smartwork5

LAVORO DA CASA, LAVORO DI PIU’ - AUMENTATA LA PRODUTTIVITA’ NELLE AZIENDE CHE HANNO FAVORITO LO “SMARTWORK” – TRATTARE I DIPENDENTI COME SE FOSSERO IMPRENDITORI DI SE STESSI – LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE STENTA AD ADEGUARSI, MA A TORINO LE PRATICHE EDILIZIE SI FANNO VIA SKYPE

 

Rita Querzè per il Corriere della Sera

 

Rivoluzione in corso. Lo smartwork (o lavoro agile) ormai è diventato uno slogan. Qualcosa che tutti stanno facendo o vogliono fare. Una medaglia da appuntare sul petto per le aziende. Una boccata di ossigeno per i dipendenti che continuano a fare acrobazie per tenere insieme compiti familiari e lavoro. Dove sta la fregatura?

 

SMARTWORKSMARTWORK

In effetti sì, viene da chiederselo. A sentire imprese, lavoratori (e sindacati) a ormai 6-7 anni dall' inizio in Italia di questo cambio di paradigma dell' organizzazione aziendale i pro restano maggiori dei contro.

 

A fronte di un gruppo come Tim che ha sospeso la sperimentazione che coinvolgeva 18 mila dipendenti, tanti altri hanno imboccato la strada dell' organizzazione post fordista. Che poi, tradotto, vuol dire: trattare i dipendenti come se fossero imprenditori di se stessi, lasciandoli liberi di organizzarsi da soli in merito all' orario e al luogo di lavoro.

 

SMARTWORK1SMARTWORK1

Sono numerosi i gruppi che hanno attivato progetti di smartwork nell' ultimo anno. Da Cnh Industrial a General Electric, da Ferrero a Pirelli e Enel. Compresa Fiat che lo scorso novembre ha introdotto lo smartworking nelle aree finanza e information technology . E anche Generali. «Abbiamo fatto un accordo con il sindacato e avviato una sperimentazione a Milano che terminerà a giugno - racconta Giovanni Luca Perin, direttore risorse umane -. La possibilità di lavorare da casa fino a due giorni alla settimana è stata offerta a 350 persone, 270 hanno aderito. Abbiamo già pensato di prolungare l' esperienza. E di allargarla alla sede di Roma».

 

Chiaro che più si lavora anche da casa meno le città sono trafficate. L' ha capito il comune di Milano che da anni dedica una giornata al lavoro agile: 24 ore però non bastano più e si è passati alla settimana intera (22-26 maggio). Oltre 10 mila i lavoratori coinvolti in 148 aziende. A breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto «statuto del lavoro autonomo» che contiene anche il riconoscimento e la disciplina del lavoro agile come modalità organizzativa.

 

SMARTWORK3SMARTWORK3

«Abbiamo chiarito le regole per quanto riguarda sicurezza del lavoro e assicurazione dei lavoratori, ora tocca alle aziende saper cogliere l' opportunità», diceva ieri il presidente dell' Anpal Maurizio Del Conte all' inaugurazione della settimana del lavoro agile milanese. Certo su alcune questioni un ordine del giorno promosso dal presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi impegna il governo a emanare atti interpretativi rispetto alle disposizioni per l' assicurazione obbligatoria dei lavoratori e in particolare per gli infortuni in itinere (che in questo caso possono riguardare tragitti diversi dal solito casa-ufficio).

 

SMARTWORK4SMARTWORK4

La nuova frontiera del lavoro agile è il pubblico impiego. Ieri la ministra Marianna Madia ha annunciato che entro il 25 giugno sarà emanata la direttiva che darà attuazione a un impegno preso nella riforma della pubblica amministrazione: dare la possibilità al 10% dei dipendenti pubblici di lavorare smart. Intanto il dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri ha pubblicato un bando per la selezione di 15 amministrazioni che saranno sostenute nella realizzazione di un progetto di smartwork (l' Inps aderirà). Non finisce qui. Sono in partenza progetti di smartwork sia per i dipendenti di palazzo Chigi che per quelli del ministero dell' Economia.

 

SMARTWORK2SMARTWORK2

Per tanti che iniziano c' è chi lo pratica già da anni. È il caso del Comune di Torino dove il lavoro agile è stato avviato dal centrosinistra e ora è stato potenziato dall' amministrazione del M5S. Cesare Rosa Clot ha 40 anni e lavora all' ufficio pratiche edilizie. Spesso «riceve» i cittadini via Skype. Così ciascuno sbriga la pratica stando a casa propria.

 

«Tutto è partito con la digitalizzazione interna dei processi - spiega Rosa Clot -. Nel nostro settore in 12 lavoriamo agile due giorni alla settimana. Siamo partiti a settembre dell' anno scorso. Funziona. E anche i cittadini sono più soddisfatti perché si risparmiano viaggi e attese in coda». Da notare: Rosa Clot non è un' eccezione. Ormai sta emergendo da diverse ricerche come a scegliere lo smartwork siano più spesso gli uomini delle donne.

 

SMARTWORK6SMARTWORK6

Tornando al privato, il fatto che le aziende smart siano aumentate prima ancora dell' entrata in vigore della legge vuol dire che l' impresa ci guadagna. «La produttività sale del 15-20%», stima Mariano Corso, responsabile scientifico dell' Osservatorio smartworking del Politecnico di Milano. «Lo abbiamo visto nella nostra start up di Napoli, dove l' anno scorso abbiamo attivato un progetto. Esperienza così positiva che abbiamo deciso di estenderla», conferma Gregorio Fogliani, presidente di Qui! Group.

 

In prospettiva la digitalizzazione renderà possibile lo smartwork anche per chi oggi lavora alla catena di montaggio. «La manutenzione, per esempio, in futuro potrebbe essere fatta da remoto», spiega Corso del Politecnico. «Un progetto che va in questa direzione partirà a breve con il coinvolgimento di Volvo e Ubi Banca», aggiunge Arianna Visentini della società di consulenza Variazioni.

SMARTWORK5SMARTWORK5

 

Quante sono le realtà smart in Italia? Un censimento non c' è. «Di certo l' attivazione di questa leva darà un vantaggio competitivo a chi vuole attirare talenti», avverte Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia. Un indicatore interessante sono gli accordi aziendali per aumentare la produttività che le società sono tenute a depositare per avere in cambio gli incentivi fiscali introdotti dalle leggi di Bilancio del 2016 e 2017.

 

«Dei 20 mila accordi depositati nel 2016 quelli che hanno usato la leva dello smartwork per aumentare la produttività sono stati 124 - racconta Marco Leonardi, consigliere economico di Palazzo Chigi -. C' è ancora molta strada da fare». Nelle piccole imprese il cambio di mentalità è solo agli inizi.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO