UN BOCCHINO NON SI BUTTA MAI VIA: L’EX PORTACHIAVI DI FINI SI “RICICLA” COME MANAGER DEL SUO AMICO ALFREDO ROMEO

Gerardo Ausiello per IlMattino.it

C'è chi si è (ri)scoperto giornalista, chi sogna ancora di fare politica e chi è in cerca di un lavoro. Come migliaia di italiani. Fanno tutti parte dell'esercito degli ex, quelli che fino a poco fa indossavano i panni di onorevole o senatore e che, loro malgrado, sono passati all'improvviso dal Parlamento alla vita reale. Scherzi del destino. E della politica. Il simbolo di quest'ossimoro è Gianfranco Fini.

Da fondatore di An a vicepremier, da braccio destro di Berlusconi a capo di un partito che alle ultime elezioni non ha conquistato neppure un seggio. E ora? Fini ha lasciato Futuro e libertà e lavora alla nascita di una Fondazione. Ma delle polemiche non si è liberato. C'è chi lo accusa di godere dei tanti privilegi concessi agli ex presidenti della Camera. Lui, però, respinge le critiche e assicura: «Ho una mia macchina, non userò l'auto blu».

Massimo D'Alema, invece, l'ha presa con filosofia. E racconta la sua storia con autoironia. «L'unica cosa riuscita a Renzi è stata quella di non farmi candidare», ha detto qualche settimana fa in tv. Intanto gira il mondo, promuove dibattiti con la sua fondazione, Italianieuropei, e ha appena prodotto il suo primo vino.

Antonio Di Pietro ha cambiato tutto: prima frequentava i salotti romani, ora si gode le atmosfere bucoliche. Per sua stessa ammissione, infatti, zappa la terra.
«Sono un contadino vero», ripete. Quindi si mette in posa per il settimanale «Chi» mentre, berretto in testa, guida il trattore. Ogni tanto, comunque, indossa anche la toga, ma è passato dall'altra parte («sono avvocato, come mia moglie» annuncia l'ex pm).

Walter Veltroni scrive libri, partecipa a talk show in prima serata e parla di Enrico Berlinguer col groppo in gola. L'Africa, a cui aveva promesso di dedicarsi a tempo pieno dopo l'avventura (mal riuscita) del 2008, evidentemente può aspettare.

E Francesco Rutelli? Anche lui vittima del grillismo, che ha spazzato via un bel po' di vecchie conoscenze dal Parlamento, è sempre presidente, ma dell'Api, il piccolo partito che ha fondato. E si dedica anima e corpo all'ultimo fedelissimo, il deputato calabrese Franco Bruno. Fallito il trasloco al Quirinale, Franco Marini resta a Palazzo Giustiniani, fuma la pipa e onora il ruolo di past president (del Senato).

Italo Bocchino è tornato alla comunicazione per lasciarsi alle spalle i veleni che hanno accompagnato la (breve) storia di Fli: da un mese è responsabile delle relazioni esterne del gruppo Romeo, guidato dall'amico imprenditore Alfredo. Antonio Ingroia continua a far parlare di sé. Dopo il flop delle Politiche, ha rimesso la toga. Per andare a lavorare, però, sarà costretto a indossare il giubbotto da neve: il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva con cui puntava a bloccare la delibera del Csm che lo ha spedito alla Procura di Aosta.

Nella schiera degli ex figura Guido Crosetto, che nel governo Berlusconi è stato sottosegretario alla Difesa. Dopo aver cambiato casacca non gli è riuscito il salto da Montecitorio a Palazzo Madama. Così adesso ha molto tempo da dedicare a Fratelli d'Italia, il partito di cui è fondatore e presidente pro tempore (in attesa del congresso). Paola Concia, famosa per le sue battaglie in difesa dell'omosessualità, ricomincia dall'Isef. A chi l'ha incontrata qualche settimana fa, ha confidato di volersi dedicare di nuovo allo sport.

Di Flavia Perina, ex direttrice del Secolo d'Italia, il popolo del web ha perso le tracce da qualche mese. Non twitta dal 24 febbraio, quando profeticamente scrisse: «Comunque vada a finire, è chiaro che il bacino elettorale della destra è ridotto a un bicchier d'acqua». In Campania, poi, gli ex si moltiplicano. Ricordate Alfonso Andria, già presidente della Provincia di Salerno? Oggi fa il nonno e, dopo 20 anni, ha ripreso servizio all'Ept, dove lavora come dirigente.

Se vi capita di passeggiare per il centro di Salerno, lo incontrerete alle 8 del mattino che, «armato» di borsa, raggiunge puntuale l'ufficio. Nino Paravia, per cinque anni a Palazzo Madama con il Pdl, era famoso per gli ascensori. Da qualche tempo, tuttavia, ha dato una svolta alla sua vita: ha ceduto a un gruppo straniero il controllo della storica società e investe a Dubai.

Nello Di Nardo ha chiuso la lunga parentesi politica e ha ripreso in mano il trapano: è dentista a Castellammare di Stabia.

Luigi Muro è tornato a Procida, dove ha indossato la fascia tricolore. L'ex sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli fa il bancario (come Annamaria Carloni, moglie dell'ex governatore campano Antonio Bassolino) e il sindacalista full time. Mario Landolfi, che è stato ministro delle Comunicazioni, ha invece ripreso servizio al Secolo d'Italia: nella doppia veste di giornalista («retribuito») e di consigliere d'amministrazione («a titolo gratuito»).

 

Italo Bocchino Italo Bocchino Alfredo RomeoALFREDO ROMEOPaola Concia MARIO LANDOLFIPasquale Viespoli

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)