COME FA UN ARTICOLO A FINIRE NELLA RASSEGNA STAMPA DEL MINISTERO DELLA DIFESA? NON CONTA L’ARGOMENTO: BASTA CITARE LA RUSSA – IL SENATO METTE ALLA PORTA LA BNL – BERSANI TRA I PROFUGHI DI LAMPEDUSA – L’OCCASIONE D’ORO PER CATIA POLIDORI: ORGANIZZARE GLI STATI GENERALI DEL COMMERCIO ESTERO (E BERLUSCONI BENEDICE)…

da "Italia Oggi"

SE NEL PEZZO NON C'E' LA RUSSA NON FINISCI IN RASSEGNA STAMPA
Guai a scrivere un articolo dedicato ad argomenti militari senza citare il nome del ministro della Difesa Ignazio La Russa: si rischia di finire ignorati dai vertici del dicastero. Così, se alla Camera dei deputati un oppositore come Antonio Di Pietro l'altro giorno se l'è presa con l'ufficio stampa del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ieri nel Pdl hanno puntato un indice fratricida contro la rassegna stampa del ministro La Russa.

Tutta colpa degli articoli mancanti nell'elenco dei testi offerti alla lettura dei capi di stato maggiore: in particolare, non erano presenti i fondi del Foglio e del Riformista, firmati rispettivamente da Mattia Ferraresi e Paolo Messa. Ed erano entrambi sul tema, e di strettissima attualità: il primo era intitolato «Pentagono sconfitto. Nella legge per evitare il default Obama nasconde tagli alla difesa che minano la potenza americana», il secondo «Il miglior attacco? È la difesa».

Fatto ancora più curioso, quello dedicato agli Stati Uniti è stato inserito nella rassegna stampa della Farnesina, e l'altro in quella di palazzo Chigi nella lista degli articoli del giorno. Ma c'è una spiegazione a questa singolare censura: sia sul Foglio che sul Riformista non era presente il nome del ministro della Difesa. Insomma, un sacrilegio. Pare che la condizione essenziale, per poter apparire nell'elenco dei testi del dicastero di via XX Settembre, sia proprio la citazione delle generalità dell'ex leader di Alleanza nazionale.

Chi non si adegua a questa rigidissima indicazione, evidentemente, non merita di finire nella buona stampa: viene semplicemente dimenticato, anche se il contenuto dell'articolo era tale da meritare l'attenzione di generali, ammiragli ed esperti di strategie militari. Cose che non capitano, per fortuna, né al ministero degli Affari esteri né alla presidenza del consiglio, dove evidentemente le vedute sono più ampie e non c'è bisogno di citare nei pezzi né Franco Frattini né Berlusconi per poter entrare nelle rassegne. (Pierre de Nolac)

IL SENATO METTE ALLA PORTA LA BNL
Mentre si discuteva, con toni bipartisan, dei tagli milionari da apportare al bilancio del senato, della necessità di dare un segnale di morigeratezza al Paese, intervenendo su vitalizi e prebende varie, mercoledì scorso in aula il dibattito a un certo punto si è infervorato su una vicenda annosa ma molto sentita dai senatori: le condizioni di tenuta dei loro conti correnti presso lo sportello interno della Bnl.

Uno sportello storico, presente da sempre, a memoria dei vecchi funzionari di Palazzo Madama, e che ha la gestione non solo dei conti di dipendenti e senatori ma degli stessi fondi di funzionamento del senato, con una movimentazione di risorse stimata (ufficiosamente) in circa 600 milioni di euro. Le condizioni sui depositi e le varie operazioni bancarie sono state definite in un ordine del giorno al bilancio di Elio Lannutti, senatore dell'Idv oltre che presidente dell'Adusbef, «vessatorie».

Lannutti ha invocato una nuova convenzione (quella vecchia è già scaduta, dice il senatore) a condizioni diverse; e per il futuro nuove procedure di appalto che utilizzi lo stesso sistema Consip in uso presso le altre pubbliche amministrazioni. Sulla proposta c'è stato un coro di consensi, tanto che il senatore questore di maggioranza Angelo Maria Cicolani era pronto ad accoglierlo.

«È bene che lei e tutta l'aula sappiate che abbiamo intenzione di procedere non a un rinnovo della convenzione, bensì a una procedura di gara che genera discontinuità. Chiarito ciò», diceva Cicolani, «nello spirito l'ordine del giorno G35 è certamente accoglibile». Condivisione «nello spirito» dell'ordine del giorno confermato dal presidente del senato, Renato Schifani.

L'unico ad avere dubbi è Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, che chiede spiegazioni. Perché se esce che il senato, mentre fuori c'è una manovra lacrime e sangue per il paese, approva un ordine del giorno per rivedere le condizioni dei conti correnti dei propri senatori, beh, allora...«se emerge dal rendiconto di questa seduta che abbiamo accolto l'ordine del giorno G35, non voglio nemmeno immaginare cosa ci sarà domani sui giornali...», riporta il resoncoto dell'aula di mercoldì scorso. Schifani fa subito retromarcia, pur esprimendo apprezzamento per Lannutti e le sue battaglie, dentro e fuori il Palazzo.

L'ordine del giorno sarà ritirato, anche perché è da ritenersi prevalente, argomenta Schifani, la decisione del collegio dei questori e dello stesso presidente di procedere alla scadenza della convenzione a una procedura di assegnazione pubblica, a una gara, e non più un rinnovo della convenzione.. «Questo al fine di seguire anche l'osservazione del senatore Lusi», spiega Schifani, «ed evitare di commettere involontariamente degli errori». Ma quali erano le condizioni tanto terribili dei conti? «Dopo molte battaglie, e una mia lettera di protesta, firmata da 137 senatori di maggioranza, alcune condizioni sono cambiate in senso migliorativo», spiega Lannutti, «è stato ritirato per esempio il contributo di tre euro per chi preleva contati allo sportello, ed è stato innalzato il rendimento sui conti, portato a 1,2%».

E a chi gli fa notare che è di più di quanto si possa trovare in tante altre banche, replica: «Ma no, sul mercato ci sono anche condizioni migliori. Io non voglio privilegi, ma che ci siano gli stessi diritti di chi sta fuori dal senato. Anche alla luce del pacchetto finanziario che il senato rappresenta». E aggiunge Lucio Malan, senatore Pdl, «siamo da tempo oggetto di un attacco furibondo contro la casta, ma nessuno che spieghi sulla stampa che non è così». (Alessandra Ricciardi)

BERSANI TRA I PROFUGHI
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani visiterà nella tarda mattinata di oggi l'isola di Lampedusa. Un arrivo che, nelle intenzioni dell'ex ministro per le attività produttive, servirà a puntare il dito contro le politiche migratorie del governo Berlusconi, mentre si attendono ancora conferme sull'ennesima tragedia del mare che avrebbe provocato decine di morti, sono cominciati i primi trasferimenti di migranti da Lampedusa verso altri centri d'accoglienza in tutta Italia, imbarcando sul traghetto Moby Fantasy 1150 profughi da smistare a Porto Empedocle, Napoli, Cagliari e Genova. Permettendo così lo svuotamento del centro di primo soccorso e accoglienza dove fino a ieri mattina erano ospitati complessivamente 1408 immigrati. (Stefano Di Giovanni)

STATI GENERALI DELL'EXPORT IN AUTUNNO CON BERLUSCONI
Il neo sottosegretario al commercio estero Catia Polidori ieri ha deciso la data degli stati generali del commercio estero: sarà l'ultimo week-end di ottobre a ospitare l'evento. E il presidente del consiglio ha subito confermato ufficialmente la sua presenza, vista l'importanza dell'appuntamento. Polidori e il consigliere personale del capo del governo per l'export Massimo Calearo hanno illustrato al premier il programma della manifestazione in occasione dell'insediamento dei gruppi di lavoro preparatori.

E se negli uffici del ministero Polidori in questi giorni non si è fatta vedere, non si trattava di un'assenza motivata dalla voglia di andare in vacanza, tanto in voga tra i parlamentari: è appena tornata da Chisinau, in Moldova, dove ha incontrato l'intero governo, premier compreso in un colloquio di quasi un'ora, per difendere i produttori italiani di vermut (Martini in testa) dai dazi che l'ex repubblica sovietica si appresta a mettere su vino e alcol, e a Roma ha subito incontrato l'ambasciatore giapponese in Italia, per poi.

La settimana precedente era stata in Francia, a Parigi, prima all'Ocse e poi nella sede del governo, e prima ancora a Lussemburgo (c'era il brevetto italiano da difendere) e a Bruxelles passando per Sarajevo. Senza nemmeno concedersi una pausa estiva, la neo sottosegretaria volerà a Vienna, poi a Berlino, e ancora a Varsavia ad incontrare il ministro Korolec, responsabile dell'economia.

A fine settembre sarà il turno del Canada, mentre per i primi di ottobre è già pronto il dossier Uzbekistan dove Polidori presenzierà la commissione mista italo-uzbeka. Al rientro dallo stato asiatico, a Parigi: con il collega Lellouche il grande evento dedicato al made in Italy e contraffazione. Più un viaggio a Washington e una missione in Brasile. (Donato de' Bardi)

 

super larussa foto mezzelani gmt super larussa foto mezzelani gmt Paolo Messa senato-della-repubblicaRENATO SCHIFANI Pier Luigi BersaniPier Luigi Bersani canta alla Festa dell Unita di Reggio Emilia lampedusahsGetImage Sbarchi a Lampedusa MigrantiCatia Polidori Ignazio La Russa in tenuta mimeticaIgnazio La Russa in tenuta mimetica

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)