L’ARTE AL DI LA’ DEL BENE E DEL MALE: LENI RIEFENSTAHL - REGISTA GENIALE DELL’IMMAGINE DI HITLER, UN LIBRO RACCONTA UNA DELLE FIGURE PIÙ CONTROVERSE DELL’EPOCA NAZISTA

Barbara Tomasino per "Liberoquotidiano"

Bella, ambiziosa, cinica, teatrale, isterica e geniale: Leni Riefenstahl, la protetta del Führer, è stata una delle figure più controverse dell'epoca nazista, lei che non ha mai preso la tessera del partito né professato apertamente l'antisemitismo, eppure ha nutrito la propria sfrenata ambizione con i soldi e con l'ideologia deviata del superominismo dell'apparato nazionalsocialista. Fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 2003 a 101 anni, la bella di Berlino si è dovuta difendere dagli attacchi dei detrattori, cercando una stretta e tortuosa via di fuga che attraverso il genio della sua arte l'assolvesse dai peccati della storia e dal giudizio dei posteri.

Durante il processo di denazificazione, avviato nel 1946, la Riefenstahl venne assolta, ma l'etichetta infamante di seguace di Hitler l'accompagnò per il resto dei suoi giorni, nonostante il suo preteso razzismo sia stato clamorosamente smentito dal magnifico reportage fotografico sui Nuba dell'Africa.

Ora la parabola artistica e di vita della regista tedesca viene ripercorsa nella biografia romanzata di Lilian Auzas (Riefenstahl, Elliot, pp. 220, euro 18,50), un giovane studioso d'arte africana che è rimasto talmente affascinato dalla figura di Leni, quintessenza di un groviglio di infiammate contraddizioni, da dedicarle anni di ricerche e pagine appassionate.

«Le ballerine espressioniste sono delle cariatidi di marmo, stoiche e fredde, che rivelano improvvisamente un'indefinibile dolcezza e l'incandescenza insospettata di una pelle quasi nuda. Possono incarnare qualsiasi cosa, una dopo l'altra, sono il paradiso e l'inferno, l'anima umana nella sua notte oscura e, a un tratto, nel suo splendore; danzano il destino di qualunque uomo e la vita di ciascuna di loro, la loro vita di ragazze stanche, assottigliate dalla ricerca della perfezione, del sublime», così descrive l'autore la giovane ballerina all'inizio della sua carriera, quando gli applausi scroscianti provenivano da una platea incantata dal talento e dal vigore della sua danza.

La ragazza dallo «sguardo d'argento» (Silberblick in tedesco, un modo poetico per intendere lo strabismo) sapeva di essere destinata a grandi cose: l'incidente che mise fine alla sua carriera di ballerina è stato solo l'inizio della sua nuova vita di attrice di film di montagna prima e di osannata regista dopo.

«E Leni Riefenstahl fece il cinema... Non sapeva ancora che un certo Adolf Hitler l'aveva ammirata da quel giorno. La cosa più bella che abbia mai visto al cinema è stata la danza della Riefenstahl davanti al mare ne La montagna sacra, confiderà a Wilhelm Brück». Astuta manipolatrice, la cineasta sapeva come e quando dosare suppliche e lacrime per ottenere i finanziamenti per i suoi film e quando sbattere i pugni e ricorrere al proprio ascendente sul Führer per aggirare gli ostacoli creati dal rozzo Goebbels.

Imbevuta di cultura prussiana e alla spasmodica ricerca - attraverso la fisicità dei corpi, la natura selvaggia, la raggelante bellezza delle geometrie - del sublime di nietzschiana memoria, la regista s'impone come artista di regime nel 1935 con Il trionfo della volontà, un film di propaganda che documenta il raduno del partito nazista a Norimberga nel 1934.

Se da un lato appaiono stupefacenti le tecniche di ripresa e montaggio che testimoniano «una terrificante volontà di potenza» delle immagini, dall'altro la forza della sua arte - sottolinea Auzas - ammanta di realtà una finzione: il popolo tedesco appare unificato per la prima volta dal 1914, ma l'orrore è già insito in quelle stesse immagini create da «una grande cineasta» che, «ricordandosi che non ci si nutre di solo pane, apporta a questa sinistra realtà tutta la bellezza e la maestà della sua arte», erigendo un primo selvaggio monumento artistico del regime nazista.

Il secondo sarà Olympia, documento dei Giochi Olimpici del '36 a Berlino, unanimemente riconosciuto come un capolavoro da un punto di vista registico (le buche a bordo campo dove far scorrere i carrelli con le cineprese, le riprese dall'alto, la simultaneità di decine di macchine da presa), ma fortemente criticato per la sua implicita apologia della razza ariana quale categoria del corpo e dello spirito assimilata agli ideali plastici dell'Olimpo ellenico. Eppure Leni aveva amici ebrei, perfino il suo medico di fiducia, omosessuali e comunisti, come non curarsi di quello che stava accadendo sotto ai suoi occhi?

Dire che i giornali non informavano; che la Notte dei cristalli è avvenuta mentre lei soggiornava negli Stati Uniti; stimare e giurare fedeltà a un uomo che ai suoi sottoposti dava l'ordine di sterminare un popolo, solo perché nel privato le si mostrava affabile e comprensivo, è una giustificazione?

Questa è la domanda che ossessiona il biografo: il prodotto del genio e l'irrefrenabile impulso di portarlo a coincidere con le proprie utopie, ci assolve dalle ineluttabili colpe della storia? Leni finì la sua vita, da centenaria con la Leika in mano, muovendosi tra reportage in terra d'Africa, nella sua eterna sfida agli uomini e alla bellezza.

 

Leni Riefenstahl at Nurem leni RIEFENSTAHLLeni Riefenstahl film RIEFENSTAHLhitler e il maggiolino da GQ HITLER SOLDATI jpegHITLER EVA BRAUN COLORI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA, NONCHÉ SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....