1. ADESSO IL GRANDE CIRCO QUIRINALE PUÒ COMINCIARE A STUPIRCI CON I SUOI EFFETTI SPECIALI. SI PARTIRÀ LA SERA DI SAN SILVESTRO: RE GIORGIO FARÀ CREDERE ALLA NAZIONE CHE IL SUO SECONDO MANDATO SI È CONCLUSO CON UNA SERIE DI RISULTATI ACQUISITI 2. CI PARLERÀ DI PAESE “IN SICUREZZA”, MA LE RIFORME ELETTORALE E DEL BICAMERALISMO RICHIEDERANNO MESI, TRA AGGUATI E TRABOCCHETTI. RESTA POI LA DIFFICILE REALTÀ DEI CONTI PUBBLICI, CON L’OMBRA DI UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE EUROPEA, A MARZO 3. LA BATTAGLIA PER IL COLLE ALLA FINE SI SVOLGERA' TRA PERSONAGGI PIÙ O MENO CAPACI DI TENERE TESTA AL PREMIER SPACCONE E PIÙ O MENO DISPOSTI A GRAZIARE IL BANANA 4. EFFETTI COLLATERALI DELL’INCHIESTA MAFIA CAPITALE. “LASCIANO I SENZATETTO AL GELO. IL COMUNE SI GIUSTIFICA: NON POSSIAMO USARE LE STRUTTURE COINVOLTE NELLE INDAGINI SU BUZZI E CARMINATI”. SEMBRA TANTO LA VENDETTA DEI BUROCRATI FINITI SOTTO INCHIESTA

di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

renzi grasso napolitano boldrinirenzi grasso napolitano boldrini

Adesso il grande circo Quirinale può cominciare a stupirci con i suoi effetti speciali. Si partirà la sera di San Silvestro con il primo gioco di prestigio, il più impegnativo: Re Giorgio farà credere alla nazione che il suo secondo mandato si è concluso con una serie di risultati acquisiti.

 

Ci parlerà di riforme ormai al traguardo e di Paese “in sicurezza”, quando tutti sappiamo che la riforma elettorale e quella del bicameralismo richiederanno ancora mesi di lavoro, tra agguati e trabocchetti. Resta poi la difficile situazione dei conti pubblici, con l’ombra lunga di una procedura d’infrazione europea, a marzo. Ma tutti faremo finta di credere al sovrano in uscita che si compiace del proprio lavoro e i giornali saranno pieni dei suoi successi.

RENZI NAPOLITANORENZI NAPOLITANO

 

Intanto, con l’annuncio di dimissioni, entra nel vivo la partita per la successione. Il pallino ce l’ha in mano il premier e segretario del Pd Renzie e già si profila una battaglia tra due identikit di presidente: un capo dello Stato che non faccia ombra al tenutario di Palazzo Chigi e gli lasci campo libero, e una figura che invece sia autonoma e forte. L’altra caratteristica dirimente, specie alla luce del patto del Nazareno, è la disponibilità del prescelto (o della prescelta) a concedere la grazia a Berlusconi per farlo tornare eleggibile.

 

La battaglia sarà dunque tra personaggi più o meno capaci di tenere testa al premier spaccone e più o meno disposti a graziare il Banana. Ovviamente sentiremo invece parlare di altre doti che realmente non interessano ai partiti come la capacità di essere figure di garanzia. E tra manovre dei franchi tiratori e “Quirinarie” grilline sul loro blog crescerà il desiderio di avere anche noi, come i francesi, l’elezione diretta del capo dello Stato.

 

bacio renzi berlusconibacio renzi berlusconi

2. PIÙ LICENZIAMENTI PER TUTTI

Le nuove regole sulla riforma del lavoro varate la vigilia di Natale fanno discutere e aprono nuovi fronti. Il Corriere titola in prima: “Licenziamenti, il caso statali. Tensione sul Jobs Act. Ncd: poco coraggio. Le critiche di sinistra pd e Cgil. La norma potrebbe valere anche per i nuovi dipendenti pubblici. La replica del ministro Madia”.

 

Repubblica sottolinea le novità sgradite ai sindacati: “il Jobs Act allargato ai licenziamenti collettivi, rivolta dei sindacati. Cgil e Uil sul piede di guerra, dubbi anche dalla Cisl. Fassina: ‘Renzi segue la Troika’. Sacconi: ‘Poco coraggio” (p. 2). Poi intervista Susanna Camusso che minaccia nuovi scioperi (p. 2). Anche se a leggere Libero, la storia sembrerebbe diversa: “Renzi si cala le braghe davanti alla Camusso” (p. 3).

 

cena renzi blair orlando boschi madia 1cena renzi blair orlando boschi madia 1

Tranchant il Cetriolo Quotidiano: “Articolo 18 e Jobs Act, rivoluzione a metà: Meno diritti per tutti. Il ritorno in azienda resta per pochi casi: agli altri licenziati ingiustamente solo un risarcimento massimo di 24 mensilità. E i soldi per i sussidi non aumentano” (p. 4).

 

Mentre sulla Stampa Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, dice: “Ogni anno più di un milione di persone cambia posto di lavoro. Nel giro di pochi anni l’articolo 18 non si applicherà più a nessuno. Quello che non è riuscito a Berlusconi l’ha fatto il governo Renzi” (p. 2). La vede in altro modo il Giornale: “Jobs Act, Ncd sconfitto dal Pd. Approvata una riforma ‘soft’. Scontro nella maggioranza, così Renzi ha beffato gli alfaniani che avevano fatto dell’abolizione dell’articolo 18 una bandiera” (p. 4).

 

3. ROMANZO QUIRINALE

sacconi poletti  jobs act in senatosacconi poletti jobs act in senato

Repubblica si concentra sull’ex Cavaliere: “La mossa di Berlusconi per trattare sul Colle: ‘Non direi no a Prodi’ e chiama il premier. Telefonata di auguri dopo il cdm della vigilia di Natale, Santanchè rassegnata: ‘Ormai posso votare per chiunque’. Ma tra i renziani lo strano fronte tra sinistra Pd e parti di Fi a sostegno del Professore desta sospetti” (p. 9). Il Giornale fotografa una situazione diversa: “Berlusconi, gelo con Matteo su fisco, Quirinale e riforme. Tra Cavaliere e premier niente telefonate per Natale. Bocciato il Jobs Act (‘non serve’). Si tratta sul Colle” (p. 8).

 

Il Messaggero ci tiene allegri con gli auspici di Re Giorgio: “Napolitano prepara il congedo in tv. L’auspicio sul dopo: un nome autorevole” (p. 6). Sarebbe stata una notizia se avesse detto: “Dopo di me un testa di cazzo”. Poi ci aggiorna sui progetti di Pittibimbo: “Il premier studia le ‘rose’ da proporre ad alleati e Fi” (p. 7).

 

SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO

Il Corriere guarda al fronte grillino: “Metodo Consulta per il Colle, Pd e M5S trattano. E la base boccia il comitato espulsioni di Grillo” (p. 5). Ma è lo stesso giornale diretto da Ferruccio De Bortoli a scrivere che vanno avanti le trattative all’ombra del Nazareno: “Tutti i ‘quirinabili’ di centrosinistra e i contatti riservati con Berlusconi. I rapporti tra il leader di Forza Italia e Alfano per decidere se procedere uniti” (p. 8).

 

4. L’ALTRA FACCIA DEL BANANA

Dario RivoltaDario Rivolta

Arriva un libro di Dario Rivolta, ex segretario di Berlusconi, ed ecco un ritratto inedito del leader di Forza Italia: “Democristiano, indeciso e pauroso: tic e gaffe del Berlusconi segreto”. Sfatato anche il mito di Berlusca super-manager: “Il Cavaliere non è mai stato un decisionista, rimanda le decisioni finchè non diventano obbligatorie. Lui stesso vorrebbe vendersi come un soggetto forte, anche fisicamente, mentre è un pauroso. Rifugge dallo scontro, anche verbale” (Stampa, p. 6). Il suo rapporto con Fitto sembra confermarlo. 

 

5. I CALIFFI DEL CASELLO

Una delle poche certezze italiche è che, con qualunque governo, i concessionari autostradali fanno quello che vogliono, riuniti nella potente lobby Aiscat guidata da Fabrizio Palenzona (vicepresidente di Unicredit). Il Corriere oggi però accende un faro: “Il favore alle autostrade nel Milleproroghe. Altri sei mesi di tempo per le concessioni. E arriva anche la richiesta di aumentare i pedaggi”. Gli aumenti sarebbero del 9%, secondo le associazioni dei consumatori.

autostradeautostrade

 

Scrive Sergio Rizzo: “Questa volta le ragioni dei concessionari sarebbero anche nel calo del traffico causato dalla crisi economica. Meno auto, meno incassi, meno profitti: dunque se ne facciano carico gli utenti ai quali però si dovrebbe pure spiegare come mai quando il traffico invece aumentava, gli incassi salivano e i profitti volavano, le tariffe aumentavano lo stesso” (p. 8).

 

6. UN AMICO DEL SOR-GENIO ALL’INPS

TITO BOERI TITO BOERI

Renzie mette Tito Boeri, economista vicino a Carletto De Benedetti, alla guida dell’Inps, ma secondo Libero commette un errore da matita blu: “Boeri non ha i titoli per quel ruolo. Lo statuto specifica che il numero uno deve avere avuto in passato esperienze manageriali” (p. 5).

 

7. LA COMMEDIA TRISTE DEI MARÒ

Si continua a perdere tempo sul caso dei due marò che hanno ammazzato per sbaglio due pescatori indiani. Repubblica: “Marò, l’India prende tempo. ‘I governi stanno discutendo ma a decidere sono i giudici’. ‘La nostra magistratura è indipendente e imparziale’, Roma avrebbe offerto scuse ufficiali e risarcimenti” (p. 6). Mentre la Moscerini fa notare che “sono in gioco le relazioni tra l’Unione europea e Nuova Delhi” (pp. 6-7). Ottimismo sul Messaggero: “Marò, il governo indiano: sì al dialogo. Ma il portavoce chiarisce: ‘Dovrà prima esprimersi la giustizia, che è libera e autonoma, poi la diplomazia” (p. 14).

 

8. E CICCIO-KIM RIEMPIE LE SALE

 salvatore girone Massimiliano Latorre  salvatore girone Massimiliano Latorre

Buone notizie dai cinema americani. “Tutti in coda per il film su Kim Jong-un. ‘The interview’ è uscito a Natale in 300 sale e in streaming”. “Quel cinepanettone contro Pyongyang che in realtà deride la cultura da talk show” (Repubblica, p. 14). Per la Stampa, “The Interview’? Prende in giro più gli Usa che la Nord Corea. Nel discusso film uscito a Natale Kim Jong-un piange e il suo regime crolla, ma anche la pretesa americana di esportare la democrazia viene ridicolizzata” (p. 15).

sony hack the interview 9sony hack the interview 9

 

9. ULTIME DA UN POST-PAESE

Effetti collaterali indecorosi per l’inchiesta Mafia Capitale. Il Cetriolo Quotidiano denuncia in prima pagina: “Con la scusa di Mafia Capitale lasciano i senzatetto al gelo. A Roma sono 8mila le persone per strada. Con l’atteso calo delle temperature rischiano la vita ogni notte. Sono pochi i ricoveri a disposizione, il Comune si giustifica con una motivazione assurda: non possiamo usare le strutture coinvolte nelle indagini su Buzzi e Carminati”. Sembra tanto la vendetta dei burocrati finiti sotto inchiesta.

 

BARBONIBARBONI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”