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IN GUERRA CONTRO L’ISIS? – IL “CORRIERE” SOSTIENE CHE L’ITALIA STA PER METTERSI A BOMBARDARE L’IRAQ, MA LA PINOTTI FRENA: “SOLO IPOTESI CHE IL PARLAMENTO DEVE VALUTARE” – GRILLO METTE LE MANI AVANTI: “NIENTE DECISIONI AUTONOME DA UN GOVERNO PRONO ALLA NATO”

da “corriere.it

 

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Le azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq (di cui il Corriere ha anticipato l'eventualità) «sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento». Lo afferma il ministero della Difesa «in merito a indiscrezioni di stampa».

 

Ma il dibattito è aperto. Beppe Brillo sul blog chiede che su eventuali attacchi devono decidere le Camere. «È un’azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento, non in modo autonomo da un governo prono alla Nato. Vale la pena di ricordare che, solo qualche giorno fa, i caccia della Nato hanno bombardato per più di mezz’ora il centro traumatologico di Medici Senza Frontiere a Kunduz City, sono state uccise oltre venti persone tra cui tre bambini».

 

la concordia a genova matteo renzi roberta pinotti 28la concordia a genova matteo renzi roberta pinotti 28

Non mancano altre reazioni. Per Giorgia Meloni, presidente di «Fratelli d’Italia, «ancor più dell’Iraq è vitale per la nostra Nazione quello che succede in Libia e in Siria. Quindi, il Governo dovrebbe condizionare l’ulteriore coinvolgimento italiano in Iraq ad una strategia complessiva di intervento anche in Libia e in Siria, per spazzare via l’Isis e fermare l’esodo biblico di profughi che sta investendo l’Europa».

 

Anche il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto chiede alla ministra Pinotti di «riferire immediatamente in Parlamento». «La partecipazione italiana ai raid senza un mandato parlamentare non è possibile. La ministra Pinotti non ha il potere di decidere se e dove bombardare, e quali regole d’ingaggio avere», conclude.

 

Anticipazione

pinotti gentiloni pinotti gentiloni

La notizia di possibili raid aerei italiani in Iraq contro le postazioni Isis è stata anticipata dal "Corriere della Sera". Come spiega il nostro giornale, dopo la decisione di partecipare alla coalizione poco meno di un anno fa e la conseguente presenza nell’area di uomini e mezzi delle nostre forze armate e la fornitura di armi ai Peshmerga curdi, ora i Tornado, configurati inizialmente per la ricognizione, assumeranno le loro piene caratteristiche di cacciabombardieri e colpiranno direttamente i bersagli individuati in base alle nuove regole di ingaggio.

 

Nicola Latorre Nicola Latorre

La decisione di bombardare le postazioni dell’Isis dovrà, come avviene sempre in questi casi, ottenere l’approvazione del Parlamento. L’Italia partecipa alla coalizione da un anno con quattro Tornado del Sesto stormo di Ghedi, un aereo Cisterna KC767 e alcuni droni Predator privi di armamento. Il personale impegnato nell’operazione è di 140 unità, impiegato in missioni di ricognizione. Secondo quanto riporta il nostro giornale fondamentale è la distinzione fatta dall’Italia tra Siria e Iraq. Il premier Matteo Renzi ha più volte espresso una posizione contraria all’intervento in Siria, mentre in Iraq «il governo iracheno - scrive il nostro quotidiano- ci ha chiesto di intervenire e anche di bombardare»

 

Regole di ingaggio

beppe grillo marcia perugia assisibeppe grillo marcia perugia assisi

Il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre, intervistato dal Gr3, inquadra così la questione: «Come è noto l’Italia è parte di una coalizione internazionale, è già impegnata con un’azione non attiva in termini di bombardamento, ci è stata fatta una richiesta in tal senso e naturalmente il Governo dovrà valutare questi aspetti e soprattutto preventivamente informare il Parlamento. Allo stato non c’è nessuna decisione di questo tipo». Quindi sottolinea Latorre le regole di ingaggio «non sono cambiate».

 

«L’Italia c’è sempre stata»

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L’Iraq «non ha ancora ricevuto comunicazioni da Roma» su una sua possibile partecipazione ai raid aerei contro lo Stato islamico, ma l’Italia «c’è già e partecipa fin dall’inizio alla coalizione guidata dagli Usa, con operazioni di sorveglianza dei cieli fondamentali per chi già ora esegue i raid», ha detto l’ambasciatore iracheno a Roma, Saywan Barzani.

 

GUERRA iraqGUERRA iraq

«Centinaia di militari italiani sono da tempo a Erbil - ha continuato Barzani, commentando le notizie su un possibile rafforzamento del ruolo italiano in Iraq - per addestrare militari e polizia, l’Italia ha inoltre inviato armi e aiuti». Certo, ha aggiunto, «tutti quelli che possono contribuire a bombardare l’Is sono i benvenuti».

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