BABBO NATALE PORTERA’ IL MONTI BIS? - IL PIANO DI NAPOLITANO PER VOTARE IL 25 E 26 NOVEMBRE: LEGGE ELETTORALE (COLLEGI E SOGLIA SALVA-LEGA) SUBITO DOPO L’ESTATE, CAMERE SCIOLTE L’11 OTTOBRE E CAMPAGNA ELETTORALE RIDOTTA ALL’OSSO - SOLO COSI’ RE GIORGIO FAREBBE IN TEMPO A NOMINARE SUPERMARIO PRIMA DI ANDARSENE IN PENSIONE - A CASINI VA BENISSIMO, A BERLUSCONI PURE (A PATTO CHE SI APPROVI ANCHE LA LEGGE BAVAGLIO) - E BERSANI?...

Francesco Bei per "la Repubblica"

Stavolta ci siamo davvero. Se tutto andrà per il verso giusto la prossima settimana potrebbe scattare il conto alla rovescia per il voto anticipato a novembre. Una partita legata a filo doppio con la nuova legge elettorale ed è proprio su questo fronte che arrivano le novità.

Lunedì ci sarà infatti l'ultimo scambio di carte tra gli ambasciatori dei partiti - Lorenzo Cesa, Denis Verdini, Maurizio Migliavacca - poi mercoledì il testo della nuova legge elettorale sarà portato alla commissione affari costituzionali del Senato. E, appunto, da mercoledì 29 agosto partirà il count-down.

Perchè «è evidente», come dice una fonte vicina alla trattativa, che «fare adesso la legge elettorale significa per tutti noi una sola cosa: andare a votare». I tempi saranno brevissimi e, del resto, già a luglio Monti e Napolitano avevano ragionato insieme sull'opportunità di una anticipazione (peraltro di soli quattro mesi) delle urne. Ma la condizione posta dal capo dello Stato era stata, per l'appunto, quella che i partiti arrivassero finalmente a modificare il Porcellum.

Adesso l'intesa è a portata di mano. Una fonte del Pdl la definisce addirittura «praticamente già fatta». Anche il Pd Luciano Violante ieri ha confessato al sito Sussidiario. net di essere «discretamente ottimista perché l'intesa su molti punti c'è». Secondo il responsabile riforme del Pd «la maggior parte dei seggi verrà assegnata ai collegi, il rimanente attraverso i listini».

Sul premio di maggioranza, secondo quanto risulta a Repubblica, si è arrivati al punto di assegnare il 15% di seggi in più al primo partito. Con gli attuali sondaggi dovrebbe essere proprio il Pd a beneficiarne, diventando il perno su cui si costruirà la futura maggioranza. Sarà "tutelata" anche la Lega Nord, che sfuggirà alla soglia di sbarramento nazionale del 5% (al Senato sarà più alta) grazie alla previsione di una clausola di privilegio per chi supera un target in almeno tre regioni.

Questa dunque è l'ossatura. Un impianto proporzionale con alcuni correttivi per limitare il frazionamento e facilitare la nascita del governo. L'Udc rinuncerebbe alle preferenze e il Pd al premio di coalizione. In cambio Berlusconi s'acconcerebbe a una campagna elettorale in cui tutti i sondaggi lo danno per perdente. Ma, come dicono i suoi, «oggi possiamo ancora portare a Montecitorio 125-130 deputati, domani chissà». Pesa anche l'incognita del processo Ruby.

Gli sherpa hanno calcolato i tempi che porteranno all'approvazione "sprint" della legge. Quindici giorni al Senato, poi altre due settimane alla Camera. Quindi, intorno all'11 ottobre, Napolitano potrebbe chiudere la legislatura lasciando spazio a una breve campagna elettorale di quarantacinque giorni (il minimo consentito dalla legge). Gli italiani sarebbero chiamati al voto domenica 25 e lunedì 26 novembre. E il nuovo presidente del Consiglio sarebbe nominato dall'attuale capo dello Stato, cosa che non avverrebbe se si andasse al 2013. Questo è l'appunto con le date che sta circolando tra le segreterie di Pdl, Pd e Udc, lo stesso su cui stanno riflettendo Fini e Schifani.

Oltre, naturalmente a Monti e Napolitano. Del resto l'unica possibilità che questo piano vada in porto è che sia concordato in ogni dettaglio da tutti i protagonisti. L'ipotesi infatti è che si proceda allo scioglimento con una crisi pilotata e dimissioni volontarie di Monti. Con l'anticipazione della legge di stabilità a settembre. Se l'intesa sulla legge elettorale è praticamente fatta e i partiti sono d'accordo sul percorso, a fermare il piano inclinato che porta alle elezioni potrebbe tuttavia intervenire un fattore esogeno: il timore dei mercati.

E il giudizio arrivato ieri da Moody's e Fitch fa temere quello che potrebbe accadere in termini di spread se Monti dovesse uscire di scena. Come ha detto a Bloomberg tv David Riley di Fitch «la questione chiave che l'Italia sta affrontando in questo momento dal punto di vista degli investitori è il rischio politico: ci sono delle preoccupazioni su chi guiderà l'Italia l'anno prossimo».

Un pressing che fonti del governo italiano respingono con cortese fermezza: «Fa piacere il riconoscimento sull'importanza del governo Monti, ma dire che senza di lui crolla tutto non ci entusiasma perché dà una sensazione di fragilità del sistema, mentre il premier da mesi a tutti gli interlocutori internazionali ripete che i partiti stanno maturando, come dimostra il fatto che hanno approvato tutte le riforme scritte dall'esecutivo dei tecnici».

Certo, è difficile immaginare che il premier esca di scena. Ma il futuro politico di Monti è parte del gioco che si aprirà tra Bersani e Casini dopo il voto, anche in base ai risultati elettorali. Intanto il presidente del Consiglio conta di utilizzare le prossime settimane per portare a casa il più possibile. Lo ha annunciato anche a Berlusconi, che gli ha telefonato a Ferragosto per gli auguri e per sollecitargli nuove norme sulle intercettazioni.

Ieri a tutti i ministri è stata recapitata una sua lettera che li esorta a presentarsi venerdì alla riunione di governo con «proposte concrete per l'Agenda Crescita». Così l'ha chiamata, convinto che ancora si possa fare qualcosa prima di lasciare. «E noi - chiosa una fonte del Pdl - glielo lasceremo fare, mica ci metteremo di traverso di fronte a semplificazioni e incentivi alle imprese».

 

Monti Napolitanonapolitano monti stretta di manomonti napolitano VIGNETTA BENNY MONTI CAMERIERE DI NAPOLITANO Monti Napolitano FiniBERSANI, BERLUSCONIBERSANI, BERLUSCONIpierferdinando casini ROBERTO MARONI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”