1. CRESCE LA TENSIONE TRA I FANS PRO-BANANA ACCALCATI A PALAZZO DUDU’-GRAZIOLI 2. PRIMA LE POLEMICHE PER LA RIMOZIONE DELLO STRISCIONE: “È UN COLPO DI STATO”. QUINDI L’EPISODIO DEGLI UNDICI OPERAI CAMPANI INFILTRATI NEL SIT-IN A SOSTEGNO DI BERLUSCONI, FERMATI DALLA POLIZIA MENTRE CERCAVANO DI ENTRARE NEL PALAZZO GRAZIOLI 3. LA SANTADECHÉ DEFINISCE “IL SEQUESTRO DELLO STRISCIONE INDEGNO DI UN PAESE CIVILE È PALESEMENTE CONTRARIO ALL’AGIBILITÀ DEMOCRATICA E ALLA COSTITUZIONE” 4. ‘’MAOGRILLINONATE” NELL'AULA DEL SENATO: SPUNTA LA RETE WI-FI "TUTTI A CASA" 5. ALESSANDRA MUSSOLINI: “SIETE DEI POLTRONISTI E OPPORTUNISTI E ALFANO È UN PIRANA E PREFERISCO CHIAMARLO LINO PERCHÉ DI ANGELINO NON HA PROPRIO NULLA" 6. DE MICHELIS: “È FINITA COME CON CRAXI: IL PRIMO SCELSE L'ESILIO E IL SECONDO L’ITALIA'' 7. IL TENERO BONDI E L’ALFANOIDE FORMIGONI QUASI ALLE MANI, SEPARATI DAI COMMESSI

1. DECADENZA, RIMOSSO STRISCIONE «È COLPO DI STATO». INSORGE FORZA ITALIA. FERMATI 11 MANIFESTANTI
Corriere.it

Di minuto in minuto, la tensione cresce tra i manifestanti accalcati nei pressi di Palazzo Grazioli. Prima le polemiche per la rimozione dello striscione: «È un colpo di Stato». Quindi l'episodio degli undici operai campani infiltrati nel sit-in a sostegno di Berlusconi, fermati dalla polizia mentre cercavano di entrare nel Palazzo.

IL SIT-IN IN TUMULTO- Il sit-in di Forza Italia davanti alla residenza del Cavaliere nel giorno del voto sulla decadenza comincia con un biglietto da visita quattro metri per due. La polizia lo rimuove, tra le rimostranze dei manifestanti che cominciano ad affollare via del Plebiscito. E appena la notizia arriva al Senato, si scatena la reazione dei colonnelli berlusconiani: «Giudichiamo molto grave quanto accaduto e, in attesa di chiarimenti - dicono in una nota congiunta i due capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani - preannunciamo sin d'ora interrogazioni urgenti al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, affinché venga fatta piena luce su questo inaccettabile episodio».
Palazzo Grazioli, il corteo di Forza Italia

LO STRISCIONE - Lo striscione, portato a Roma da un militante pugliese, è diventato per più di qualche minuto l'ultimo baluardo da presidiare. Per Daniele Capezzone «è letteralmente incredibile la notizia del sequestro preventivo di un cartello a via del Plebiscito. In Italia non c'è free speech? La libertà di parola e di espressione è sottoposta al vaglio preventivo di qualcuno?».

Daniela Santanché definisce «vergognoso il sequestro dello striscione. Che ci sia una sorta di controllo politico ad opera delle forze dell'ordine rispetto ad una manifestazione pacifica come quella a sostegno del leader di Forza Italia, è indegno di un Paese civile è palesemente contrario all'agibilità democratica e alla Costituzione che prevede espressamente il diritto di pensiero e di parola».

La replica della Questura arriva poco dopo l'inizio del sit-in, previsto per le 14: «Gli agenti non hanno rimosso e sequestrato il cartello ma hanno invitato i manifestanti a rimuoverlo». Intanto cresce l'attesa per il discorso di Berlusconi, atteso per le 16.

2. NANO DECADENCE
Ansa.it

I lavori dell'Aula del Senato non si sospenderanno. Alle 15.30 cominceranno le dichiarazioni di voto e per le 17 è previsto il voto sugli ordini del giorno presentati in difformità dalla relazione della Giunta che chiede di non convalidare l'elezione di Berlusconi. Non c'è più grossa aria di scontro né in Aula, né nei corridoi del Palazzo solitamente animati in occasioni così cruciali.

Ascoltando alcuni esponenti di Forza Italia sembra quasi che l'attenzione si sia spostata ormai fuori dal Palazzo, dando per scontato questo "inutile e vergognoso" passaggio parlamentare con il quale si confermerà l'addio dell'ex premier alle Camere. Molti senatori di FI vogliono prendere parte alla manifestazione organizzata a via del Plebiscito davanti all'abitazione del Cavaliere.

Nel dibattito generale si sono iscritti a parlare 25 senatori. Sono ben 22 quelli che parlano contro la decadenza di Silvio Berlusconi, quasi tutti di Forza Italia, Gal e Nuovo Centrodestra. A favore della decadenza per Berlusconi sono iscritti solo due senatori del M5S. Si è iscritto a parlare anche il senatore del Psi Enrico Buemi, che era a favore del voto segreto e in passato si era espresso a favore della decadenza.

In aula spunta rete wi-fi "tutti a casa" - 'Tutti a casa'. E' il nome di una linea per la connessione wi-fi che spunta nell'aula del Senato nel giorno in cui si vota la decadenza di Silvio Berlusconi. Il pensiero immediato va ai senatori del Movimento 5 Stelle, che dello slogan 'Tutti a casa' hanno fatto il proprio cavallo di battaglia; ma dall'ufficio stampa del gruppo fanno sapere che non si tratta di un'iniziativa del M5S.

Mussolini, Alfano è un pirana e voi Ncd ipocriti - "I vostri sono voti appiccicosi. Se fossi stata io la capigruppo non li avrei accettati. Siete dei poltronisti, come dice Berlusconi, siete arrivati a un punto di non ritorno. Alfano è un pirana e preferisco chiamarlo Lino perché di Angelino non ha proprio nulla". La senatrice di Fi Alessandra Mussolini attacca a testa bassa i "cugini" di Ncd durante la discussione sulla decadenza del Cav e grida ai loro banchi più volte: "Non vogliamo i vostri voti".

Malan, è colpo di stato soft - "Il classico colpo di stato si fa con carri armati e fucili, questo lo si fa in modo più soft ma in maniera ancora più grave, perché i blindati li vedono tutti mentre le forzature giudiziarie sono un po' meno facili da vedere". Così ha dichiarato il senatore di Forza Italia Lucio Malan, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Città Futura. "Quando nella sentenza c'è scritto che non ci sono prove di neppure un centesimo passato da Agrama a Berlusconi si fa una forzatura senza contare lo stravolgimento del regolamento del Senato sul voto che considero una spudorata, sfacciata violenza di quella legalità di cui tanti si sciacquano la bocca", aggiunge.

Malan ha poi annunciato una richiesta di annullamento della seduta della giunta per violazione del segreto. "Se ci sarà un minimo di quel senso di legalità - ha aggiunto - si pretenda un voto segreto. Non tenterete nessuna strada di ostruzionismo? No, il nostro impegno continua, nonostante il nostro leader, l'uomo più votato della storia della Repubblica, venga messo fuori dal Parlamento per un presunta e non provata evasione fiscale", ha concluso il senatore.

Casini chiede sospensione in attesa Cassazione - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, presenta in aula una sospensiva sul voto di decadenza, in attesa delle decisioni della Cassazione sul conteggio dei tempi dell'interdizione. "La sentenza, giusta o sbagliata che sia, è sottoposta alle regole dello Stato democratico, che ne impongono l'applicazione" premette Casini, secondo il quale in Senato si intrecciano però "questioni giudiziarie e politiche" e "si segue la vita più impervia, che consente a Berlusconi di ergersi a vittima di persecuzione politica".

Schifani chiede il voto segreto - "Il parere della giunta del regolamento non è vincolante e chiedo che lei possa intervenire per ristabilire il voto segreto". La richiesta è del capogruppo del Nuovo Centrodestra, Renato Schifani, che condivide la richiesta della senatrice Casellati e di Nitto Palma di Forza Italia. Schifani parla di una "interpretazione innovativa" rispetto alla prassi del voto segreto, rivendicando che ''riguarda una persona che ha diritto alla segretezza del voto".

Bondi,solo popolo può rifondare fondamenta Stato - "La democrazia e' stata espulsa dal Parlamento e dalle istituzioni. Solo il popolo può rifondare dalle fondamenta uno Stato democratico". Lo dichiara Sandro Bondi (FI) in una nota.

De Michelis, è finita come con Craxi - ''Non c'è molta differenza tra le vicende di Craxi e Berlusconi, a parte che il primo scelse l'esilio e il secondo resta in Italia''. A sostenerlo è l'ex ministro degli Esteri, Gianni De Michelis in una intervista al Mattino, aggiungendo che però il Cavaliere ''fa un ragionamento che non può reggere: vorrebbe una via d'uscita, ma lui è stato condannato, e la legge è uguale per tutti''. ''In questi venti anni - dice - lo scontro tra Berlusconi e i magistrati è stato più politico che giudiziario'' e l'unica soluzione al corto circuito giudici-politici ''è una riforma profonda della giustizia''.

- BERLUSCONI:LITE IN AULA BONDI-FORMIGONI,COMMESSI LI SEPARANO
(ANSA) - "Vergogna", urla Sandro Bondi a Roberto Formigoni. E i due vengono quasi alle mani nell'Aula del Senato. Tanto che intervengono i commessi a separarli. L'episodio viene immortalato dal cellulare del senatore Pd Sergio Lo Giudice e pubblicato su Twitter, quando è appena iniziato il 'Bday', il giorno del voto sulla decadenza di Berlusconi. "Sarà una giornata lunga", scrive Lo Giudice. Che riferisce, ironico: "Il versetto ermetista declamato dal senatore Bondi al senatore Formigoni era 'Vergogna'".

- BERLUSCONI: FORMIGONI, BONDI PARTICOLARMENTE IRRITABILE OGGI
(ANSA) - "Nessuno scontro fisico: solo uno scambio vivace di battute". Così Roberto Formigoni racconta il battibecco avuto in Aula con l'ex collega di partito Sandro Bondi, immortalato da una foto che impazza su Twitter. "Stavo salendo le scale dell'emiciclo per raggiungere il mio nuovo posto, che è su in alto, in montagna, quando Bondi, che è distante almeno quattro file, si è sporto verso di me e mi ha detto: 'Tu non ti devi permettere di parlare di me'", racconta Formigoni.

"Dopo un po' ho capito che si riferiva a una valutazione politica da me espressa in un dibattito televisivo: dicevo che se FI, come Bondi suggerisce, non si allea con nessuno, trionfa la sinistra. Ma era una valutazione politica". "Gliel'ho fatto notare, ma Bondi è andato avanti a fare improperi. Mi ha detto: 'Ti devi presentare ai giudici, ti deve presentare ai giudici' - prosegue Formigoni, imitando il tono di voce del collega - Gli ho risposto che non mi sono mai sottratto".

"Evidentemente oggi Bondi è particolarmente irritato e irritabile - conclude il senatore di Ncd - perché dieci minuti prima di me aveva avuto uno scazzo con Calderoli, più tardi l'ha avuto con altri. Ma il nostro è stato uno scambio vivace di battute, non porto rancore. Non porto rancore a nessuno".

 

 

DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI DECADENZA BERLUSCONI TENSIONE A PALAZZO GRAZIOLI

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")