1. LE MIE PRIGIONI DI FLEBUCCIO-PELLICO. IL DIRETTORE DEL “CORRIERE” APPARE INTENZIONATO A RESISTERE AI SUOI CARCERIERI (FIAT) FINO ALLA SCADENZA DEL PROSSMO APRILE 2. MA SALGONO I MALUMORI IN RCS PER UNA SITUAZIONE CONSIDERATA A DIR POCO “ANOMALA” DAL BOARD PRESIEDUTO DAL PROFESSOR PROVASOLI CHE A META’ NOVEMBRE TORNA A RIUNIRSI 3. PER IL PRESIDENTE DELL’HOLDING, IL BOCCONIANO ANGELO PROVASOLI L’IMPASSE DI UNA PROPRIETÀ (DIFFUSA E DIVISA) CHE CONTINUA A PRENDERSI A PESCI IN FACCIA PUBBLICAMENTE (DELLA VALLE VERSUS ELKANN) VA SUPERATO. ALTRIMENTI, LUI E I CONSIGLIERI INDIPENDENTI POTREBBERO LASCIARE IL BOARD PRIMA DELL’ASSEMBLEA FISSATA PER LA PRIMAVERA 2015 4. GRANDE ATTESA PER IL POSSIBILE FACCIA-A-FACCIA TRA DE BORTOLI E IL PREMIER TOSCO-CAZZARO RENZI, BASTONATO DA FLEBUCCIO, IN PROGRAMMA GIOVEDI’ PROSSIMO A MILANO
DAGOREPORT
Barricato nella sua cella direttoriale, Flebuccio de Bortoli non appare intenzionato a mollare per ora il timone del Corrierone che durante la burrascosa traversata ha lasciato in mare molti dei suoi armatori-editori. Fuggiti prima che la nave affondasse del tutto sotto il carico di debiti accumulati in cambusa.
O, almeno, così lascia intendere Flebuccio ai suoi interlocutori, perplessi e sgomenti.
Dunque, resistere, resistere, resistere …
Secondo il rito ambrosiano, inaugurato dalla procura di Milano ai tempi di Tangentopoli.
Intanto, gli altri reclusi nell’Alcatraz di via Solferino (i giornalisti alla catena) hanno scelto - tra i contrasti e il rischio di dover rivotare -, la nuova rappresentanza sindacale (CdR).
E’ stato eletto, infatti, un redattore della cronaca (Biagio Marsiglia) che non si era candidato e subito ha rimesso il suo mandato.
GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE
Dopo le dimissioni, milionarie e a tempo, annunciate in aprile e concordate con l’azienda, continua così la lunga attesa su chi prenderà il suo posto una volta che l’Alfieri Flebuccio si sarà slegato dalla sua poltrona.
Il più accreditato a succedere a De Bortoli, è ancora l’attuale direttore de “la Stampa”, Calabresi. La Fiat americana di Elkann e Marpionne (azionista di maggioranza relativa con il 16,7%) non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro sotto i colpi micidiali dello “scarparo” Della Valle.
“Oramai si tratta di una questione di principio”, fanno sapere da Torino.
Qualcuno azzarda che l’occasione per una “fuga” di Flebuccio (o liberazione) sia il consiglio d’amministrazione dell’Rcs in programma a metà novembre. Ma a quanto risulta a Dagospia, il presidente dell’holding, Angelo Provasoli, non intende “forzare la mano” per anticipare il ricambio di direttore nonostante si renda conto che l’attuale situazione rappresenta “un’anomalia unica” nel panorama imprenditoriale italiano.
Per il professore bocconiano, però, l’impasse di una proprietà (diffusa e divisa) che continua a prendersi a pesci in faccia pubblicamente (Della Valle versus Elkann) va superato.
E senza altri indugi.
Altrimenti, lui e i consiglieri indipendenti potrebbero anche lasciare il board prima dell’assemblea fissata per la primavera 2015.
Anche il consigliere Luca Garavoglia (ex Campari), espressione della Fiat americana, trova a dir poco intollerabile quanto sta accadendo dentro e fuori l’azienda. A iniziare dal balletto direttoriale. Mentre il gruppo dovrebbe essere tutto concentrato - d’intesa con l’ad Rotolone Scott(ex) Jovane -, nel suo rilancio e nel rimettere a posto i conti in rosso.
Questo è quanto si sussurra nella Milano dei Poteri marci (o marciti).
Del resto, è noto che fino a oggi sono falliti tutti i tentativi per ricomporre un assetto “azionario possibile”, dopo che un anno fa è stato stracciato il “patto di sindacato”.
Com’è altrettanto risaputo che sia l’ex santo protettore del quotidiano, Abramo Bazoli, sia il notaro Piergaetano Marchetti considerano ormai compiuta, e malamente, la propria opera di certosina mediazione.
Da parte loro i Dioscuri di Mediobanca, Nagel&Pagliaro, scesi al 9,9% in Rcs, non vedono l’ora di abbandonare la corazzata Corriere che non serve più alle proprie cause.
Gli ex allievi di Maranghi, tra l’altro, non hanno preso bene il “calcio dell’asino” rifilatogli l’altro giorno in prima pagina da Flebuccio sul “ridimensionamento” (ma non dello stipendio milionario dei due amministratori) dell’istituto fondato da Enrico Cuccia.
RENATO PAGLIARO E ALBERTO NAGEL DAL CORRIERE jpeg
Nell’attesa che l’amletico direttore riveli finalmente le sue intenzioni, c’è attesa e curiosità per l’appuntamento di giovedì 16 ottobre quando al convegno su “Le sfide per la crescita” (Magna Pars Suites, Via Forcella,6) potrebbero trovarsi faccia-a-faccia, Flebuccio de Bortoli e il premier-cazzaro Renzi bastonato sulle colonne del Corrierone.