1. A COSA SERVONO DAVVERO I “GOOGLE GLASS”, CHE MOUNTAIN VIEW SVILUPPA DA ANNI? 2. I SUPEROCCHIALI NON SONO UN GIOCHINO HI-TECH MA L’ARMA DI GOOGLE PER CONTROLLARE DEFINITIVAMENTE LE NOSTRE VITE IN DIRETTA STREAMING. LE LENTI, INFATTI, POSSONO FARE MOLTE COSE TRA CUI IDENTIFICARE GLI ESTRANEI IN PUBBLICO CON IL RICONOSCIMENTO FACCIALE O REGISTRARE CONVERSAZIONI E IMMAGINI PRIVATE 3. NELLE BAIE DI SAN FRANCISCO E PORTLAND, SONO APPARSE DUE ENORMI ISOLE GALLEGGIANTI, MISTERIOSE STRUTTURE D’ACCIAIO APPARTENENTI A GOOGLE. COSA SONO? 4. ALCUNI PENSANO SIANO DEGLI INNOVATIVI MEGASTORE PER I “GLASS”, MA PER ALTRI SAREBBERO “DATA CENTER” DA TENERE FUORI DALLE ACQUE TERRITORIALI E LONTANO DALLE LEGGI USA, SERVER MOBILI DA TRASFERIRE IN ALTRI CONTINENTI IN CASO DI “NECESSITÀ”

1 - GOOGLE GLASS
Glauco Benigni per Dagospia

SCHEDA DATI
Proprietario : Google Inc. / fabbricante : Foxconn / famiglie tecnologiche : realtà aumentata, display ottico da testa, dispositivi e computer indossabili.
Disponibile da febbraio 2013 in Usa solo per sviluppatori e sperimentatori
Disponibile sul mercato Consumatori: dal 2014
Prezzo di lancio : versione Explorer $ 1500 - versione per consumatori $ 300-500
Sistema operativo : Android ( 4.0.4 )
Capacità di stoccaggio : 16 GB di flash totale ( 12 GB di memoria utilizzabile )
Memoria : 1 GB di RAM
Schermo : 640 × 360 pixel (equivalente a 25 pollici da 8 piedi di distanza )
Suono : via auricolari
Comandi : vocali attraverso il microfono, accelerometro, giroscopio, magnetometro
Controllo : Touchpad (lungo la barretta laterale degli occhiali), app. MyGlass da telefono
Fotocamera : 5 MP (foto), 720p (video)
Connettività alla Rete Web : Wi-Fi 802.11b / g , Bluetooth, micro USB
Peso : 50 grammi

Basta guardare la scheda dati per capire, anche se non siete grandi esperti, che non si tratta solo del nuovo gadget tecnologico di inizio secolo, ma di un potente strumento miniaturizzato. Da guerra ? Forse no, anche se la tecnologia è di ispirazione militare , comunque da aspiranti 007 certamente sì. Si dice : e' un PC + smart phone da indossare.

Ma non è solo così, perchè le sue eccezionali capacità lo rendono anche pericolosamente ambiguo : se non altro in grado di violare segretamente la privacy di quanti appaiono nel suo campo visivo e inoltre, secondo analisti che si preoccupano anche dell'aspetto neurologico, tale da far tendere a zero il bisogno della propria memoria biologica.

Comunque chi pensava di regalarlo a Natale al figlio o alla fidanzata non avrà questa gioia. I Boss di Mountain View, padroni di Google Inc., stanno esasperando la fase di sperimentazione e spostando progressivamente la data di comparsa sul mercato dei consumatori. L'unica attuale certezza è un generico: "lo avrete nel 2014". In Usa forse saranno in vendita a primavera.

Google Glass, al dunque, è un computer portatile con un minischermo ( equivalente a 25 pollici visti da 2 metri di distanza) visibile nell'angolo superiore destro di un paio di occhiali. E' stato sviluppato nell'ambito del progetto di ricerca e sviluppo detto "Project Glass". La sua missione commerciale è immettere nel mercato di massa un minicomputer assolutamente diverso dai precedenti. La sua missione strategica è consentire a Google di assumere una leadership incontrastata nell' Era Digitale.

Google Glass visualizza le informazioni come uno smartphone, ma lascia le mani libere e può comunicare con Internet tramite comandi vocali. Google sta pensando a partnership con alcuni grandi produttori di occhiali da sole, fra cui Ray- Ban ma vuole anche aprire negozi al dettaglio per consentire ai clienti di provare il dispositivo.

Attualmente in USA è in circolazione l' Explorer Edition ( versione per la sperimentazione). Questa non può essere utilizzata da persone che portano gli occhiali da vista , ma i produttori hanno recentemente confermato che : " non temete stiamo realizzando un modello anche per miopi e presbiti".

Glass nasce all'interno di "Google X", un laboratorio top secret californiano che funziona alle dirette dipendenze di Larry Page, uno dei padri fondatori di Google. Il progetto è stato annunciato ed è curato da tre scienziati : Mr. Babak Parviz, un ingegnere elettronico che si diletta anche a inserire schermi nelle lenti a contatto ; Mr. Steve Lee, specialista di geolocalizzazione e Mr. Sebastian Thrun, che lavora anche per realizzare l'automobile senza autista. Mr. Thad Starner, esperto di realtà aumentata , è il direttore del progetto.

Sebbene gli schermi da testa per la realtà aumentata non siano una nuova idea, il progetto ha scatenato una morbosa attenzione da parte dei media. In primo luogo perchè è firmato Google, ma non solo, anche a causa delle previsioni di vendita adombrate da alcune società di ricerca. Alcune si limitano a predire 5 milioni di Glass nel 2016, altre invece, tra cui l'autorevole ABI Research, ipotizzano la stratosferica vendita di 485 milioni di pezzi, da oggi al 2018, appartenenti all'intera famiglia dei dispositivi indossabili (quindi anche smartwatches, cuffie e cuffiette, bracciali per sportivi, etc...). E Google Glass punta a diventare il Re dei dispositivi indossabili.

Il prodotto aveva affrontato i primi test nell'aprile 2012. Immediatamente Sergey Brin, l'altro padre fondatore di Google, l'aveva indossato in pubblico, alla Foundation Fighting Blindness di San Francisco. Da quel momento i media di tutto il mondo hanno cominciato a "tracciare" gli sviluppi e gli abilissimi promoter di Google, come sempre, hanno orchestrato il coro degli informatori.

Nel maggio 2012 è stato mostrato il primo video di prova girato con i Google Glass. Poi si è prestato a fare da testimonial il vicegovernatore della California, Gavin Newsom. A giugno 2012 paracadutisti e appassionati di mountain bike, in diretta streaming, hanno confermato le grandi capacità di ripresa video . Un anno dopo il vero colpaccio mediatico: il 21 giugno 2013, il medico spagnolo Pedro Guillen, primario della Clínica Cemtro di Madrid , è diventato il primo chirurgo della storia che ha ripreso e trasmesso un intervento nel corso del quale indossava i Google Glass .

Grazie a Droiders società spagnola, titolare dei diritti del sistema in Spagna , un impianto di condrociti nel ginocchio di un paziente di 49 anni , è stato visto in streaming in tutto il mondo su Internet, permettendo a un altro medico, il dottor Homero Rivas (Facoltà di Medicina dell'Università di Stanford , California) di partecipare da posizione remota all'operazione. L'esperimento è stato ripetuto il 17 settembre 2013 e stavolta è stato seguito in 250 ospedali del mondo.

Unitamente alla campagna mediatica è scattata su grande scala la sperimentazione : a giugno 2013 utenti potenziali del Regno Unito sono stati sollecitati ad usare il prodotto e hanno rilasciato commenti sul suo utilizzo.

In USA qualche mese prima era stato varato il Programma Glass Explorer dedicato agli sviluppatori di applications e ai consumatori. I candidati dovevano inviare un messaggio - di 50 parole o meno su Google+ o Twitter con l'hashtag " # ifihadglass - ed erano selezionati durante incontri a New York , San Francisco o Los Angeles dove ottenevano, per la modica somma di 1500 dollari, la versione Explorer dei Google Glass . Ovviamente c'è stato un effetto valanga. Qualcuno però, dopo essere entrato in possesso dell'oggetto, ha provato a metterlo all''asta su E-Bay raggiungendo offerte che hanno superato i 15.000 dollari.

In occasione delle prime consegne agli sperimentatori si cominciò a capirne di più : l' Explorer Edition riceve i dati tramite Wi-Fi oppure via Bluetooth. Il 16 aprile 2013, Google annunciava che la produzione delle "unità iniziali" per la sperimentazione era stata completata e rilasciava anche una pagina web di configurazione per i Glass . Dopo una serie di test sulla qualità audio video e sul controllo dei volumi, in agosto, sono state selezionate 10.000 persone per testare la prima versione del dispositivo.

Nel frattempo erano scesi in campo alcuni competitors dalle sigle altisonanti : parliamo di Microsoft, che ha chiamato a raccolta un bel numero di partners asiatici e di Samsung che propone di integrare il suo già esistente smartwatch con un proprio Glass. Tra i concorrenti c'è da rilevare anche la presenza di un progetto italiano, denominato Glass Up, che sembra non sia per niente male.

Per batterli, già nella fase gestatoria, Google ha puntato allora sulle Applicazioni, ovviamente recuperando e inserendo le proprie applicazioni già esistenti (Google Ora , Google Maps , Google+, Gmail, etc...) ma soprattuto sollecitando i suoi sviluppatori-sperimentatori a darsi da fare e a spronare la fantasia.

Grazie ad un sapiente dosaggio di informazioni riservate al parco sperimentatori, molti sviluppatori hanno realizzato dunque applicazioni per Glass. In dettaglio: per gestione notizie, riconoscimento facciale, manipolazione di foto e condivisione con i social network, ma anche giochi, ricette di cucina , etc... Già il 16 maggio 2013, Google ha annunciato il rilascio di sette nuove applicazioni, tra cui: gestione appunti (Evernote) , notizie di moda di Elle e "lanci" della CNN .

In seguito ha annunciato in agosto un lettore video integrato con controlli di riproduzione, la possibilità di inviare un aggiornamento di percorso e quella di salvare le note di Evernote. Diversi altri miglioramenti includono controlli di volume e un migliore riconoscimento vocale.

Il riconoscimento vocale è un punto cruciale. Come accennato infatti Glass è attivato anche voce. All'inizio i portatori possono semplicemente inclinare la testa a 30 ° verso l'alto o toccare l'asta di sostegno che funziona come un touchpad o dire "OK , Glass ". Una volta in funzione i portatori possono impartire comandi.

Ad esempio : "Scatta una foto " , "Registra un video ", " Dimmi in quale anno è morto Napoleone" , "Dammi indicazioni per andare al Colosseo", "Comprami un biglietto per un concerto" o " Invia un messaggio a Dora ". I risultati compaiono sul minischermo e le risposte vocali si ottengono attraverso un transduttore posto accanto all'orecchio, con un volume però che deve risultare impercettibile alle altre persone nei pressi.

Nel novembre 2012, Glass è stato definito dalla rivista Time "una delle migliori invenzioni dell'anno" ma a quel punto sono anche emersi i problemi. La funzionalità di Glass e l'aspetto minimalista hanno convinto gli esperti a definirlo "un dispositivo che influenza sia la privacy che la segretezza" . Preoccupazioni sono state sollevate da varie fonti circa l'intrusione e l'etica. "Utilizzare il dispositivo in pubblico e filmare persone senza il loro permesso? Non si può!"

Di fatto chi indossa tali occhiali può essere in grado di identificare gli estranei in pubblico utilizzando il riconoscimento facciale o surrettiziamente registrare e trasmettere immagini e conversazioni private. Altre preoccupazioni sono state sollevate sulla legalità di Glass in Russia , Ucraina e altri paesi dell'ex Impero Sovietico. Problemi di privacy e sicurezza sono stati sollevati da una Commissione del Governo USA anche nel caso in cui il dispositivo viene rubato o perso. Per affrontare queste emergenze Google ha risposto che sta lavorando a un sistema di blocco da remoto che utilizza l'interfaccia web.

Molto determinati appaiono i Casinò : "qui da noi - dicono a Las Vegas a ad Atlatic City - i Glass non entreranno mai ". Il Ministero dei Trasporti inglese e quello del West Virginia in Usa hanno già chiarito che: "chi indossa i Glass durante la guida commette un reato penale"

Nel corso della sperimentazione si è creato inoltre uno strano "garbuglio". Il Programma Explorer afferma che: " non si può rivendere, prestare, trasferire o dare il vostro dispositivo ad altre persone. Se lo fate senza l'autorizzazione, Google si riserva il diritto di disattivare il dispositivo e nessuno sarà rimborsato" Considerando che chi ha in mano i Glass li ha anche pagati 1500 dollari, la rivista Wired ha commentato questa politica scrivendo : "Benvenuti nel nuovo mondo, quello in cui le aziende vogliono mantenere il controllo dei loro prodotti , anche dopo che i consumatori li acquistano".

Allo stato attuale quindi non sembra che i Google Glass ( e gli altri simili dispositivi indossabili) avranno vita facile . Lo scontro con le Autorità dei diversi Governi è lo scoglio maggiore da aggirare. Sarà anche perché molti Governi hanno scoperto che Google non paga le tasse sui territori da dove trae i suoi profitti?

2 - IL GIALLO DELLE 2 ISOLE GALLEGGIANTI - CENTRI DATI O NEGOZI DI GOOGLE?
Massimo Gaggi per "Il Corriere della Sera"

Gli ingredienti per una storia enigmatica e avvincente sono molti: un'isola galleggiante - un'enorme zattera d'acciaio sulla quale sorge un castello fatto di vari piani di container - spuntata all'improvviso nel bel mezzo della baia di San Francisco. Una struttura analoga che si materializza in modo altrettanto misterioso dall'altra parte degli Stati Uniti, sull'Atlantico: vicino a Portland, lungo la costa del Maine.

Nessuno sa nulla di preciso su queste due isole galleggianti che non hanno nomi né numeri, ma numerosi indizi portano a Google: si parla di «data center» da tenere, in caso di necessità, fuori dalle acque territoriali Usa, di «server» mobili da trasferire in altri continenti, di strutture di «back up». Centri di elaborazione di riserva da attivare in caso di catastrofi naturali o di guerre. Ma queste strutture potrebbero anche essere un nuovo tipo di negozio galleggiante - e quindi mobile - che l'azienda di Mountain View si preparerebbe a opporre agli Apple Store del suo rivale di Cupertino. Un modo innovativo di vendere un prodotto già di per sé rivoluzionario: i Google Glass, i suoi occhiali elettronici.

L'azienda di Larry Page e Sergey Brin risponde per ora con un «no comment» alla grandinata di domande dei cronisti californiani che stanno seguendo l'appassionante vicenda. E allora non resta che raccontarla, questa strana storia cominciata qualche giorno fa quando l'«oggetto misterioso» è improvvisamente comparso davanti all'isola artificiale che la Marina Usa ha dato in affitto al comune di San Francisco. Un'isola che la Navy non poteva che battezzare «Treasure Island», l'isola del tesoro.

La grande piattaforma d'acciaio, lunga quasi 80 metri e larga più di 20 si è materializzata davanti a un grande capannone, l'hangar numero 3, nel quale sono state presumibilmente costruite le strutture montate sulla zattera. Strutture che, secondo molti tecnici, fanno pensare a un «data center» galleggiante, un progetto coltivato da anni da Google che nel 2009 l'ha anche brevettato.

I cronisti californiani da giorni al lavoro, a cominciare da quelli del sito Cnet , hanno rintracciato alcuni ingegneri, in passato dipendenti di Google, che hanno confermato: c'era un progetto di questo tipo, l'azienda voleva usare navi in disarmo, ma si rese conto che riconvertirle era più costoso che costruire strutture nuove. Quelle disegnate allora sono molto simili all'isola in costruzione nella baia.

Le autorità di San Francisco sostengono che l'Hangar 3 è stato affittato a una società che si chiama «By and Large», non da Google. Ma questa società è pressoché sconosciuta. E i due personaggi che dovrebbero esserne i capi sono in qualche modo riconducibili a Google. Di più: i lavoratori dell'hangar, quando vanno a mangiare in bar e ristoranti della zona, pagano con carte di credito di Google.

Ce n'è abbastanza per dare il via a una girandola di supposizioni sempre più avventurose: centri di elaborazione dati di riserva, da dislocare in giro per il mondo e attivare i caso di catastrofi naturali o guerre? O strutture che dovrebbero consentire a Google di garantirsi in qualunque circostanza la extraterritorialità della gestione di almeno una parte della gigantesca mole di dati che transitano per i suoi server?

La fantasia si scatena, favorita anche dalla tendenza di Google a imbarcarsi in avventure affascinanti: dall'auto che si guida da sola al progetto di una rete wireless planetaria basata su una rete di palloni aerostatici e di dirigibili, ora in via di sperimentazione in Nuova Zelanda.

Ma ecco che la Kpix , una rete televisiva locale affiliata alla Cbs , tira fuori un'ipotesi completamente diversa: l'isola galleggiante potrebbe essere un nuovo tipo di negozio mobile. Google ha bisogno di una rete per vendere i suoi nuovi occhiali elettronici. Non volendo ricalcare il modello degli Apple Store, potrebbe tentare la via dei punti vendita galleggianti da ancorare nelle città affacciate sul mare o attraversate da un fiume.
Fonti vicine a Google sembrano accreditare questa ipotesi. Anche a Cnet ammettono di averne sentito parlare.

Ma diffidano: gli ingegneri dicono che quel castello di container è poco adatto ad essere usato come megastore. Potrebbe essere un depistaggio. E intanto altri ex dipendenti dell'azienda della Silicon Valley raccontano che la società aveva progettato una rete di 12 «data center» di riserva da dislocare in giro per il mondo: quattro negli Usa, gli altri otto in Asia, Europa e Sud America. Il mistero continua.

 

 

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