BACI E ABBRACCI SOTTO IL VISCO - L'EX MINISTRO DELL'ECONOMIA VA D'AMORE E D'ACCORDO CON RENZIE: "ABBIAMO SCAMBIATO SMS SUL NUOVO DIRETTORE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE". CIOE' ROSSELLA ORLANDI, VICINA A VISCO
Lorenzo Salvia per ‘Il Corriere della Sera’
«Il mio rapporto l’ho mandato non solo a Padoan, ma anche a Renzi e Napolitano. Se vogliono parlarne io sono qui, credo che ci incontreremo». È domenica, piove che Dio la manda, ma l’ex ministro Vincenzo Visco sembra proprio di buon umore.
La settimana scorsa ha presentato uno studio in cui propone diverse misure per recuperare fino a 58 miliardi di euro l’anno, concentrandosi soprattutto sull’Iva, «culla di tutte le evasioni». In tv Pier Carlo Padoan ha appena detto di condividerne l’impostazione.
Sarà contento, professore.
«In realtà non l’ho sentito però non mi sorprende. Anche Padoan e Renzi sono convinti che la lotta all’evasione non si faccia con i blitz o con il redditometro. Ormai la modernizzazione tecnologica ci consente di trasformare la gran parte dei contribuenti in soggetti, come dire, monitorati, proprio come i lavoratori dipendenti».
Dal governo sono arrivati segnali di interesse per la sua proposta?
«Mi sono scambiato qualche messaggino con Renzi. Ma più che altro parlavamo del nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate».
E cosa vi siete scritti?
«Niente di che. Io gli ho fatto i complimenti per la scelta fatta. Bisognava dare una segnale di discontinuità rispetto al passato. Lui mi ha ringraziato per la collaborazione».
Alla fine la scelta è caduta su Rosella Orlandi, considerata vicina a quelli che un tempo si chiamavano i Visco’s boys. C’è chi dice che tanto valeva mandare direttamente lei, professore, a dirigere l’Agenzia.
«Io posso fare solo il ministro».
Ah .
«No, non mi fraintenda. Quello non è il mio mestiere, il direttore dell’Agenzia delle Entrate è anche il capo di un’azienda. Bisogna avere conoscenze e qualità diverse».
Nel suo studio lei dice che bisogna concentrarsi sull’Iva perché e da lì che parte l’evasione. Il Pd ha sfondato il muro del 40% pescando voti anche tra lavoratori autonomi e commercianti, un mondo tradizionalmente lontano dal partito.
«Vero, e non era facile»
Ecco, ma non c’è il rischio che una ricetta come la sua faccia perdere a Renzi i voti che ha appena guadagnato?
«No. Ma solo a patto che quell’aumento di gettito venga utilizzato per abbassare subito le tasse a tutti. Vede, quando nel 2007 recuperai più di un punto di Pil di evasione fiscale, molti mi dicevano “questo qui ha aumentato le tasse”. Il punto è che su quel tesoretto volevano mettere le mani tutti i ministri, e non per abbassare il carico fiscale ma per aumentare la spesa pubblica. Un errore. Se recuperi evasione e tagli le tasse, tutto si tiene e i voti non li perdi. Anzi».