1- PASSERA, COME AD DI BANCA INTESA, HA TANTI GUAI DA RISOLVERE. MA DA UN PO’ DI TEMPO SEMBRA IN PREDA A UNA SPECIE DI CRISI MISTICA: DOPO IL CONVENTO DI TODI, È ATTESO ALL’UNIVERSITÀ LATERANENSE PER APRIRE IL CORSO DI ALTA FORMAZIONE “ETICA, FINANZA, SVILUPPO” (SARÀ LUI IL CATTO-CANDIDATO PER L’ELEZIONI DEL 2012?) 2- PER BINI SMAGHI SFUMA ANCHE LA PRESIDENZA DELLA BEI? DOPO LO SBERLEFFO DI IERI SARKOZY VUOLE AFFIDARE QUELL’INCARICO ALL’ECONOMISTA FRANCESE BENOIT COEURÉ, ANCHE LA MASSAIA DI BERLINO ANGELA MERKEL PARE CHE ABBIA TIRATO FUORI DALLA BORSETTA UN SUO CANDIDATO, WERNER HOYER, UOMO DI PUNTA DEL PARTITO LIBERALE 3- BPM: A MEDIOBANCA E IN UNA VILLA DI MARINO SUI COLLI ROMANI SONO IN MOLTI A FREGARSI LE MANI PER LA SODDISFAZIONE DI VEDERE SCONFITTO MATTEUCCIO ARPE 4- AL FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA MOLLA RONDI, AL SUO POSTO UMBERTO CROPPI?

1- LA CRISI DI PASSERA È DI NATURA MISTICA O SEMPLICEMENTE TATTICA?
Se volete incontrare Corradino Passera dovete arrivare al Centro Congressi dell'Unione industriali di Torino intorno alle 15,30 quando il banchiere di IntesaSanPaolo parteciperà a una tavola rotonda con l'ex-ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli, Marco Tronchetti Provera, Gianfelice Rocca, Emma Marcegaglia e Sergio Marpionne.

Sarà curioso vedere come il manager di Chrysler-Fiat si accosterà alla Presidente di Confindustria, reduce dal convegno di Capri dei Giovani Imprenditori dove si è buttata tra le braccia di Maroni.

È probabile che Passera cercherà di allentare la tensione tra il manager italo-canadese e la signora di Mantova che Giuliano Ferrara oggi definisce su "Il Foglio" "fastidiosamente petulante". Per il banchiere di IntesaSanPaolo questi toni sono esagerati soprattutto in questa fase della sua vita in cui sta tirando fuori un insospettato anelito cristiano.

Una settimana fa Corradino ha partecipato a Todi al convegno delle truppe cattoliche che vogliono "ripulire l'aria" in ossequio al cardinal Bagnasco, e la sua presenza ha destato molta curiosità anche se nell'intervento di 8 minuti non ha volato alto, deludendo non poco il presidente dei vescovi italiani.

La sua cultura ex-McKinsey è ben diversa da quella che porta stampata sul viso sofferto Abramo-Bazoli, il 79enne bresciano che per tutta la vita si è battuto per "i valori non negoziabili" trasmessi dal nonno Luigi, uno dei fondatori nel 1919 del Partito Popolare.

Ancora oggi Bazoli coltiva una profonda passione per gli studi biblici e anima il Gruppo Etica e Finanza, fondato nel 1985 da intellettuali e banchieri come Pasquale Saraceno, Ezio Vanoni e Giordano Dall'Amore.

Corradino è un manager e un tecnocrate, ma da un po' di tempo sembra in preda a una specie di crisi mistica che lo porta a guardare con un certo distacco le problematiche della finanza. Nei corridoi di IntesaSanPaolo dicono che abbia divorato l'ultimo libro di Giorgio Ruffolo sulla storia della moneta che ha per titolo "Testa e croce". È un volumetto di 176 pagine dove la moneta è definita "sterco del diavolo", parole che lo hanno colpito in maniera particolare. Forse è questa la ragione per cui ha accettato l'invito a partecipare a un seminario che si terrà giovedì presso l'Università Pontificia Lateranense di Roma per aprire il corso di alta formazione "Etica, finanza, sviluppo".

L'iniziativa parte dalla rivista "Formiche" diretta dal dinamico Paolo Messa, un intellettuale di 36 anni vicino al Centro moderato. Accanto a Passera ci saranno altri banchieri come Ettore Gotti Tedeschi dello Ior, Giovanni Gorno Tempini della Cassa Depositi e Prestiti e Anna Maria Tarantola, il vicedirettore generale della Banca d'Italia che per un attimo è stata vicina alla nomina a Governatore.

In questa occasione si capirà se la crisi di Passera è di natura mistica o semplicemente tattica.


2- IL PASTICCIACCIO BINI SMAGHI

Nemmeno la figlioletta di 10 anni Laudomia riesce a convincere papà Bini Smaghi a mollare la poltrona della BCE e lo stesso risultato ottengono la moglie economista Veronica e il figlio ventenne al quale è stato dato il nome di Corso.

Nella bella casa del quartiere Parioli lo stesso dove abita anche Vittorio Grilli, la famiglia ha tentato per tutti il weekend di convincere il banchiere fiorentino a fare un passo indietro, e toccante è stato il gesto della piccola Laudomia quando dalla ricca biblioteca ha tirato fuori il libro "Il paradosso dell'euro. Luci e ombre dieci anni dopo", un libro scritto nel 2008 da papino Lorenzo. E quando da Bruxelles sono arrivati gli echi dell'incazzatura furibonda di Sarkozy e della Merkel, la prole si è stretta intorno al capofamiglia per indicargli il nuovo indirizzo dove potrebbero trasferirsi tra grandi onori.

La strada si chiama Boulevard Konrad Adenauer e si trova in un quartiere della città di Lussemburgo, capitale del Gran Ducato che piace tanto agli evasori italiani. Qui si trova la BEI (Banca Europea degli Investimenti), l'istituzione finanziaria creata nel 1957 con il Trattato di Roma per finanziare e sostenere gli obiettivi dell'Unione europea.

A quanto si dice nemmeno questa prestigiosa proposta è stata accolta da papà Lorenzo che per tutta risposta ha messo sotto gli occhi della famiglia il "Corriere della Sera" di oggi dove a pagina 5 si legge il testo integrale del parere formulato dal Servizio Giuridico della BCE. Nel documento è scritto a chiare lettere: "qualunque gesto di dimissioni deve essere compatibile con il principio di indipendenza personale" e le procedure per la nomina di un altro membro della BCE "non possono coincidere nel tempo, né possono essere legate apertamente con la nomina di un altro membro del Comitato esecutivo".

Quando la piccola Laudomia e il figlio Corso hanno chiesto di saperne di più sul valore di questo parere, papà Lorenzo ha spiegato che alla BCE di Francoforte esiste la Direzione generale Servizi giuridici che ha il compito di esaminare le richieste di pareri dal punto di vista legislativo.

Ciò che sorprende è che il parere è stato inviato al Board della BCE il 24 maggio scorso e questo conferma che il banchiere fiorentino già a quell'epoca sentiva puzza di bruciato e si era preparato per una controffensiva. Si tratta di un parere trasmesso in via confidenziale che di modo altrettanto confidenziale è caduto tra le mani del "bini-smagato" Flebuccio De Bortoli, il direttore del "Corriere della Sera". Ancora oggi il giornale milanese definisce la vicenda "un passaggio molto delicato per un grand commis come Bini Smaghi, stretto tra l'interesse del Paese e quello dell'Istituto di Francoforte".

È facile immaginare che al quotidiano guidato da Flebuccio il parere giuridico dell'Eurotower è arrivato dalla stessa manina che un mese fa ha girato la famosa lettera-ultimatum di Trichet e Draghi. Adesso si tratta di capire se il pasticcio italiano di cui parla anche oggi il "Wall Street Journal" si potrà sciogliere con la nomina all'importante poltrona della BEI. Purtroppo sembra che dopo la sfuriata di ieri di Sarkozy, che vuole affidare quell'incarico all'economista francese Benoit Coeuré, anche la massaia di Berlino Angela Merkel abbia tirato fuori dalla borsetta un suo candidato, Werner Hoyer, attuale segretario di Stato agli affari esteri e uomo di punta del Partito Liberale.

3- BPM: A MEDIOBANCA E IN UNA VILLA DI MARINO SUI COLLI ROMANI SONO IN MOLTI A FREGARSI LE MANI PER LA SODDISFAZIONE PER LA SCONFITTA DI MATTEUCCIO ARPE
Quando Matteuccio Arpe sabato pomeriggio ha lasciato il padiglione numero 12 della Fiera dove circa 7mila soci azionisti hanno votato le liste per la Banca Popolare di Milano, il suo volto aveva perso di colpo quell'abbronzatura perenne che distingue i ricchi dai poveri.

Eppure l'esito del plebiscito, favorevole alla lista degli "Amici" che hanno raccolto 4.246 voti, avrebbe dovuto farlo arrossire di sdegno per la conclusione clamorosa di una vicenda che ha messo lui, banchiere giovane ma di lunga esperienza, contro Andrea Bonomi, il 46enne cavaliere bianco che non ha mai fatto scintille nel mondo della finanza.

La vittoria di Bonomi, nipote della "signora del mattone" Anna Bonomi Bolchini, è il risultato di una battaglia per molti versi scandalosa che si è giocata intorno alla sesta banca italiana.

Forse non è una vittoria definitiva perché l'aumento di capitale di 800 milioni approvato sabato non può rimettere in equilibrio l'Istituto guidato in modo maldestro dal massiccio Ponzellini. E basta leggere un flash della Reuters di questa mattina alle 9,11 per capire che la Banca d'Italia ha intenzione di tallonare con durezza i nuovi vertici eletti dal popolo dei 7mila soci e dipendenti.

A via Nazionale vogliono la discontinuità e a farne le spese dovrebbe essere primo fra tutti Enzo Chiesa, il direttore generale che ha tradito Ponzellini e sogna di diventare amministratore delegato di Bpm. A farne le spese è anche la Lega che nello spazio di pochi mesi e di pochi giorni ha perso due roccaforti importanti come la Banca milanese dove aveva piazzato come garante il massiccio Ponzellini, e la Banca d'Italia che ha visto primeggiare il napoletano Vincenzo Visco.

A farne le spese infine è Matteuccio Apre, che paga un prezzo molto alto per il disastro della sua guerra. Le cause sono molteplici e vanno ricondotte in parte al suo carattere orgoglioso da "numero primo" che pensava di arrivare al trionfo in nome della competenza e dell'esperienza. Agli occhi dei soci e dei dipendenti l'ex-banchiere di Mediobanca e di Capitalia è apparso un corpo estraneo, un soggetto pericoloso e ingovernabile, armato di forbici e di scure per tagliare il cancro degli stipendi e dei privilegi. Una spallata decisiva al suo disegno è stata l'apparizione al suo fianco di Raffaele Bonanni, il leader sindacale della Cisl che pensava di poter governare con la sua scarsa autorevolezza le rappresentanze sindacali della banca.

Questa è stata una mossa davvero infelice che ha dato l'idea di una scalata politica e "romana" all'Istituto governato e sgovernato da una discutibile idea di democrazia. Ma non è la presunta romanità di Arpe (peraltro milanese d'origine) il motivo che ha messo fine al suo sogno.

Dietro le quinte si è mossa con tutte le sue forze la Mediobanca del pallido Nagel e della sua controfigura Pagliaro, dove il bocconiano Arpe ha iniziato la sua carriera professionale che lo ha portato dall'87 al 2000 a ricoprire il ruolo di Direttore centrale per la finanza straordinaria. Il sabato dei lunghi coltelli e degli oltre 4mila voti che hanno fatto vincere la lista degli "Amici" è una battuta d'arresto per il rothweiler che sperava di ritornare nel risiko bancario.

A Mediobanca e in una villa di Marino sui colli romani sono in molti a fregarsi le mani per la soddisfazione.


4- IL RITORNO DI CROPPI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ieri all'Auditorium di Roma si è lavorato fino a tarda notte per preparare il red carpet dove giovedì sfileranno attori e personalità per il Festival del Cinema di Roma.

Sul tappeto rosso passerà per l'ultima volta il 90enne presidente Gianluigi Rondi, che nel 2008 ha preso in mano la Rassegna. Al suo posto dovrebbe arrivare Umberto Croppi, il politico e intellettuale che è riuscito ad accreditarsi nelle anticamere della sinistra e del sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno con cui a gennaio si era clamorosamente scazzato".

 

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