salvini renzi berlusconi di maio

IL CARROCCIO HA MESSO LE ALI - NEI SONDAGGI LA LEGA SUPERA IL 34% MENTRE IL M5S SCENDE AL 23,2% - INSIEME I DUE PARTITI SALGONO DI OLTRE 7 PUNTI RISPETTO ALLE POLITICHE DI UN ANNO FA - CON ZINGARETTI SEGRETARIO, IL PD E’ AL 19% - SALVINI È IL LEADER CON IL GRADIMENTO PIÙ ALTO MENTRE DI MAIO ARRETRA MA I POLITICI VERSO GLI ELETTORI HANNO MENO FIDUCIA SONO RENZI & BERLUSCONI…

Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

matteo salvini come donald trump 1

Un anno dopo il voto e nove mesi dopo l'avvio del governo Giallo-Verde, le opinioni politiche, in Italia, sono cambiate profondamente. Ma non nell' ultimo periodo. Il sondaggio dell' Atlante Politico di Demos per Repubblica, infatti, presenta alcune tendenze già emerse. E alcune novità. Tra i segnali di continuità, osserviamo, anzitutto, il rovesciamento dei rapporti di forza fra i partiti al governo. La Lega, infatti, nelle stime di voto, sale ancora. Ha raggiunto il 34,4%. Praticamente, il doppio rispetto alle elezioni del 4 marzo 2018.

 

salvini di maio

Mentre il M5S scende al 23,2%. Dunque, quasi 10 punti meno. Insieme, salgono di oltre 7 punti e raggiungono quasi il 58%. Ma, ovviamente, oggi l' alleanza Giallo-Verde ha un significato diverso. Meglio chiamarla Verde-Giallo. Dietro a loro, è ancora difficile riconoscere una vera opposizione. Tuttavia, non c' è più il buio di prima. Il Pd, dopo le Primarie, ha ripreso quota. E visibilità.

 

Secondo il sondaggio di Demos, ha raggiunto il 19%. Il risultato più alto, dopo le elezioni di un anno fa. E, anzi, perfino superiore, rispetto ad allora. È, possibile, dunque, che il Pd possa riprendere lo spazio perduto. Sul piano elettorale e prima ancora, nella società. Come sta avvenendo, ed è avvenuto, nelle piazze, nelle mobilitazioni contro la xenofobia. E, a maggior ragione, nella scelta del leader.

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Attraverso le Primarie. Più ridotta, a (Centro) Destra, la ripresa di Fi. Ma l'aspetto più significativo è il declino degli attori che hanno recitato la parte principale sulla scena politica italiana, nell' ultimo anno. Il leader del M5S. Luigi di Maio, infatti, perde 8 punti, rispetto a due mesi fa. Ora il grado di fiducia degli elettori verso di lui è al 42%.

Stesso trend per Alessandro Di Battista. Sceso al 29%. Peraltro, 5 punti sopra al fondatore, Beppe Grillo. Che staziona in fondo alla classifica. In compagnia di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Coalizzati, nel Patto del Nazareno.

 

Siglato nella sede storica del Pd, che Nicola Zingaretti, il nuovo segretario, ha annunciato di volere abbandonare. Anzitutto, per marcare la discontinuità con il Pdr. E con la stagione della "complicità" - con il primo artefice del "partito personale" (per citare Mauro Calise). Silvio Berlusconi. "Padrone" di Forza Italia. Zingaretti, anche per questo, registra un grado di confidenza rilevante e in crescita: 44%.

matteo salvini luigi di maio

 

Tuttavia, la fiducia verso il governo e verso il premier mantiene un livello molto elevato: 54%. Eppure, si tratta del dato più basso, da quando si è insediato, lo scorso giugno.

È difficile, peraltro, non percepire un senso di s-quilibrio, di a-simmetria, se si pensa all' avvio di questa stagione.

 

Quando la "Lega di Salvini" appariva, quasi, un gregario nell' impresa condotta dal M5s e da Di Maio. Oggi, invece, la marcia del governo è guidata dalla Lega. Non solo, ma, prima ancora, dal suo leader. Matteo Salvini. Sempre il più "apprezzato" dagli elettori: quasi 60% di fiducia, nei suoi confronti. Salvini: non è solo l' immagine della Lega. Ma anche del governo. E se la Lega appare, sempre più, un "partito personale", lo stesso si potrebbe affermare del governo. Oggi, un "governo personale". Oppure, un "governo del Capo".

 

renzi berlusconi

Cioè: Matteo Salvini - assai più di Giuseppe Conte. A promuovere un clima d' opinione positivo contribuisce, sicuramente, la pluralità dei provvedimenti approvati, avviati. Oppure, semplicemente, annunciati. Si tratta di iniziative che, al di là degli effetti concreti, hanno avuto un impatto rilevante, nel dibattito pubblico.

 

Perché evocano "parole" popolari. Dalle "pensioni", alla "corruzione", alla "legittima difesa", per citare i più apprezzati dai cittadini, secondo il sondaggio di Demos. Anche su argomenti più discussi, come la Tav, l' autonomia regionale e la "chiusura dei porti ai migranti", emerge, comunque, consenso.

renzi berlusconi

 

Mentre di fronte all' introduzione del "reddito di cittadinanza" prevalgono, seppure di poco, le posizioni critiche. A causa dello squilibrio territoriale - dei benefici e dei beneficiari.

Tuttavia, si tratta di iniziative che si orientano in direzioni diverse. Sul piano sociale, demografico, territoriale. Così riescono a soddisfare, comunque, ad accontentare, molti e diversi settori del "mercato elettorale". Senza, tuttavia, riuscire a nascondere "differenze" e, talora, vere e proprie "divergenze" tra le forze politiche di maggioranza.

 

GIUSEPPE CONTE CON IL CASCO

Ancor più che rispetto a quelle di opposizione. In particolare, sul "reddito di cittadinanza", voluto dal M5S, ma poco apprezzato dagli elettori della Lega. Come, al contrario, sulla Tav: sostenuta dalla base leghista, avversata da quella a 5S. Che, peraltro, si avvicina ai leghisti su argomenti, fino a ieri, poco affini al "sentimento" dei 5S. Mi riferisco, in particolare, al contrasto verso i migranti.

 

Si spiega anche così l' incertezza che si percepisce intorno al "futuro" del governo. Circa un terzo degli elettori immagina che possa durare fino al termine della legislatura. Dunque, per altri 4 anni. Tutti gli altri appaiono dubbiosi. In misura diversa. Il 45%, in particolare, pensa a una durata molto breve.

giuseppe conte 4

 

È interessante, semmai, osservare, come i più convinti, circa la tenuta del governo e della maggioranza, siano gli elettori del M5S. Un auspicio più che una convinzione. Che sottende un diverso atteggiamento, rispetto alla base della Lega di Salvini.

Certa che, in caso di nuove elezioni, avrebbe "molte" probabilità di guadagnare. "Molti" consensi. Al contrario del M5S.

 

Così, attraversiamo una fase incerta. Di attesa. E "in" attesa. Delle prossime elezioni europee. Precedute dalle Regionali che si svolgeranno, il 24 marzo, in Basilicata.

Insomma, siamo entrati in un TAV. Un Tunnel ad Alta Volatilità.

Elettorale. Imboccato un anno fa.

GIUSEPPE CONTE E THERESA MAY GIOCANO A BILIARDO

E, per ora, senza uno sbocco prevedibile.

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…