paolo savona

LA CONSOB DI SAVONA NAVIGA A VISTA - MOLTO ECONOMISTA E UN PO' MINISTRO DELL'ECONOMIA (CHE NON HA POTUTO ESSERE, PER IL VETO DI MATTARELLA ALL'EPOCA DEL PRIMO INCARICO DI GOVERNO A CONTE), SAVONA HA SUSCITATO CLAMORE PER L'ANOMALO "RICHIAMO DI ATTENZIONE" SUL CASO DEL CDA DI GENERALI, APPROVATO CON UNA MAGGIORANZA DI TRE A DUE, DIVISIONE CHE SI ERA GIÀ VERIFICATA IN ALTRE OCCASIONI. MALUMORI ANCHE SULLE SORTITE DEL PRESIDENTE E SULLA SCELTA DEI MANAGER INTERNI

Vittoria Puledda per “la Repubblica - Affari & Finanza”

 

Paolo Savona

L'ultimo inciampo pubblico è stato un paio di mesi fa, quando Paolo Savona ha scritto una lettera (privata, ma diventata pubblica per poche ore e per errore) indirizzata all'amico ed economista Marco Vitale, nella sua veste di promotore dell'associazione per l'autonomia e l'indipendenza della Popolare di Sondrio, ormai alla vigilia dell'assemblea per la trasformazione in Spa.

 

consob opa sts hitachi

Nella lettera Savona ricordava che «quando la qualità si disgiunge dalla quantità (il voto), la democrazia entra in crisi ed emergono i sintomi latenti della dittatura, come quella nella quale viviamo ai giorni nostri», rifacendosi alla dottrina di Tocqueville; aggiungendo poi che si trattava di un dibattito teorico e sottolineando che erano «idee liberali, che sorprendono solo chi libero non è».

 

La sortita, che ha suscitato molti malumori - anche all'interno della Commissione - si inquadra nella vicenda del cambiamento di statuto delle Popolari di maggiori dimensioni, previsto da una legge dello Stato, quella promulgata a suo tempo dal governo Renzi (il quale non a caso ha chiesto subito le dimissioni di Savona).

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

 

Non è certo l'unica occasione in cui l'economista, pluri-ministro della Repubblica e attuale presidente della Consob, ha suscitato clamore. Compresa l'interpretazione "esuberante" del suo mandato, nelle sue Relazioni sull'attività della Consob - nel consueto incontro con la comunità finanziaria - in cui spesso ha affrontato temi di politica economica, debito pubblico (compresa la proposta di emettere bond irredimibili, come ai tempi di guerra), stabilità monetaria (ha molto a cuore le tematiche delle criptovalute e delle blockchain: «Penso sia per prima cosa necessario accettare che serva una nuova teoria economica integrata con le criptovalute»).

paolo savona

 

Molto economista e un po' ministro dell'Economia (che non ha potuto essere, per il veto di Mattarella all'epoca del primo incarico di governo a Conte); forse un po' meno presidente dell'Autorità di vigilanza dei mercati. Che, a dire il vero, all'estero vivono momenti almeno altrettanto, se non più, complicati.

 

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

Basti pensare alle feroci contestazioni che hanno coinvolto la tedesca BaFin dopo il fallimento della vigilanza su Wirecard, la società specializzata nei pagamenti digitali e dichiarata insolvente nel settembre 2020 in seguito a un buco da 1,9 miliardi di euro. O agli stessi cambiamenti nella struttura della vigilanza in Gran Bretagna, dove attualmente c'è un sistema basato su due pilastri: il Financial Conduct Authority (più orientato al funzionamento dei mercati) e la Prudential Regulation Authority, focalizzata sulla stabilità del sistema finanziario.

 

Donnet Caltagirone Del Vecchio

Un doppio binario frutto delle difficoltà, cominciate negli anni Novanta e continuate fin dopo la crisi dei subprime, con radicali cambi di modello di vigilanza. Considerata in quest' ottica, la Consob di Savona naviga in acque assai meno agitate. Ormai superato lo scoglio dell'approvazione del Regolamento interno sulle carriere, clonato dallo schema Bankitalia - con grande travaglio all'interno della stessa Commissione, tra i diversi rami dell'apparato pubblico e con i sindacati interni - il primo vero passaggio pericoloso è quello sul caso Generali, con il potenziale "richiamo di attenzione" sulla vicenda; meglio, sul tema complessivo delle liste per il rinnovo dei cda proposte dai board uscenti.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Una decisione sofferta, nella modalità individuata: una consultazione al mercato, partita da quesiti puntuali (ancora in attesa di risposta) posti dal socio scettico - e riottoso - Francesco Gaetano Caltagirone, sul caso concreto di Generali. L'imbarazzo della Commissione è evidente: «Sebbene i richiami di attenzione non rientrino tra gli atti da sottoporre alla consultazione del mercato - scrive la Commissione - in quanto atti tipicamente di vigilanza, la Consob ha ritenuto di avviare una fase di pubblica consultazione tenuto conto della rilevanza della tematica ».

 

Generali Assicurazione

Per certi versi, un modo per non decidere direttamente, ma per ascoltare prima il parere degli stakeholder - il mercato - comprensivo dei soggetti interessati probabilmente (se vorranno mandare i propri pareri). La scelta ha spaccato la Commissione, i voti sono stati tre a due, e a dar credito alle indiscrezioni non è la prima volta che accade nell'ultimo anno (circostanza peraltro non confermata dalla Consob, che non ha rilasciato commenti ufficiali su questi temi).

 

MARIO DRAGHI PAOLO SAVONA

Forse è persino normale: la Commissione è un organo collegiale, formato da cinque membri, per cui è fisiologico che ci sia dialettica tra i commissari (solo in caso di parità il voto del presidente vale doppio). Dalla Consob non trapela nulla anche su un'altra circostanza: la nomina di un direttore generale.

 

MAURO NORI INPS

La carica da oltre un anno è retta ad interim dalla vice, Tiziana Togna. Ma sembra che non più tardi di un mese fa sia stata prospettata la nomina di un nuovo responsabile. Tra i nomi che circolano c'è quello di Salvatore Providenti, ex capo della Consulenza legale Consob fino all'aprile 2019 e attualmente partner dello studio Carbonetti: sembrerebbe godere della fiducia di Savona, ma la candidatura probabilmente è ancora allo stadio di ipotesi.

 

CARLO DEODATO

Certo che a seguire le cronache della Commissione, sembra sempre più difficile trovare manager e soprattutto trattenerli: in pochissimo tempo, ai vertici della Consob sono passati come meteore Mauro Nori, durato nella carica di direttore generale esattamente un anno (dal settembre 2019 al settembre 2020) e Carlo Deodato, segretario generale dal 4 aprile 2019 al 15 settembre 2020.

Paolo Savona

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)