
AZZOLLINI ACIDI – GLI ALFANIANI PREMONO PERCHÉ IL VOTO SULL’ARRESTO DI AZZOLLINI SLITTI ALL’AUTUNNO – RENZI PRONTO A DARE IL VIA LIBERA ALLA MELINA, PREOCCUPATO PER LA TENUTA DELLA MAGGIORANZA SULLA RIFORMA DEL SENATO
Liana Milella per “la Repubblica”
Rischio rinvio per l’autorizzazione agli arresti domiciliari del senatore Antonio Azzollini, l’ormai ex presidente Ncd della commissione Bilancio, che i magistrati di Trani hanno messo sotto inchiesta per il crack della Casa della Divina provvidenza. A palazzo Madama il partito di chi vuole prendere tempo si sta allargando. Nonostante la Giunta per le autorizzazioni sin dall’8 luglio abbia accolto, con 13 voti contro 7, la proposta favorevole all’arresto del presidente, e relatore del caso, Dario Stefàno.
La Giunta aveva 30 giorni di tempo per pronunciarsi, com’è regola per le richieste di arresto, e ha rispettato i tempi. A favore il Pd, M5S, la Lega. Contro, ovviamente, il partito di Azzollini, l’Ncd, ma anche Forza Italia, Gal, e il socialista Buemi. Un fronte però destinato a essere messo in discussione nel passaggio dal voto palese della Giunta a quello segreto dell’aula.
ANTONIO AZZOLLINI EX SINDACO DI MOLFETTA
Ma il punto è che gli alfaniani stanno lavorando proprio per evitare che il caso giunga in aula prima delle vacanze. Nella speranza di riuscire a fare breccia nelle file del Pd, dove non tutti sono convinti che le richieste dei magistrati pugliesi motivino effettivamente un arresto. Già la settimana scorsa, nella riunione dei capigruppo, Ncd ha chiesto tempo per preparare la relazione di minoranza. Che dovrebbe essere preparata da Nico D’Ascola, noto avvocato di Reggio Calabria. Il Pd ha acconsentito al rinvio.
Anche se la richiesta di Ncd presentava profili anomali, perché di solito prima viene fissata la data della discussione, e nel frattempo viene preparata la relazione di minoranza, che peraltro Ncd non ha presentato neppure in Giunta dove, per via del voto scontato, non avrebbe sortito effetti.
A questo punto i tempi sono risicati. Oggi c’è una nuova capigruppo che dovrà fare il calendario delle prossime settimane. Ncd dirà che non è ancora pronto con la sua relazione e chiederà altro tempo. Il Pd sarà davanti a un guado. Dire no al suo alleato di governo, col rischio di eventuali “ritorsioni” in materia di riforme, oppure dovrà accettare il rinvio all’autunno.
ROBERTO CALDEROLI BRACCIO FASCIATO
Non sarebbe il primo caso di misteriosi rinvii. Tra i tanti fa scuola quello dell’autorizzazione per il leghista Roberto Calderoli, sott’inchiesta a Bergamo dal novembre 2013 per diffamazione e discriminazione razziale ai danni dell’ex ministro all’Immigrazione Cécile Kyenge che aveva paragonato a un orango. Bene. La Giunta ha dato il via libera il 14 gennaio 2015, ma il caso non è ancora approdato in aula. I boatos del palazzo dicono che Calderoli vorrebbe una votazione separata per le due incriminazioni.
IL PADRE DI CECILE KYENGE CON LA FOTO DI CALDEROLI