ANCHE CONFALONIERI SE LA PRENDE CON GOOGLE: “SONO PIRATI, DEPREDANO I NOSTRI CONTENUTI”
Giuliana Ferraino per il "Corriere della Sera"
«Mediaset investe in contenuti europei, Google prende i nostri contenuti e li fa diventare materia economicamente profittevole, senza pagare nemmeno le tasse in Europa, come abbiamo visto. Noi siamo sottoposti a un'infinità di regole, invece su Internet si può fare, e si trova, di tutto», attacca Fedele Confalonieri. Che, però, non parla solo pro domo sua.
A Bruxelles, il presidente del gruppo televisivo del Biscione interviene in difesa dell'intera categoria degli operatori televisivi continentali contro il nemico comune, «gli operatori tecnologici d'Oltreoceano», che definisce «parassiti» e «pirati di Internet». Nel mirino, però, c'è soprattutto il motore di ricerca californiano con la sua controllata Youtube.
L'occasione è il Collegio dei membri delle Associazioni delle televisioni commerciali europee, un appuntamento che viene sfruttato dal presidente di Mediaset per presentare alle istituzioni Ue il sistema integrato multimediale TgCom24. Ma poi basta la presentazione del Libro Verde della Commissione Ue sulla convergenza tra tv e Internet per riaccendere la polemica.
«E' uno strumento che può promuovere la ricerca di soluzioni concrete per riequilibrare il quadro normativo e le attuali asimmetrie regolamentari. Asimmetrie che hanno permesso un ingente drenaggio di risorse dai produttori di contenuti a beneficio di operatori tecnologici d'Oltreoceano che hanno costruito rendite parassitarie senza contribuire in alcun modo al finanziamento di contenuti originali», sostiene Confalonieri.
La critica non è nuova, ma dopo il recente voto del Parlamento Ue, Confalonieri vuole ribadire la necessità tutelare la produzione di opere originali europee nell'ambito degli imminenti negoziati commerciali con gli Stati Uniti. «La nostra capacità produttiva deve essere promossa come un asset prezioso e tutelata da business model basati esclusivamente su tecnologie che sfruttano l'investimento produttivo altrui». Tradotto: noi investiamo per preservare la cultura europea, loro si comportano da predatori. Ecco perché l'Europa deve difendersi dagli operatori di rendite parassitarie.
«L'invasione del prodotto americano a basso prezzo sarebbe un grave danno. E' una forma di protezionismo se vuole, ma dobbiamo tutelare non solo la nostra lingua, i nostri costumi, la nostra letteratura e i nostri autori, ma anche il profilo industriale delle nostre aziende. Tanti posti di lavoro e figure professionali potrebbero essere a rischio», insiste.
«Le tv europee producono a loro spese l'80% dei contenuti. Nei tempi buoni Mediaset investiva 5/600 milioni di euro all'anno soltanto in fiction italiana, anche se quest'anno abbiamo investito meno per via della crisi», argomenta Confaloniere. «Gli altri, i Google e i Facebook si limitano a piratare i nostri video e a farli circolare su Internet senza preoccuparsi del copyright».
Proprio su questo il Biscione ha fatto causa per ben due volte, presso il tribunale civile di Roma, contro il gruppo di Mountain View. La prima risale al 2008: Mediaset ha denunciato Google di aver piratato 4.500 video per 350 ore di girato, e ha chiesto perciò 500 milioni di danni. La sentenza è attesa per fine anno. La seconda causa, del 2009, invece è già stata chiusa a favore del Biscione: il giudice ha accolto il ricorso per togliere da Youtube tutti i contenuti Mediaset, principalmente scene del «Grande Fratello.





