renzi boschi fetish bdsm

MARIA ETRURIA A FERRO E (BUTTA)FUOCO - PIETRANGELO SCATENATO: “RENZI HA UN SOLO NEMICO: LA REALTA' - LA BOSCHI È L’UNICA CHE PUÒ SOPRAVVIVERE ALLA FINE DEL RENZISMO. IL PD SE LO PRENDERÀ LEI, COME INDICANO GIÀ I MOVIMENTI DI TRUPPA DEI PARLAMENTARI”

BUTTAFUOCOBUTTAFUOCO

Luca Telese per “Libero Quotidiano

 

Pietrangelo, come vedi la destra?

«Come la sinistra. Male».

 

Sei come Veneziani, dubiti di Parisi?

«Parisi a Milano ha realizzato un capolavoro. È stupido chi dice: "Ma lui ha perso!!"».

 

Ma allora perché sta male il centrodestra?

«Il problema è credere, o pensare che basti una persona sola a cambiare un intero corso politico».

 

Cosa va cambiato, allora?

«La politica di oggi, il modo in cui viene immaginata e raccontata. Quando ero ragazzo era un onore poterla fare. Adesso è un vantaggio potersi dedicare ad altro».

 

Spiega perché....

«Non esistono più spazi di militanza, di riflessione, di impegno culturale. Sono state chiuse le botteghe del Novecento».

 

Chi ha vinto la grande battaglia tra ideologie contrapposte?

«Nessuno. Il guaio è questo».

COVER LIBRO BUTTAFUOCO SU LONGANESICOVER LIBRO BUTTAFUOCO SU LONGANESI

 

In che senso?

«La fine del Berlusconismo ha realizzato il sogno dei partigiani del triangolo rosso: la destra è stata "destrutta". Dove hanno fallito i nemici sono riusciti gli amici».

 

Cioè?

«Berlusconi è stato ucciso dalla sua Corte, An dai suoi eredi litigiosi. Gli epigoni di quelle storie le sviliscono. Di ciò che segue taccio».

 

Perché?

«Non riesco a interessarmene. Beppe Niccolai, un gigante del secolo scorso, il più romantico dei dirigenti MSI, diceva: "La politica non può essere la pesca delle occasioni"».

 

SALVINI MELONI 1SALVINI MELONI 1

Vale ancora?

«Certo. Alla destra della retorica non può far seguito la destra degli slogan».

 

Ti riferisci a Toti contro Parisi? A Salvini? Alla Meloni?

«Vedi che mi riporti li? Parlo di chiunque faccia politica per occupare uno spazio».

 

È sempre accaduto, però.

«Il come fa la differenza. Chi faceva politica, da destra, decifrava la realtà con Platone e Spengler. I leader di oggi se la sono sbrigata con Dudù, 'u canuzzu o, ancora prima, come il povero Gianfranco e cognato».

 

Era uno schizzo di umore nero o sei davvero così pessimista?

giovanni toti paolo romanigiovanni toti paolo romani

«Molto di più».

 

Perché?

«La classe dirigente - se mi passi la metafora estiva - se ne sta sempre più arroccato sul suo materassino con tutta la sua comitiva».

 

Sulla sua barca?

«No, credimi: in equilibrio precario su di un materassino e si guardano bene dal confrontarsi con la realtà».

 

Pietrangelo Buttafuoco, il più eretico degli intellettuali "di destra".

Arriva da Agira e Leonforte, nel cuore della Sicilia neoclassica, esplode nel giornalismo italiano con la sua rubrica sul Secolo d' Italia firmata "Dragonera", fino a quando racconta episodi omosessuali tra i legionari fiumani (divenne famoso, fu licenziato).

 

Poi direttore, corsivista per svariati quotidiani, scrittore di best sellers (a partire da "Le uova del drago") per la Nave di Teseo. Pupillo di Elisabetta Sgarbi, firma de Il Fatto Quotidiano e voce a Mix24, ospite fisso di Giovanni Minoli. Il suo ultimo libro è "Il mio Longanesi" (Longanesi).

 

Cosa ti preoccupa?

RENZI GENTILONIRENZI GENTILONI

«Stiamo vivendo una stagione di un conformismo da apnea che è difficile da ricordarsi ripercorrendo tutta la storia italiana».

 

Dove comincia l' Italia in apnea?

«Con la crisi. Ma l' accelerazione l' ha data di certo Matteo Renzi».

 

Perché, secondo te?

«È l' uomo che ha azzerato le voci dissenzienti e ha provato a chiamare a se tutte quelle del potere».

 

Esempio?

«Uno esilarante. I servizi dei tiggi sulla Salerno-Reggio Calabria, inaugurata dal premier. Ripetevano persino il format del cine-giornale Luce».

salerno reggio calabriasalerno reggio calabria

 

Ogni premier viene decantato per le sue inaugurazioni, da Prodi a Berlusconi.

«Con una differenza. Quelli sono stati servizi sul completamento di una autostrada che non è avvenuto! È un fatto nuovo».

 

La storia della Salerno-Reggio Calabria è una epopea unica.

«Ma a Renzi capita spesso. È andato a inaugurare la corsia della Palermo-Catania che non è crollata. E non ne ha parlato nessuno, tranne se permetti, Il Fatto Quotidiano e Mix24».

 

La corsia ricostruita, vorrai dire!

«Nooo!!! Sembra una follia ma è così. Quella crollata arriverà nel 2018».

 

ferruccio de bortoli  walter veltroniferruccio de bortoli walter veltroni

Perché accade?

«Te la spiego: se tu tenti di costruire il conformismo partendo da destra diventi subito "puzzone!". Da sinistra, o con il consenso della sinistra sei subito "responsabile"».

 

Però Renzi ha molti critici.

«Nella stampa che conta, a eccezion fatta di Ferruccio De Bortoli, costretto poi a pagare pegno, non ho letto grandi editoriali».

 

Renzi ha grandi doti diplomatiche?

«Una di sicuro. Ha fatto credere a quelli di destra che lui non è di sinistra, facendogli l' occhiolino».

 

E a quelli di sinistra?

«Che solo con lui si vince contro la destra».

 

Oggi qualcosa è cambiato?

«Adesso l' astro è cadente. Renzi ha incontrato la sola vera nemica che non si può silenziare».

 

E chi sarebbe?

«La realtà».

ROSARIO CROCETTA ROSARIO CROCETTA

 

Ti senti gufo?

«Scusa, cosa avrebbero fatto i professori se il giorno dello zerovirgola ci fossero stati al potere Berlusconi, D' Alema o Craxi?».

 

Sei troppo fantasioso, come tutti gli artisti.

«Già infatti. Pensa lo stesso trattamento riservato all' assessore Muraro applicato alla Boschi».

 

E i Grillini?

«Io credo- da semplice osservatore - che il M5s vincerà le elezioni in Sicilia».

 

Perché?

«Nella terra dove si cucinano tutte le pietanze nuove hanno appena votato una legge per provare a farli perdere».

 

pietro grassopietro grasso

Cosa accadrà.

«Vincono lo stesso. La sinistra sarà inibita al governo per la vergogna di aver fatto vincere Crocetta».

 

E la destra?

«Sarà inibita per la vergogna di aver aiutato Crocetta a vincere».

 

La Sicilia è centrale perché tu sei siciliano?

«Perché è il cuore del Mediterraneo. Facci caso: la Sicilia è al centro di questo gioco di guerra in Libia e non se ne dice nulla».

 

Né sulla Sicilia né sulla guerra a dire il vero!

«Rifletti. Nel giardino delle istituzioni Italiane i ruoli istituzionali più importanti sono siciliani».

 

Mattarella?

«Non solo: presidente della Repubblica, ministro dell' interno e presidente del Senato».

 

E non portano nelle istituzioni il loro orgoglio identitario?

«Uno dei tre, quello che per propria formazione può dare garanzie di serietà e competenza, dovrebbe farsi carico di un' urgenza».

yu zhengsheng pietro grasso  yu zhengsheng pietro grasso

 

Quale urgenza?

«Il Mediterraneo è il teatro della crisi internazionale, giusto?»

 

Giusto.

«Sigonella è in Sicilia, giusto?».

 

Giusto.

«E un pezzo di sovranità, di così delicata materia, può mai restare in mano a uno come Rosario Crocetta e alla cosiddetta Regione siciliana con tanto di statuto autonomo?».

 

Mi stai suggerendo che la risposta è no...

«Ovvio. Quindi uno dei tre..».

 

Alfano?

«...il più coerente con la propria storia professionale...».

 

Chi?

«...il più quadrato, il più forte nell' esperienza...».

 

Ma non può, è Capo dello Stato!

Sergey Lavrov Sergey Lavrov

«...il meno coinvolto con le vicende della politica, e perciò Pietro Grasso, dovrebbe farsi carico di una rivolta morale e diventare commissario straordinario della Sicilia il più a lungo possibile perché, credimi, è impossibile governare la mia terra col ricatto del consenso».

 

Ma se il M5stelle arriva a conquistare la Sicilia?

«Leggeremmo fiumi di inchiostro. Ma poi non accadrebbe nulla».

 

Le guerre all' Isis stanno ridisegnando le coordinate.

«Sono in atto cambiamenti di prospettiva epocali. L' Europa è morta. Abbiamo già celebrato il funerale».

 

È una provocazione?

«Anche stavolta constatazione. Il futuro adesso è il mediterraneo».

 

Per noi cosa cambia?

RENZI E BOSCHIRENZI E BOSCHI

«Tutto. Bisogna capirlo prima di essere travolti».

 

Altro esempio.

«Facile. A 10.000 chilometri dalle nostre coste l' America ha scelto di entrare nel mediterraneo seminando bombe in Libia. A poca distanza Mosca entra in Siria con i suoi corpi speciali cambiando la storia di quel Paese».

 

Vorresti più attivismo?

«Il fragile il ministro degli Esteri di cui fatico a ricordare il nome può gestire una partita così?».

RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

 

Lo sai benissimo: si chiama Gentiloni.

«Metti accanto Gentiloni e Lavrov, ti pare Totó contro Maciste. Da una parte il nulla, dall' altra letture e profondità».

 

Povero Gentiloni, lo hai fatto nero.

«Il suo curriculum è questo: ha perso a Roma e si è trovato miracolato alla Farnesina».

 

Perché?

«Renzi non vuole nessuno che possa superarlo. Con Gentiloni sta sicuro».

Il ministro Maria Elena Boschi e il presidente del Consiglio Matteo RenziIl ministro Maria Elena Boschi e il presidente del Consiglio Matteo Renzi

 

Vincerà il referendum?

«Malgrado tutto quello che sta facendo credo fallirà».

 

E il Renzismo può sopravvivere alla vittoria del No?

«No. Oggi la Boschi è l' unica che può sopra vivere alla fine del Renzismo».

 

Tutti pensano il contrario...

«Io non sono tutti. Renzi si trova fregato anche da Maria Elena, il vero antagonista sulla scena».

 

Perché glielo consigliano gli spin doctors!

«Ma no, lei è su tutte le piazze, a metterci la faccia, e non solo quello, lui tace. C' è forte nervosismo trai due. Li guardo da spettatore e appassiono al loro dualismo».

RENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHIRENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHI

 

Tra cosa e cosa?

«Matteo - come è noto - ha come dote principe la cattiveria. Maria Elena la determinazione».

 

E non vince la cattiveria?

«Nooo!!! Il cattivo può ruzzolare. Lo spietato, invece, ha la freddezza necessaria per non sbagliare».

 

Che cosa salverà Renzi?

«Secondo me nulla. Il Pd se lo prenderà Maria Elena, come indicano già i movimenti di truppa dei parlamentari, il suo battere ogni chiodo. Lui trascura tutto. Ormai è una diarchia».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...