murgia veronesi

“NOI SIAMO IL VIRUS. LA VERA MALATTIA È IL GENERE UMANO” – SANDRO VERONESI E LO STUPIDARIO DEGLI INTELLETTUALI ALLA MODA - "BISOGNA CAPIRE LO SCRITTORE TOSCANO: GLI SI È AMMALATA LA DONNA DI SERVIZIO. E QUEI POVERI STRONZI CHE LA COLF NON CE L' HANNO COSA DEVONO DIRE?" - LA STANCANELLI GONGOLA PERCHE' I MASCHI SONO PIU' COLPITI DALL'EPIDEMIA, LA MURGIA SENZA VERGOGNA SI CHIEDE: "PUO' DURARE UN ALTRO PO' QUESTO VIRUS?" (PERCHE' NON SI FA UN GIRO NEGLI OSPEDALI?)

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

MICHELA MURGIA

Ah, per fortuna che ci sono gli «anticorpi della cultura», come dicono le sardine in via d' estinzione. Se la nostra classe politica ha vacillato di fronte all' avanzata del virus, meno male che abbiamo la classe intellettuale a cavarci dagli impicci. Quella sì sempre lucida e salda, luminosa come una fiaccola a guidarci nell' oscurità. Nelle ultime settimane il fior fiore dei pensatori italiani si è sentito in dovere di cimentarsi con l' epidemia, offrendo imprescindibili consigli, splendenti perle di saggezza e appassionate letture metafisiche del disastro in corso. Prendiamo Sandro Veronesi, il sommo sacerdote delle patrie lettere, che sull' ultimo numero della Lettura - pregiato inserto culturale del Corriere della Sera - dichiara: «Il virus sono io».

 

Sandro Veronesi

In effetti a noi qualche sospetto era venuto, considerando l' epidemia di recensioni al suo romanzo Il colibrì che ha funestato per mesi i maggiori quotidiani italiani: decine e decine di contagi, gli illustri critici facevano a gara per farsi infettare (non sia mai che la crema dell' intelletto trascuri di dare una leccatina alle chiappe del Narrator Supremo). Solo che poi, leggendone l' articolessa sul Corrierone, scopriamo che, secondo Veronesi, il virus non è affatto lui, ma siamo noi. Tutti noi, il genere umano: «A che cosa serviamo, ormai, noi uomini sul pianeta Terra? Perché dovremmo continuare a vivere, noi, dopo che la Madre Terra si è sbarazzata di altre migliaia di specie inutili o dannose, inclusi i dinosauri che sembravano i padroni del mondo?».

 

MICHELA MURGIA

Già, perché non dovremmo scomparire dalla faccia della Terra, falcidiati dall' epidemia? Oddio, qualche ragione per restare al mondo io ce l' avrei, e credo che ce l' avrebbero avuta anche tutti i poveretti che la malattia si è portata via a mucchi negli ultimi giorni. Ma bisogna capirlo, Veronesi. Da qualche tempo è molto provato: gli si è ammalata la donna di servizio. «Non ho avuto il tempo di dirlo», rivela, «ma noi abbiamo la tata in quarantena in casa, una persona in più di cui occuparsi, una in meno a dare una mano», dunque tocca farsi «un grandissimo culo». Eh, fortunati tutti gli altri poveri stronzi che la colf non ce l' hanno: loro mica hanno un fardello a gravarli in queste ore difficili. Insomma, se Veronesi brama la fine dell' umanità una ragione c' è.

 

Sappiate, fra l' altro, che lui non è affatto senza cuore. No, egli pensa anche ai malati e ai sofferenti, «ai profughi provenienti dai campi libici» e ai «volontari delle Ong sparsi per gli ospedali d' Europa e calunniati dai sovranisti». Chiaro, il virus siamo noi, ma qualcuno (il sovranista) è più virus di altri: la solita superiorità virale della sinistra. Veronesi, tuttavia, non è l' unico a rimuginare sulla fine della specie. Ci aveva pensato, con giorni d' anticipo, la poetessa Mariangela Gualtieri in Nove marzo duemilaventi, componimento magnificato da Michele Serra. Il quale l' umanità non vorrebbe vederla annichilita, però una bella stretta coreana o pechinese non gli dispiacerebbe: «Mi domando a quale livello demenziale fosse giunto il concetto di libertà individuale, per sollevare sospetti e recriminazioni politiche perfino su misure di evidente salute pubblica».

MICHELA MURGIA

 

Poveri noi dementi, che non gioiamo all' idea di regalare le nostre libertà a questo governo incompetente... Quanto facciamo schifo noi inferiori, che soffriamo costretti fra quattro mura (qualcuno ha addirittura un solo bagno, quanta inciviltà). E dire che sono così belle, così vivibili le città del Nord ai tempi dell' epidemia.

 

Ce lo ha fatto notare un' altra scrittrice gallonata, Michela Murgia, spiegando che a Milano, in condizioni normali, non riesce a fare un passo, adesso invece... «Può durare un altro po' questo virus? Se il risultato è la vivibilità delle strade, io ci metterei la firma», ha detto la raggiante Michela. A quanto pare è stata accontentata.

 

Sandro Veronesi

A dire il vero, qualcuno in giro per Milano ancora c' è. Infatti Antonio Scurati è rimasto molto colpito dai suoi coetanei cinquantenni in coda per fare la spesa. E ha pensato che forse un po' di epidemia servirà a temprare questi smidollati che hanno visto le tragedie solo «in diretta televisiva» e non hanno «mai conosciuto il morso della guerra, mai sfiorati dal sentimento tragico dell' esistenza». Giusto: epidemia sola igiene del mondo, opportuna rieducazione per i bamboccioni. Salvo che, magari, qualcuno le sue tragedie invece le ha vissute anche al di fuori della tv. Forse Scurati e il suo circolo di amici colti avranno passato i giorni tra spritz e sollazzi, ma un po' di gente i drammi li aveva pure prima, e avrebbe fatto volentieri a meno del virus.

 

elena stancanelli

Come lo scrittore Christian Raimo, che da questa epidemia sembra particolarmente provato: «In questi giorni non si trova roba», ha annunciato sui social. «Gli spacciatori sono chiaramente scomparsi. I rifornimenti sono chiaramente bloccati. Zero fumo, erba, coca, eroina. [] Tra le tante cose che questa pandemia ci fa capire è il valore dell' antiproibizionismo e che il proibizionismo ha anche degli effetti sociali devastanti». Oh, il proibizionismo fa danni, ma anche il tempo libero non è da meno, a giudicare dalle intemerate di Raimo.

 

sandro veronesi

Fortuna, però, che nel bel mezzo del disastro ci vengono in soccorso autori, editorialisti e poeti. Matteo Nucci che sull' Espresso ci fa la moralina sulla difesa dei confini, quasi godendo del fatto che «adesso è la nostra libertà di circolazione a essere negata e noi non l' avevamo preso in considerazione». Gad Lerner che ne approfitta per organizzare una nuova «resistenza» contro l' epidemia, forse sperando di riciclare l' Anpi in chiave antivirale.

 

Elena Stancanelli che gongola perché i maschi sono più colpiti dall' epidemia e magari, chissà, il mondo del futuro sarà in mano alle donne. Lo psicoterapeuta Luigi Cancrini che vede nel Covid-19 una cura «per il nostro disturbo narcisista». Sì, grazie al cielo ci sono i maestrini del virus: mentre intorno tutto cambia, loro rimangono i palloni gonfiati di sempre.

MICHELA MURGIAMICHELA MURGIAMICHELA MURGIASandro VeronesiMICHELA MURGIA

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...