barbara carfagna

PRIVACY DI CHI? SIAMO UNO, NESSUNO E CENTOMILA - BARBARA CARFAGNA: AI GIGANTI DEL WEB NON GLIENE IMPORTA PIÙ NIENTE CHI SIAMO, PERCHÉ OGNUNO DI NOI HA MOLTE IDENTITÀ DIGITALI PER ALLEVIARE L'INSODDISFAZIONE DI CIO' CHE E' - E PER GOOGLE I DATI PERSONALI SONO DIVENTATI UN PESO DI CUI LIBERARSI. IL BUSINESS OGGI SI FA TRACCIANDO LE RELAZIONI E I COMPORTAMENTI DEI GRUPPI 

Barbara Carfagna, Docente di Teorie della Comunicazione e dei Nuovi Media, Sapienza Università di Roma - per Il Sole 24 ore

 

identita digitale

Nell’era digitale abbiamo protetto la privacy, ma solo quella individuale, legata alla nostra identità. Ora dobbiamo lasciar andare la vecchia idea di identità e la vecchia idea di protezione della privacy che hanno dominato finora se non vogliamo ritrovarci tra qualche anno impreparati, come siamo oggi, di fronte a uno strapotere delle aziende digitali -che gestiscono dati e identità online – che gli Stati iniziano a capire solo ora.

 

barbara carfagna

La trasformazione è profonda e ci coinvolge tutti. L’identità digitale non è nome e cognome su un passaporto digitalizzato. L’identità digitale si definisce in base ai nostri comportamenti, e non e’ singola ma plurale. Ognuno in rete ha più identità. Una login con il nome; una anonima per un account gestito da più persone; un’identità collettiva (gli abitanti di un quartiere); temporanea (quelli che aderiscono ad un evento online).

 

Ognuno può avere più identità digitali che cambiano nel tempo, magari contraddicendosi, come avviene nella vita di una persona; solo che nel digitale gruppi di appartenenza e cambiamenti rimangono registrati. 

 

barbara carfagna

INTEL ha comprato per 900 milioni un’App che genera zero guadagno ma dati inaspettati

Noi, come una rotonda immateriale, diventiamo la rete di interazioni che ci attraversa. Lo hanno capito bene artisti come Salvatore Iaconesi, filosofi come Luciano Floridi, sociologi come Massimo De Felice. 

 

luciano floridi 4

Prima però lo hanno capito le aziende del tech, che possono fare grandi profitti senza dover invadere la nostra privacy personale (pratica che li ha esposti a innumerevoli attacchi). “I dati aggregati hanno più valore dei dati sensibili personali” ci ricorda Lior Tabansky, esperto di cybersecurity dell’Università di Tel Aviv. 

 

Intel ha appena acquistato per 900 milioni l’app israeliana Moovitapp, che consente di navigare con i trasporti pubblici “genera zero guadagno ma dati talmente vasti che, analizzati con l’Intelligenza Artificiale, oltre a rispondere alle domande degli utenti tira fuori pattern inaspettati. Relazioni e mappe non ipotizzate dall’intelligenza umana”. 

identita digitale

 

Ecco la radice del cambiamento: non identificare e profilare, ma categorizzare e correlare. La categorizzazione non richiede l’identificazione dei soggetti coinvolti; la correlazione non richiede intelligenza umana. 

 

“Si elude la protezione della privacy perché non c’è bisogno di conoscere i dati personali; al contempo si genera un vasto volume di statistiche: densità, frequenza, numero di contatti e prossimità fisica”. 

app google apple

 

I dati personali dei singoli sono ormai un peso di cui liberarsi per le aziende tech. I comportamenti dei gruppi valgono di più. 

 

barbara carfagna

Non è importate sapere se nel gruppo dei vegani ci siano Andrea e Giovanni, è importante sapere che il gruppo ha 15 membri, che vivono in periferia e vanno in bus a fare la spesa il sabato. Così, mappando i comportamenti dei gruppi, espandendo i loro già numerosi dati ai movimenti delle e tra le persone, le aziende digitali arrivano con meno rischi a una maggiore comprensione della società. 

 

app google e apple anti coronavirus

Ma che succede se la categorizzazione porta a discriminazioni e ingiustizie? Offerte di lavoro ben retribuite proposte dall’algoritmo solo a donne giovani, bianche, in salute, ad esempio. “Anche quando la nostra identità rimane protetta i nostri diritti possono essere violati”.

 

identita digitale

Mariarosaria Taddeo è filosofa dell’Università di Oxford “Ora scopriamo che serve una protezione come membri di un certo gruppo. Politiche e regolamenti a tutela della privacy dovrebbero dunque essere estesi oltre l’individuo. Un po’ come l’immunità di gregge: la protezione del gruppo tutelerebbe ogni membro”. 

 

La nuova tutela della privacy. Bisogna estendere i diritti ai gruppi. Attenti all’evoluzione dell’aggiornamento del sistema operativo Google/Apple scaricato per Immuni.

 

La qualità e quantità delle interazioni che possono definire un gruppo è il bottino da portare a casa per il business, trasformato in target per pubblicità o propaganda: chi ha partecipato alle proteste di Minneapolis; chi abita in una certa via ed è positivo al Covid19; chi va a Messa. 

 

identita digitale

Ecco perché serve una protezione anche per i dati aggregati che descrivono relazioni fisiche di prossimità, come quelli che saranno raccolti in Italia via Immuni e grazie al framework Google/Apple creato per far funzionare le App di contact tracing. 

 

Per ora il framework protegge la privacy dei cittadini (o dovremmo dire gli utenti?) e limita i rischi di sorveglianza di massa trattenendo i dati negli smartphone. Ma come evolverà? Cosa succederebbe se Google/Apple cambiassero approccio e cedessero alle richieste degli Stati di accedere a quei dati? 

 

CHAT DI FACEBOOK E FALSE IDENTITA

Se ci facessero accettare distrattamente un aggiornamento “Termini e Condizioni” per accedere ai dati e monetizzare anche quest’ultimo miglio che mancava all’espansione della loro sorveglianza? Con il digitale le identità diventano centomila, così come le opportunità e i rischi.

barbara carfagna

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)