assange trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - A CHI FA GIOCO ESTRADARE ASSANGE NEGLI USA? I NEMICI DI TRUMP SPERANO DI INCHIODARLO NELL'INCHIESTA DI MUELLER, IN DEBITO DI OSSIGENO (E DI PROVE CONCRETE), I REPUBBLICANI SOGNANO CHE IL FONDATORE DI 'WIKILEAKS' TIRI FUORI LE EMAIL CHE HILLARY CLINTON HA CANCELLATO PER COPRIRE I SUOI PASTICCI. COSA SUCCEDERÀ ALL'AUSTRALIANO, ORA CHE L'ECUADOR SE NE VUOLE LIBERARE?

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

il gatto di assange 4

 

La storia infinita di Julian Assange stavolta sembra arrivata a una svolta vera, ma sempre con sfondo di giallo e di complotto.

 

 Il primo elemento giallo sta nella confusione su cui prodest, a chi convenga, nella confusa guerra civile politica americana dell'era Trump, il ritorno  coatto, l'arresto e il processo per spionaggio e chissà quali altri accuse al fondatore di WikiLeaks, rinchiuso da sei anni nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra con lo stato di rifugiato politico

 

 Infatti apparentemente  vogliono Assange soprattutto gli uomini del procuratore speciale Robert Mueller perché lo ritengono elemento di prova che la Russia interferi’ in campagna elettorale del 2016 facendo rubare da un hacker o più hacker dal sito, ingenuamente  lasciato di facile accesso del comitato Nazionale Democratico, migliaia di mail, per danneggiare la Clinton e favorire il presidente oggi in carica.

 

il gatto di assange 11

Ma anche Trump e gli uomini dell'Amministrazione e i loro avvocati sembrano ansiosi  di avere l'uomo del mistero tra le mani, probabilmente perché pensano che aprendo obbligatoriamente con lui sotto processo il vaso di Pandora delle mail di Hillary Clinton, verranno fuori molti più crimini e comportamenti illegali addebitabili al segretario di Stato, e poi candidata Democratica alla presidenza, che non il contrario.

 

 A tutti risponde l'avvocato di Assange, con un comunicato secco nel quale si sostiene che non si capisce quale sia il crimine nel rendere noti dei documenti  autentici, una volta che sono pervenuti all'organizzazione.

ASSANGE

 

 A peggiorare il clima di confusione arriva una rivelazione, apparentemente casuale, un errore, secondo la quale è già pronta e depositata l'incriminazione di Assange, che doveva restare segreta e segreta  più non è.

 

 Andiamo per ordine.

L'accusa delle Agenzie di Intelligence americane è che WikiLeaks ha pubblicato email rubate in un'operazione coperta dell'intelligence russa  per aiutare Trump e danneggiare la Clinton. La richiesta di incriminazione depositata in Virginia da un prosecutor federale rimanda chiaramente a una iniziativa del procuratore Mueller, che più di una volta ha citato la partecipazione e la complicità di WikiLeaks nello sforzo russo di interferire nelle elezioni del 2016.

 

PAMELA ANDERSON ASSANGE

 Anche questa ultima notizia viene resa nota proprio da Wikileaks con un tweet  di giovedì sera

 Eccolo.

 SCOOP: US Department of Justice "accidentally" reveals existence of sealed charges (or a draft for them) against WikiLeaks' publisher Julian Assange in apparent cut-and-paste error in an unrelated case also at the Eastern District of Virginia.

 Notate quel “ accidentally “ tra virgolette, nel senso che non ci crede nessuno che dei documenti secretati siano stati rivelati così platealmente  per errore e per caso, e poi finiti su Washington Post e Wall Street Journal.

 

mueller trump

 A questo punto della storia l'avvocato di Assange in America, Barry Pollack, ha buon gioco nel dichiarare che “la notizia che sia stata presentata un incriminazione di mister Assange è anche più preoccupante del modo sospetto in cui questa informazione è stata rivelata. L'idea che il governo incrimini qualcuno per aver  pubblicato informazioni corrette ci porta su un terreno minato”..

 

Difficile dargli torto, non fosse che quel che il procuratore speciale cerca vanamente da molto tempo di dimostrare che la campagna Trump e il suo vecchio collaboratore Roger Stone siano stati i mandanti del furto delle email pubblicate poi da WikiLeaks, e che i capi di WikiLeaks naturalmente ne siano stati complici, Stone come uomo di comunicazione e tramite, Trump Jr come ideatore.

HILLARY CLINTON EMAIL

 

il nome di Assange è diventato noto perché nel 2010 pubblicò documenti segreti militari diplomatici rubati dal soldato Chelsea Manning. Manning, che nel frattempo è diventato una donna, si è fatto 7 anni di prigione e poi è stato graziato da Obama ma WikiLeaks non è stata incriminata in alcun modo perché il suo comportamento fu ritenuto protetto dal Primo Emendamento, quello che regola in modo ferreo e liberale la libertà di espressione e stampa.

HILLARY CLINTON SERVER EMAIL

 

Nel frattempo pero’ la Cia ha deciso di classificare Wikileaks come organizzazione di intelligence non statale ostile e tutto è cambiato. Julian Assange, australiano di nazionalità, non si è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador per sfuggire agli Stati Uniti ma alla Svezia, dove era ricercato per un'accusa di stupro, finita poi nel nulla per l'impossibilità di interrogarlo e ricavare delle prove in uno o nell'altro senso. Ha sempre detto che nei suoi confronti c'era una persecuzione politica ordita a livello internazionale.

 

In effetti l'accusa di stupro faceva acqua da tutte le parti. Ora la protezione speciale di cui godeva da parte dell' Ecuador è finita con l'elezione del nuovo presidente, Lenin Moreno, che non ne vuole sapere di Assange, e lo ha definito un sasso nella scarpa. Vuole rapporti più stretti con gli Stati Uniti, è in calendario una visita del vicepresidente Mike Pence, si parla di agevolazioni nel commercio.

 

Naturalmente le autorità degli Stati Uniti devono portargli argomenti validi perché l'Ecuador decida di consegnare Assange. Per ora hanno litigato sulle ore di accesso a internet, la circolazione dei visitatori, e il gatto. Hanno provato a dargli la cittadinanza ecuadoregna, ma le autorità inglesi hanno risposto che questo non avrebbe impedito loro di arrestarlo appena avesse messo piede fuori dall'ambasciata. Insomma, un bel pasticcio.

LENIN MORENO

 

Ora, per quanto riguarda il passato, si tratta di dimostrare che non essendo più considerata Wikileaks una organizzazione giornalistica, ma ostile e straniera, abbia contattato Manning chiedendogli il materiale poi rubato dalla Difesa.

 

Veniamo a Mueller, che ha ottenuto un incriminazione all'inizio di quest'anno contro una decina di funzionari russi accusandoli di essere entrati nei computer dei Democratici e aver tirato fuori i documenti dati poi a Wikileaks durante la campagna del 2016. La cosa però si è fermata lì anche perché ufficialmente l'hacker è tale Guccifer 2.0 che sostiene di aver fatto tutto da solo e di un aver nessun legame con nessun governo.

DEBBIE WASSERMAN SCHULTZ

 

Sostiene anche di aver provato a penetrare nel sistema di computer del partito repubblicano senza riuscirci perché da quelle parti erano più furbi e si proteggevano meglio. Infine sostiene, al pari di Wikileaks, che che quello che è venuto fuori – cioè email destinate al Dipartimento di Stato e invece nascoste in server privati, comunicazioni che provavano che i responsabili della comitato privilegiavano e favorivano smaccatamente la Clinton sull'altro candidato Bernie Sanders, altre prove del fatto che la Clinton si era praticamente comprata la campagna elettorale democratica, lettere varie di dirigenti democratici compreso il responsabile della campagna nelle quali la signora candidata è descritta come una pazza irresponsabile e isterica – insomma che tutto quello che è stato trovato nei computer dei democratici è materiale degno di essere pubblicato.

donna brazile

 

Pazienza se sputtana quel partito e i suoi dirigenti. A suo tempo l'intera presidenza del partito fu costretta a dimettersi e presentarsi come colpevole alla convention. Le lettere continuarono a venire fuori in uno stillicidio fino a quelle della fine di ottobre. Anche in questo caso si tratta delle accuse mai fino in fondo investigate alla gestione che Hillary Clinton ebbe della strage di Bengasi, in cui morì l'ambasciatore americano e i suoi collaboratori.

 

donna brazile hillary clinton

Come e perché ci abbiano inzuppato il pane i russi, grandi esperti di disinformazia, è cosa che forse Assange per salvarsi la pelle una volta negli Stati Uniti potrebbe decidere di raccontare. Oppure con un coup de teatre, difficile però da immaginare nel clima attuale, Donald Trump, che durante la campagna del 2016 diceva “Sono pazzo di WikiLeaks”, potrebbe decidere il pardon, la grazia presidenziale. Alla prossima puntata.

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