gadda mussolini

“NON E’ CON IL CAZZO CHE SI SPIEGA IL FASCISMO” - TORNA LA FURIA DI “EROS E PRIAPO”, L'OPERA ANTIFASCISTA DELL’EX FASCISTA CARLO EMILIO GADDA ACCUSATA DI ESSERE “INTOLLERABILMENTE OSCENA” E USCITA SOLO NEL ‘67- L' OMOSESSUALITÀ DELLO SCRITTORE FUNZIONA DA DETONATORE DI UN CONFLITTO EROTICO: SEDOTTO DAL DUCE, GADDA SI È RITROVATO TRADITO E L'ODIO HA PRESO IL POSTO DELL'AMORE

Stenio Solinas per il Giornale

 

GADDAGADDA

Era stato fascista, Gadda. Lo era stato sin dall' inizio e quasi sino alla fine. Era dovuto arrivare il 25 luglio, e poi l' Otto settembre e infine l' esodo dei primi mesi del' 44, e insomma il combinato disposto del Re che faceva arrestare il Duce, del voltafaccia militare di Badoglio e dei bombardamenti alleati su Firenze, perché la sua fede andasse in pezzi. Un' altra Caporetto era superiore alle sue forze.

 

Carlo Emilio Gadda (1893-1973) era un patriota e un uomo d' ordine e insieme un gran borghese che detestava la piccola e media borghesia, «l' attivismo salumieresco» che ne era alla base, e anche questo era tipicamente fascista, il pensare di fare una rivoluzione disprezzando la classe sociale che ne era alla base, illudendosi di purificarla con il pensiero e con l' azione...

 

Proprio in quel 1944 in cui Gadda si scopriva antifascista per paura e per disperazione, era uscito L' Adalgisa, ovvero la summa del disprezzo che «il Robespierre della borghesia milanese» nutriva per «la somaresca tribù» che la incarnava, ma ciò che un decennio prima, quando la requisitoria aveva cominciato a prendere forma, rientrava nello spirito fascista antiborghese, un decennio dopo si rovesciava sulla testa del suo attonito creatore, mutata di segno e di senso.

GADDAGADDA

 

Non c' era più il fascismo al potere, ma c' era una guerra civile e un' invasione di eserciti; l' antifascismo nato dalla consapevolezza di una guerra perduta si mischiava a quello ideologico che fino al giorno prima era stato minoritario e in esilio; la Resistenza vedeva renitenza alla leva forzata nel nord del Paese, sussulti di indignazione e di riscatto nazionale, sensi di colpa e voglia di dare un taglio al passato. In questo magma, la gaddiana rabbia antiborghese rischiava di apparire disfattismo verso il nuovo mondo che nasceva dalle rovine del vecchio, atto d' accusa non contro il regime caduto, ma contro chi ne prendeva il posto...

 

Nel caos di quei mesi, Gadda temeva di essere sbrigativamente arrestato dai partigiani per connivenza con il fascismo, e sbrigativamente deportato dai tedeschi per vagabondaggio e/o diserzione: era scappato da Firenze, era finito ospite in un casale avendo per compagni di sventura un fascistissimo accademico d' Italia come Riccardo Bacchelli, ma anche l' ex rettore della Normale di Pisa Luigi Russo, radiato per non aver aderito alla Repubblica sociale.

 

EROS E PRIAPO GADDAEROS E PRIAPO GADDA

Proprio Russo gli aveva donato con tanto di dedica l' edizione del Decamerone da lui curata, ma Gadda aveva strappato quella pagina: troppo compromettente... Alla fine, si era messo a vagare per la campagna toscana, era finito dritto in bocca a un commando inglese e così era approdato a Roma. Eros e Priapo nasce allora.

 

Tra l' estate del '44 e la primavera del '45, il libro è pronto. «Volume di circa 300 pagine riguardante il sostrato erotico del dramma ventennale testé chiuso» scrive Gadda nella scheda di presentazione. «A carattere irruente, e redatto con estrema libertà di linguaggio.

 

In gran parte il testo risulta di una prosa arcaicheggiante di tipo toscano cinquecentesco, con interpolazioni dialettali varie (romanesco, lombardo)».

 

In sostanza, si tratta di un trattato sul carattere «narcissico» degli italiani, carattere che in Mussolini ha avuto il suo esempio più virulento, ovvero non tanto e non solo una rilettura psico-sessuale del Fascismo, ma piuttosto il rapporto tra narcisismo individuale e vivere civile e quindi l' incapacità delle masse a frenare la loro propensione all' idolatria narcisistica.

 

Il Priapo Mussolini, insomma è stato reso possibile dall'«Eros naturale» di quaranta e passa milioni di italiani. «Se Eros è alle radici della vita e delle personalità individue, come dell' istinto e della pragmatica d' ogni socialità e d' ogni associazione di fatto, d' ogni fenomeno collettivo», la sua degenerazione è ciò che ha creato il Fascismo.

 

Eros e Priapo però non esce. «Intollerabilmente osceno» è il giudizio che nell' aprile del 1946 il critico Enrico Falqui gli fa avere a proposito della pubblicazione di un estratto sulla sua rivista. C' è però un contratto pronto con Alberto Mondadori e quindi il rifiuto di Falqui di per sé sarebbe ininfluente.

MUSSOLINIMUSSOLINI

 

Ciò di cui Gadda si rende conto è però ben altro: l' oscenità di cui lo si accusa, non è stilistica, non appartiene al linguaggio. Più semplicemente, la «classe dei colti» del suo tempo, di cui Falqui è uno dei tanti chierichetti, ma «Flora, Croce, Salvatorelli, Baldini» sono i sommi sacerdoti, si rifiuta di connettere con la storia «i fatti erotici nascosti sotto le parvenze oratorie, ornamentali della vita.

 

E tuttavia la realtà sussiste e domanda di essere affermata». In sostanza, è l' impianto stesso di Eros e Priapo che viene contestato, la sua interpretazione, la fallocrazia come chiave di volta per spiegare una tragedia nazionale. Per dirla crudamente, volgarmente, ma anche gaddianamente, non è con il cazzo che si spiega il fascismo...

 

GADDAGADDA

E però, senza questo presupposto, Eros e Priapo, che altro non è che una variazione sul tema, non sta in piedi, diventa stilisticamente un mostruoso esercizio di bravura che, superato lo sbalordimento iniziale, si fa ripetitivo e si avvita su se stesso.

 

Passeranno ancora vent' anni, prima che il libro esca (nel '67). E però, quando accade, è come se fosse un altro libro.

 

Ne danno conto benissimo Paola Italia e Giorgio Pinotti in questa nuova edizione (Eros e Priapo, Adelphi, pagg. 452, euro 24) basata sul ritrovamento del manoscritto originale. Si comincia con un editing che definire maldestro è dir poco, di Enzo Siciliano, allora redattore della Garzanti, si prosegue con intere sezioni mancanti, mentre altre sono espurgate, come autore non figura Gadda, ma un suo eteronimo anagrammatico, Alì Oco de Madrigal... È che, vent' anni dopo, la furia di quel pamphlet non gli appartiene più, anche perché «a nessuno è lecito persistere vanamente nell' odio, nella rancura».

MUSSOLINI HITLERMUSSOLINI HITLER

 

Gli sembra inopportuno e inaccettabile, un relitto «sgradevole e rozzo». Ha superato da tempo i settant' anni, Gadda, e gli rimangono ancora cinque anni di vita: si sente stanco e, soprattutto, si sente ostaggio degli editori, si difende come può. Editorialmente parlando, non è una bella pagina...

 

Torniamo un attimo indietro. La psicanalisi, si sa, può portare a tutto e quindi a niente. Lascia a desiderare come scienza, ma è una formidabile materia per romanzi. Sotto questo aspetto, il narcisismo infantile e fallocratico che in Eros e Priapo Gadda imputa a Mussolini, è speculare al narcisismo verbale e scurrile presente nel libro e sorprende che nessuno o quasi se ne sia accorto. Gadda qui è come Mussolini: esibizionista, innamorato di se stesso, sprezzante, gaudente e irridente, voglioso di stupire e di essere ammirato. L' uno e l' altro soffrono della stessa sindrome «narcissica».

EROS E PRIAPO GADDAEROS E PRIAPO GADDA

 

In più, l' omosessualità di Gadda, nascosta, repressa, rimossa o latente che sia, funziona da detonatore di un conflitto erotico-sentimentale: sedotto dal Duce, l' uomo-scrittore Gadda si è ritrovato tradito e abbandonato e l' odio ha preso il posto dell' amore. Già, sul lettino dello psicanalista c' è materia per romanzi...

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?