sapete che c'è, care Donna Letizia della sinistra incartata? Ma insieme alla Merkel andate affa... anche voi.

 

 

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