CON IL LORO INNATO BUONGUSTO, GLI ITALIANI SE NE FREGANO DEI FILM ITALIANI, PER LO PIU’ INGUARDABILI? E FRANCESCHINI VUOLE TASSARE I GIGANTI INTERNET COME GOOGLE, AMAZON E NETFLIX E LE TELEVISIONI (RAI, SKY, LA7) PER PORTARLI AL CINEMA!

paolo baratta dario franceschinipaolo baratta dario franceschini

Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”

 

Il governo Renzi vuole mettere nuova benzina, nuovi soldi dentro il serbatoio dei nostri produttori indipendenti di film e fiction, che sono in riserva. E il carburante - insegnano i tedeschi, che hanno avuto l’idea per primi - può arrivare dalle aziende più effervescenti ma anche più privilegiate del Pianeta. A finanziare il nostro cinema e le nostre fiction saranno i giganti di Internet. Gente come Google, Amazon e Netflix (la tv via cavo attesa qui in Italia ad ottobre).

 

IL MODELLO TEDESCO

antonello giacomelliantonello giacomelli

La parola magica - “tassa di scopo “ - è scritta nel documento sul “Rafforzamento del settore audiovisivo” che il ministro Franceschini e il sottosegretario Giacomelli hanno presentato alle nostre televisioni e alle associazioni dei produttori questo lunedì.

 

franceschini si fotografa i piedi franceschini si fotografa i piedi

La Germania, dunque. In Germania, i giganti della Rete verseranno allo Stato una “fettina” del fatturato che realizzano nel Paese. Questi soldi saranno poi investiti (per il 70%) nella produzione di film e fiction tedesche, e nella loro distribuzione attraverso canali classici (la televisione, le sale cinematografiche).

 

E per il 30% nella loro promozione in la Rete. «La Germania - ricorda il documento del governo Renzi - prevede introiti per 13 milioni l’anno». Una cifra ragionevole che Google e compagnia - forti di un regime fiscale di favore in Europa - sopporterebbero come niente. Il modello tedesco attende il via libera della Commissione Ue per diventare operativo.

 

GLI AIUTI PUBBLICI

netflixnetflix

Ma la parolina “tassa di scopo” torna una seconda volta nel documento del nostro esecutivo. Lo Stato, ovvio, deve garantire dei contributi alla nostra industria dei sogni, del cinema e della fiction. Tra aiuti regionali, nazionali ed esenzioni fiscali, l’assegno è stato di 247,5 milioni nel 2014. Un quarto di quello garantito dai francesi.

 

Bene, il documento del governo spiega ora che le risorse pubbliche vanno «sganciate dalle legge annuale di bilancio». Non ci sarà più un assegno fisso, per quanto misero. Si pensa semmai ad una “tassa di scopo” che graverebbe sull’intero comparto dell’audiovisivo. In Francia, dove l’imposta già esiste, capita ad esempio che le tv versino il 5,5% del loro fatturato per finanziare cinema e fiction. Esborso mitigato da un’Iva agevolata al 10%.

 

google logogoogle logo

L’altra ipotesi, più probabile, è che l’assegno italiano sia legato «al gettito e all’Iva che il settore del cinema e dell’audiovisivo generano per l’erario».

 

IL LOCALISMO

Il documento del governo descrive il momento di sofferenza delle nostre industrie. Che fatturano la metà delle cugine tedesche o inglesi; che esportano film meno «dei danesi o norvegesi»; e confezionano fiction «localistiche », di quelle che piacciono solo a noi italiani.

 

Il sistema va ripensato, dunque, e ogni euro speso dovrà avere un senso (si promettono più risorse alla Mostra del Cinema e al Centro Sperimentale, molte meno a convegni e pubblicazioni inutili).

 

LA TELEVISIONE

SKY CONTRO MEDIASET PREMIUMSKY CONTRO MEDIASET PREMIUM

E le televisioni? Per loro ci sono discreti sacrifici all’orizzonte. Le emittenti non potranno più sperare in deroghe ai loro obblighi di produzione e programmazione di opere indipendenti. Dovranno poi sfruttare il film che acquistano mettiamo entro 3 anni. Pena la perdita dei diritti (norma molto controversa). Dovranno proporre la fiction su tutte le piattaforme (dall’etere fino al web), pena la perdita dell’esclusiva (altra norma che farà discutere). Le super emittenti dovranno infine sottoporre al produttore dei contratti «standard », pieni di clausole a garanzia dei piccoli soggetti che vendono la loro opera.

 

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...