tagle francesco merlo giorgia meloni

“SOLO I TRINARICIUTI DI DESTRA SOSTENGONO ANCORA CHE ‘IMAGINE’ SIA ANTICRISTIANA” FRANCESCO MERLO COMMENTA IL VIDEO IN CUI IL CARDINALE PAPABILE, IL FILIPPINO TAGLE, INTONA LA CANZONE DI JOHN LENNON: “QUANDO È CANTATO IN CORO, L’INNO ALLA PACE E ALLA FRATELLANZA DI JOHN LENNON, CRITICATO DA GIORGIA MELONI CON GLI STESSI TONI USATI PER IL MANIFESTO DI VENTOTENE (‘È L’INNO DELL’OMOLOGAZIONE MONDIALISTA’), HA UN EFFETTO-PREGHIERA. DA VERO VOLPONE DEL POP, TAGLE, SCAMICIATO E STONATO, SEMBRA INFATTI AVER CAPITO CHE UN INNO, PIÙ LO SI ASCOLTA BENE QUANTO PIÙ È CANTATO MALE. IL SUCCESSO VIRALE DEL FILMATO È UNA BEFFA AGLI INTEGRALISTI AMERICANI CHE…” - VIDEO

 

Francesco Merlo per “la Repubblica” - Estratti

 

LUIS ANTONIO TAGLE CANTA IMAGINE

Solo i trinariciuti di destra sostengono ancora che sia anticristiana Imagine, la canzone che dal 1971 emoziona il mondo. Oggi più di allora, quando è cantato in coro, l’inno alla pace e alla fratellanza di Lennon ha un effetto-preghiera che trasmette più spiritualità del Tantum Ergo Sacramentum e forse del Padre nostro. Infatti Imagine ha dato un tocco da comunità di Assisi e da Fratello Sole alla teologia cardinalizia del filippino Tagle, detto Chito. 

 

(...)

 

Da vero volpone del pop, Tagle, scamiciato e stonato, sembra infatti aver capito che un inno, qualsiasi inno, più lo si ascolta bene quanto più è cantato male. Il successo virale del video è una beffa agli integralisti americani che, per primi, lo avevano diffuso per indebolire Tagle in Conclave. Hanno ottenuto l’effetto contrario, rendendolo più simpatico grazie al fascino di una canzone che le sentenze di condanna dei “tribunali della coscienza” hanno solo arricchito.

 

Luis Antonio Tagle

Quando, addirittura, nel luglio 2020, la leghista Susanna Ceccardi la degradò a “inno marxista”, come fosse Bandiera rossa, Giorgia Meloni, intervistata in tv da Luca Telese, con la solita buffa iracondia accusò Imagine di offendere «le identità delle nazioni, l’identità religiosa, l’identità familiare».

 

Bum! Con gli stessi toni che cinque anni dopo avrebbe usato contro il Manifesto di Ventotene, si esibì in un fuori misura contro John Lennon: «Se uno non capisce l’inglese la canzone è fantastica, ma poi se uno legge il testo è l’inno dell’omologazione mondialista, e io francamente sto da un’altra parte».

 

Non c’è pesantezza di oltraggio che non sia perdente contro la leggerezza delle canzoni che conquistano il mondo e come l’acqua fresca placano l’arsura della malinconia, e sia pure per un momento danno coraggio a chi ha paura e commuovono i solitari che si mettono a mormorare: “but I’m not the only one”.

 

Luis Antonio Gokim Tagle

E però a inguaiare Tagle ci pensano gli zelanti che, a sua “discolpa’”, scrivono che i versi più incriminati, come “and no religion, too”, il cardinale li ha evitati.

 

Sicuramente non li ha cantati. Perché?

 

C’è un vecchio trucco che la Chiesa usava con i libri che proibiva. Per esempio, I tre moschettieri e il suo sequel Vent’anni dopo venivano edulcorati e quasi spariva il personaggio di Milady. E però, come Tagle sa bene, proprio la censura alimentava il mito della sporcacciona maledetta di Dumas. Allo stesso modo legittima le peggiori ragioni o meglio i peggiori torti dell’estremismo cantare Imagine saltando per autocensura i versi dell’incipit, che sicuramente sono i più famosi, forse sono i più belli, e magari, se vi fa piacere, sono i più spirituali, mistici, e persino i più religiosi: “Immagina se non ci fosse il paradiso / è facile se ci provi / niente inferno sotto di noi / e sopra di noi solo il cielo”.

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